CAPITOLO 151

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Ora, seduta dietro quella porta, in ansia, in apprensione per quella risposta che spero ci cambi la vita... non posso non pensare a quell'esperienza che ha segnato le nostre anime in modo profondo... quei piccoli tesori che hanno conquistato i nostri cuori al primo sguardo... in particolare io ero stata rapita dagli occhi scuri di quel piccolo bimbo timido... Yohance... un tenero scricciolo, magro magro, occhi grandi, profondi, curiosi ed indagatori... il nostro primo incontro avvenne solo poche ore dopo il nostro arrivo al villaggio... io stavo andando alla ricerca di Amanda, la responsabile dell'associazione che gestiva il campo e i compiti di noi volontari... quando mi scontrai, letteralmente, con quel fragile corpicino... mi scusai preoccupata e timorosa... mi ritrovai uno sguardo diffidente a scrutarmi... Yohance fece un passo indietro, abbassò un attimo lo sguardo, ma poi fiero ripuntò quei meravigliosi occhietti vispi su di me, nei miei... e io in quel preciso istante mi innamorai... non so spiegare come, ma c'era qualcosa in quel bambino che mi attirava, volevo conoscerlo, scoprirlo... in qualche modo mi ricordava noi... c'era in lui qualcosa di te e di me... e ogni giorno scoprivo qualche piccolo lato di lui che me lo faceva amare sempre di più... passavo spesso il mio tempo con lui, lo cercavo, sentivo il bisogno di averlo vicino, di conquistarlo, anche... sì, perché lui osservava tutti da lontano, avvicinarsi era davvero un'impresa... e quando, dopo una settimana dal nostro arrivo, mi rivolse un sorriso, seppur titubante, tutti gli operatori si stupirono... Amy, per prima, mi disse...

"Ehi, ci volevi tu per farci scoprire che il nostro piccolo Yo sa sorridere!"

Il mio cuore esplose di gioia... ogni giorno di più mi affezionavo a quel cucciolo e lui a me... iniziò a cercarmi pure lui... imparò il mio nome e quando mi chiamava con la sua vocina dolce io mi scioglievo... tu mi ripetevi ogni sera che eri così felice di vedermi tanto sorridente e serena... e che sapevi era merito anche di Yo... io, a volte, mi rattristavo pensando al momento in cui ci saremmo dovuti separare... ma tu mi coccolavi tra le tue braccia, ricordandomi che poteva non essere così... sarebbe bastato parlare con Amy... e quel pensiero iniziò a diventare sempre più presente nei nostri cuori e ci accompagnava quasi ogni sera ad addormentarci l'uno nell'abbraccio dell'altra...

Poi venne il fatidico giorno... dovevamo salutare tutti, salire sul van che ci avrebbe portati all'aeroporto... io avevo pianto tutta la notte dopo aver lasciato Yo nel suo lettino... da giorni voleva solo me per addormentarsi... voleva gli raccontassi storie, anche inventate, in italiano... mi guardava incantato... non capiva una parola... ma credo gli piacesse il modo in cui modulavo la mia voce in base a ciò che narravo alle voci dei protagonisti di quelle avventure che prendevano vita dalle mie labbra... aggiungevo gesti, muovendo il corpo, le braccia, le mani, per dare forma alle parole che sapevo erano sconosciute alle sue orecchie... ma a lui non interessava capire... erano le emozioni che attraversavano i nostri corpi fino all'anima a rendere tutto speciale... il nostro rapporto cresceva così come ogni giorno le lancette dell'orologio passano da un'ora all'altra salendo quei numeri posti in circolo...

Non sarei mai riuscita a lasciarlo se lo avessi rivisto, per questo chiesi ad Amy di far in modo che non uscisse dal refettorio fino alla nostra partenza... era già abbastanza doloroso così quel distacco di vita... come se un pezzo del mio cuore mi fosse stato strappato per sempre... si, per sempre sarebbe rimasto in quel villaggio sperduto nell'Africa più povera e dimenticata... che mai sarà scordata dalla mia anima sanguinante...

E la tua sofferenza era esponenzialmente raddoppiata rispetto alla mia... anche tu amavi quel dolce bimbo color cioccolato, quasi quanto ami me... e vedermi così straziata ti spezzava il cuore in due... in quei giorni ti eri spesso fermato ad osservarci, il nostro modo unico di comunicare con gli sguardi, i sorrisi, gli abbracci... gli avevo insegnato il tuo nome e la prima volta che lo pronunciò in modo corretto tu ci stavi guardando sulla porta della sua stanza... ricordo bene i tuoi occhi lucidi... in quell'istante pensai che saresti stato un papà super premuroso per nostro figlio... sì, quel figlio che, però, non riuscivo più a darti... ricordo i miei occhi bagnati dalle lacrime, il mio viso che si voltò di scatto per nasconderti i miei pensieri... poi quegli occhietti teneri a domandarsi perché piangessi... e la sua manina delicata raggiunse la mia guancia per raccogliere quella goccia calda sulla mia pelle... e quell'abbraccio carico dell'amore che solo un'anima pura sa regalare...

Vedermi piangere da sempre ti fa male, vorresti eliminare le lacrime, la tristezza, la sofferenza, il dolore da me, sempre... come in quel momento mentre salutavamo gli altri volontari, gli operatori, Amanda, i bimbi più grandi... e i miei singhiozzi riempivano lo spazio intorno a noi...

Poi all'improvviso sentii una manina toccarmi una gamba e due braccia circondare la mia pelle abbronzata... abbassai lo sguardo giusto in tempo per vedere i suoi occhioni lucidi, mentre dalla sua bocca uscì come una richiesta disperata...

"No... no, mamy, no!"

Guardai subito nella tua direzione... non credevo alle mie orecchie... davvero mi aveva chiamata mamy?!?... vidi solo le lacrime scendere dai tuoi occhi emozionati... mi chinai subito e il nostro abbraccio fu ciò che di più bello e magico si possa provare nel contatto tra due cuori che battono all'unisono pur senza appartenersi... ci sentivamo dentro, come solo un'altra volta mi era successo nella vita... con te...

Tu ci raggiungesti subito... ci stringesti a te, forte, come ad inglobarci dentro... piangevamo tutti e tre... senza volerci staccare... sapevamo che avremmo perso l'aereo, ma in quel momento eravamo esattamente nel posto dove volevamo essere, con chi volevamo con noi e null'altro ci importava... dopo un tempo che sembrò infinito sciolsi quell'abbraccio... avevo bisogno di parole, di quelle parole... che tu pronunciasti senza darmi il tempo di dire nulla, leggendomi dentro al tuo solito...

"Amore, facciamolo!... infondo è già parte di noi... e le sue parole lo confermano... sai che non potremmo più stare senza questo piccolo scricciolo"

Oddio, quel nomignolo... avevi preso Yohance in braccio... e io non potei non guardarvi innamorata... avevo davanti agli occhi la scena più meravigliosa che potessi mai immaginare...

"Si, cucciolo facciamolo!",

dissi solo, prima di fiondarmi sulle tue labbra, abbracciandovi ancora...



Buonasera a tutti!

Manca poco a mezzanotte e oltre a Natale per noi "esercito" è anche il compleanno di Marco.. così ho pensato di regalarvi un nuovo capitolo.. spero vi piaccia!🎂🍾🥳🎁🎄

Vi aspettavate qualcosa del genere dai ricordi di Giorgia? E cosa succederà ora?... La notizia che sta aspettando Giorgia davanti a quella porta cambierà ciò che è successo in quel villaggio africano?

Vi auguro un sereno Natale, anche se non sarà possibile festeggiarlo come da tradizione, ma mi auguro possiate essere con i vostri cari comunque!

A presto

Baci baci😘😘😘

N.


P.S.: Se vi chiedete come mai ho scelto il nome Yohance.. beh, ve lo spiego subito.. cercavo un nome africano che non fosse uno dei più conosciuti e mi sono imbattuta in questo.. e quando ho letto il suo significato ho pensato fosse perfetto, voi che ne dite? Significa "dono di Dio, dono di vita"🥰

LA MIA LETTERA PER TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora