Erano le 4 del mattino a New York, la gente dormiva beata tra le braccia di Morfeo, in un piccolo appartamento di uno dei tanti palazzi una ragazza era sveglia, la luce del bagno accesa, il sangue colava caldo e lento dalle sue braccia in contemporanea alle lacrime sul suo viso.
Ali era una ragazza di poche parole, aveva 15 anni quando lei e la sua famiglia si trasferirono in quella grande città, erano trascorsi ormai 2 anni e la ragazza non era riuscita sin da subito ad ambientarsi, quando lasciò la sua città non lasciò solo casa, ma lascio i suoi amici, la sua vita, la sua popolarità in quella piccola scuola dove andava, lei era abituata a stare al centro dell'attenzione, e in meno di 2ore di volo la sua vita si stravolse completamente, a scuola non era conosciuta, solo la signora della mensa sapeva il suo nome, e quest'ultima a causa dell'età tendeva spesso a scordarlo anche, i professori erano gli unici per cui la ragazza "nuova" andava bene, 9 in tutte le materie, ad eccezione della matematica, lì aveva addirittura il voto più alto:10.
La sua famiglia sembrava non accorgersi di nulla, i suoi genitori erano indifferenti perfino ai voti alti a causa degli impegni di lavoro, e il fratello Josh aveva solo 5 anni quando si trasferirono, passava interi pomeriggi dalla babysitter, e Ali puntualmente restava sola, ma non le dava più peso, la solitudine stava diventando casa sua.
Un taglio, un altro, la solitudine veniva sconfitta con quell'oggetto di metallo usato solitamente per farsi la barba, ma lei non era un maschio, non doveva farsi la barba, lei doveva solo sconfiggere la solitudine, lei doveva sconfiggere casa e questo le sembrava l'unico modo giusto per farlo.
Prese coraggio e smise di piangere, cercò di respirare lentamente e di ripulire tutto il sangue che era colato nel pavimento freddo del bagno. Si pulì le ferite con del disinfettante e le coprì con delle garze che a loro volta venivano ricoperte dalle maniche lunghe del pigiama.
Finì di pulire tutto e andando in camera guardò l'orario "04:45", fra un ora almeno avrebbe dovuto alzarsi, quindi decise di non dormire, si distese a letto e aspettò.
Guardava il soffitto, il suo sguardo era fermo su quel bianco che sembrava ipnotizzarla, le lacrime agli occhi e mille pensieri in testa. Abbassò per un attimo lo sguardo sulle sue braccia, sospirò ricordandosi quello che aveva fatto pochi minuti prima, riportò lo sguardo al soffitto, ma sta volta gli occhi non reggevano più quel contatto, si chiudevano spesso, fino a chiudersi definitivamente lasciando la giovane ragazza dormire beatamente quasi andasse tutto bene.
La sveglia trillò in tempo disturbando quel momento di quiete che si era creato. Erano le sei del mattino e sempre in quel piccolo appartamento una voce rimbombò per tutta casa.
-Ali, Josh!! Svegliatevi è tardi!-
La maggiore diede retta alla voce autoritaria della madre, mentre il più piccolo dovette essere svegliato con più gentilezza dal padre.
Ali si vestì e andò in bagno per sistemarsi e lavarsi denti e faccia, meno di mezz'ora e fu pronta per la colazione.
-Ali, per favore, mangia.-
Si rivolse il padre con sguardo protettivo verso i confronti della minore.
-Si.- annuì l'altra cercando di non dare peso a tutta quella falsa.
I suoi genitori erano persone concentrate estremamente sul lavoro, il padre Demons aveva un agenzia di moda, e la madre Dallas si occupava di telegiornale.
Finito di mangiare la ragazza salutò tutti i componenti della famiglia con un bacio sulla guancia e, prendendo lo zaino poggiato davanti la porta, uscì di casa.
Mise gli auricolari alle orecchie come ogni mattina, aspetto l'autobus alla solita fermata e dopo circa 20 minuti d'attesa quest'ultimo si presentò. Timbrò il biglietto e si mise comoda all'ultimo posto libero che rimaneva, accanto a una ragazza che aveva più o meno la sua età, la stessa ragazza che qualche giorno prima l'aveva presa in giro per i suoi voti alti. Decise di non dare importanza alla presenza dell'altra e alzò ancora di più il volume della musica, attendendo con ansia la prossima fermata.
Canzone dopo canzone le porte del bus si spalancarono permettendo ai ragazzi che erano diretti verso scuola di scendere. Fecero un piccolo tragitto a piedi ed Ali sembrava già essere stanca della scuola anche se la prima ora non era ancora iniziata. Sapeva cosa sarebbe successo.
Prima ora "educazione fisica", prese in giro per il suo aspetto goffo e i suoi capelli castano chiaro perennemente alzati in una coda, la tuta da ginnastica che le ricopriva gran parte del corpo, nonostante i tagli al contatto col sudore avrebbero fatto male non poteva permettersi di saltare l'ora o di mostrare a tutti i suoi tagli, avrebbe resistito, come faceva sempre, il suo aspetto robusto non faceva altro che aumentare gli sguardi degli altri e i sussurri amari che le facevano alle spalle.
Ali era una ragazza bellissima, nonostante qualche chilo di troppo. Aveva degli occhi castano chiaro, quasi cioccolato, un viso acqua e sapone, anche senza trucco stava bene, lunghi capelli ricci ed era alta più o meno un metro e settanta. Era ciò che la gente definisce "Ragazza senza Autostima."
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Ragazza senza Autostima
Fanfiction"Erano le 4 del mattino a New York, la gente dormiva beata tra le braccia di Morfeo, in un piccolo appartamento di uno dei tanti palazzi una ragazza era sveglia, la luce del bagno accesa, il sangue colava caldo e lento dalle sue braccia in contempor...