Capitolo 27

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Awareness


Bryan

Un'altra volta mi sono trovato faccia a faccia con due occhi che vedevano tutto ma non abbastanza. Occhi che questa volta erano su un viso che ho sempre cercato di infondere un sorriso ma sono stato sciocco. L'ho ferita, l'ho delusa, ne sono certo, volevo tenerla lontano dalle ombre del mio passato, pensando di fare la cosa giusta e invece ho fallito. È inutile cercare il responsabile, chiunque sia stato, non potrà cambiare nulla facendogli capire lo sbaglio commesso. Ho così tante cose da dirle ma in un semplice messaggio non riuscirei ad esprimere quelle parole persino in questo momento le parole mancano. Le dico solo che mi dispiace. Mi dispiace che tutto questo l'abbia fatta sentire male e ammetto a me stesso di aver preteso troppo. Ho imparato a seguire e fidarmi solo del mio istinto, l'unico che ti salva la pelle quando guardi davanti a te il nemico, l'obiettivo per cui ti trovi su un campo di battaglia, ma ho frainteso questa tattica, confondendola con la vita che voglio condividere con lei.

Dopo quel messaggio, il mio telefono vibra e spero di vedere una risposta, sentendo un brivido spiacevole lungo la schiena. Una sensazione che non mi è estranea, quando si tratta di qualcosa che per quanto mi riguarda e per quanto mi è difficile ammettere, fa male. Il nome sullo schermo non è suo e una via di mezzo fra sollievo e delusione mi attacca violentemente. È un messaggio di André e per un istante penso di ignorarlo perché non ho pensato ad altro che fare un passo fuori dalla porta e andare a cercare la ragazza per cui darei tutto pur di vederla stare al mio fianco. Quella giornata e tutti i miei pensieri si interrompono, quando leggo finalmente le parole di mio fratello.

Papà è in ospedale.

Non poteva succedere in un momento peggiore. All'improvviso separo, ancora una volta, le mie emozioni e con tutta la frustrazione, raccolgo i pezzi, mettendomi in sesto. Non ho ancora trovato la soluzione da dare una ragione, a Wendy per fidarsi ancora una volta di me ma forse ho la possibilità di riprovare a guardare mio padre negli occhi e capire che cosa io stia provando dentro. Il mio rancore c'è ancora, lo sento fin troppo bene ma portarlo dentro forse non farà bene né a me né alla persona che voglio tenere al sicuro da tutto.

Due ore più tardi sono già in macchina, imboccando la strada statale. Sono indeciso, se avvisare o meno Wendy, ma non voglio farla preoccupare e soprattutto credo che questa piccola pausa le darà più tempo per decidere se perdonarmi o meno. Nel dubbio avviso solo Josh che starò fuori città per qualche giorno...Josh, il mio migliore amico...è una delle persone che sapeva di questa storia. Chi di loro ha fatto questo passo e perché? Mi rendo conto che non potrò lasciare questa domanda senza una risposta. Non cambierà nulla, mi dico, ma lo voglio comunque sapere.

Ripenso a ieri sera, rivivendo quella scena peggio di una missione. Sono scappato, me ne rendo conto, sono andato via perché sotto quelle gocce di pioggia sono certo che questa volta se una sola lacrima le fosse caduta, il responsabile ero solo io. Ho costruito muri attorno a me ed ero davvero intenzionato a tenerla fuori dal caos che ho dovuto racchiudere dietro quelle mura. Io volevo darle solo la realtà, quella senza alcuna macchia di di tenebre, perché so, per certo, che non mi avrebbe mai permesso di averla. Che cosa starà pensando in questo momento? Che sono stato un errore? Che probabilmente non vorrà vedermi? Non so come rimediare a tutto questo casino, ma non mi arrenderò, le lascerò il tempo necessario per riflettere. Non voglio costringerla ad accettarmi, voglio solo che mi dia la possibilità di guardarmi nonostante i miei peccati.

È mattina presto, quando arrivo a Detroit. Sono passati nove anni da quando non ho messo piede in questa città e farlo mi costa tanto. Sono stati gli anni peggiori della mia vita e mi sembra di tornare nell'inquietudine di quei tempi. Le insegne familiari, i luoghi, le case spolverano ricordi che pensavo di non avere più invece erano sempre aspettando il momento giusto per farsi vedere. Ad un semaforo rosso, prendo il cellulare per chiamare André e avvisarlo che sarò da lui fra poco ma la batteria di quest'ultimo è quasi scarica e si spegne subito dopo. Sospiro e incazzato lo butto sul sedile, lasciandolo lì. Sono certo che non mi servirà a niente dopo ieri sera, anzi mi impedirà affliggere altra amarezza a Wendy se provassi a chiamarla. Risolverò tutto non appena chiuderò la questione con mio padre e spero che lei nel frattempo possa prendere una decisione anche se guardarmi allo stesso modo sarà difficile.

La Cerbiatta Innamorata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora