Ginevra
Finalmente arrivò il mio momento, dopo 8 lunghi anni di precariato, il posto di ruolo era mio!! Andai a lavorare in una scuola un po' distante da casa mia, a circa mezz'ora di macchina. Il primo giorno fu davvero emozionante, finalmente sentivo mia quella scuola. Entrai in sala professori, alcuni dei professori li conoscevo già, in fondo, cambiando scuola ogni anno, conosci sempre tanta gente e magari poi li reincontri in altre scuole.. Al suono della campanella, mi diressi verso la 1°A ad indirizzo scientifico, erano tanti ragazzi, una trentina, ma molto diligenti ed educati. Mi sembrava corretto metterli a loro agio e così dissi ad ognuno di loro di venire alla cattedra uno per volta e di parlare di se stessi, giusto per conoscersi un po'. Infine mi chiesero se anche io potevo parlare di me, ero un po' imbarazzata non mi piaceva molto parlare di me ma non c'era molto da dire, ero sposata e avevo un figlio di 12 anni, facevo l'insegnante di Latino e Italiano e amavo il mio mestiere. Passarono velocemente quelle due ore e poi suonò la campanella della ricreazione. Uscii in corridoio e andai in sala professori, volevo conoscere i miei colleghi. Mi venne presentato il professore Tommaso Benedetti, era un uomo molto alto, un po' robusto, con la barba e gli occhi azzurri, davvero un bell'uomo, molto elegante e distinto, è stato un piacere conoscerlo soprattutto perchè dopo aver scoperto di vivere nello stesso paese decisimo di viaggiare insieme..
Tommaso
Finalmente avevo trovato dopo tanti anni, qualcuno che avesse condiviso quel noioso viaggio per raggiungere scuola, 30 minuti di viaggio troppo lunghi per essere percorsi da solo..
La mia nuova collega sembra anche simpatica! Tornai a casa entusiasta e lo raccontai a mia moglie che guardandomi male aggiunse "ah, quindi ora hai una nuova amica?"
Era sempre molto sgarbata nei confronti delle mie colleghe.. non volli litigare, sarebbe stato tempo inutile con lei, nel frattempo, mandai un messaggio a Ginevra: "Ciao collega, allora ti passo a prendere alle 7.05 sotto casa tua?"
Dopo neanche 5 minuti rispose affettuosamente: "Certo, a domani e buona serata"
La mattina seguente, mia moglie aveva deciso che doveva litigare per forza con me, sembrava già odiare la mia nuova collega di cui non sapeva neanche il nome, io odiavo lei quando faceva così, uscii da casa arrabbiato, ero stufo del suo comportamento da idiota. Arrivai sotto casa di Ginevra, era già sotto casa nonostante io fossi in anticipo di qualche minuto, mia moglie era sempre stata in ritardo...
Ginevra
Salii in macchina di Tommaso e lo salutai, iniziammo a parlare del più e del meno e devo dire che questo collega mi piaceva, sembrava davvero un uomo in gamba. Avevo una situazione complicata a casa, mio marito era come se non ci fosse e mi sentivo tremendamente sola.. quell'uomo al mio fianco, almeno nel tragitto in macchina, mi faceva ridere, parlavamo sempre di tante cose, dai discorsi più stupidi, a quelli più seri e importanti e una mattina, infuriata per il comportamento di mio marito, gli raccontai dei miei problemi, avevo iniziato a parlare senza essermene resa conto, solo quando ci fermammo a fare rifornimento di benzina capii che forse Tommaso non aveva voglia di sentire le mie lamentele e mi scusai diverse volte con lui per aver esagerato, Tommaso però mi abbracciò, era un abbraccio sincero, ma non avevo ben capito cosa volesse dire.
Tommaso
L'avevo abbracciata senza pensarci troppo, era una donna forte, piena di coraggio ma suo marito la trattava troppo male, e quando parlava del loro rapporto, si evinceva dal suo viso che era sfinita, era stanca di suo marito e di tutti i suoi atteggiamenti menefreghisti. L'avevo abbracciata perchè in quel momento lei aveva bisogno di qualcuno che le facesse capire che non era sola.
L'avevo abbracciata per dimostrarle che non tutti gli uomini sono come suo marito.
Gli spiegai il perchè di quell'abbraccio spontaneo e lei mi ringraziò, sembrava esser più sollevata dopo essersi sfogata. Arrivammo a scuola a lei mi chiese se potevo tenere per me tutto quello che mi aveva raccontato, glielo promisi e le dissi che per qualunque cosa, io ci sarei stato sempre, pronto ad ascoltarla. Poi entrammo in classe.