Capitolo 1 - Amicizia

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Era diventato più sicuro di sé nell'esatto momento in cui il suo cuore si era spezzato in mille pezzi, un crack silenzioso seguito da quel "scusatemi" imbarazzato che lo fece sembrare ancora più sfigato di quanto non lo fosse già.

L'immagine che gli si era parata davanti gli dava letteralmente il voltastomaco, non solo per i sentimenti che provava per la persona coinvolta, ma bensì per il modo in cui volente o nolente, avrebbe dovuto accettare quella situazione inaspettata.

Tsukishima Kei se ne stava avvinghiato come una scimmia al capitano della Nekoma, se ne stavano abbracciati a tal punto da non capire dove finiva uno e iniziava l'altro, a baciarsi con talmente tanta foga che sembrava si volessero mangiare. Vorrei vomitare.. pensò nell'esatto momento in cui aveva preso atto di quello che aveva appena visto.

Avere il cuore spezzato non era una cosa da poter descrivere come una bella sensazione, eppure per Yamaguchi fu una vera e propria rivelazione.
La consapevolezza di quello che sarebbe accaduto e della persona che sarebbe potuta diventare da li in poi, divenne sempre più chiara nella sua mente.
Sarebbe dovuto crescere e farsi uomo, niente più piagnistei da femminuccia, niente più Tsukki di qui, Tsukki di là, perché anche solo pronunciare quel nome lo faceva sentire arrabbiato e frustrato, talmente tanto che se avesse potuto, avrebbe distrutto qualsiasi cosa in fronte a sé. Come, quando era successo, perché! Erano domande che spesso si poneva torturandosi mentalmente, ottenendo come unica soluzione solo dei gran mal di testa.

Più passavano i mesi da quel momento imbarazzante, più si faceva largo l'idea e la consapevolezza che il piccolo e tenero Yamaguchi Tadashi non volesse essere più considerato come tale, si sentiva uno schifo, frustrato, arrabbiato con il mondo, a scuola andava male, in palestra ancora peggio. Quella situazione lo aveva portato ad essere quello che non era, si stava distruggendo piano piano, pezzo dopo pezzo preso dalla consapevolezza che se nulla sarebbe cambiato, sarebbe finito presto in un baratro da cui uscire, sarebbe stato pressochè impossibile.

Dopo quell'evento spiacevole in cui era incappato senza volere, non solo aveva smesso di pensare al suo oramai ex migliore amico come suo possibile amore eterno, ma credeva che sarebbe bastato schioccare le dita, rendersi più disponibile e compiacente ed il gioco sarebbe stato fatto, avrebbe trovato una persona con cui avrebbe combinato di tutto e di più, non gli importava chi, come e quando, incondizionatamente gli avrebbe donato tutto se stesso se fosse servito, era certo che anche lui si meritava qualcuno; non voleva, anzi non accettava minimamente il fatto di rimanere solo, di rimanere indietro, ritrovandosi ad essere sempre e il solito ragazzo monotono preso di mira dai bulli. Quanto si sbagliava.

E il baratro arrivò poco dopo, stretti in quell'anfratto puzzolente, con i pantaloni slacciati e le mani in posti troppo intimi per essersi conosciuti solo qualche ora prima. Quello sconosciuto lo baciava volgarmente, puzzava di alcool e sigarette e nulla gli fece più schifo di se stesso come in quel momento.

Si era come al risvegliato da un brutto incubo, si era reso conto che aveva sorpassato il limite, che tutto ciò era da sconsiderati, non era da lui, non era da lui comportarsi come un puttaniere da competizione, non era da lui arrivare a compiacere qualcuno solo per proprio egoismo, era arrivato al punto di gettare via quell'unico briciolo di dignità rimasta in corpo e bastava un altro passo, uno ancora e da li la sua vita sarebbe stata ancora più buia, più di quando non lo fosse già ora.

Quella persona che ora aveva in fronte, conosciuta solo qualche ora prima, con un odore misto di alcool e sigarette, non gli voleva bene, non faceva tutto ciò per lui, per farlo sentire meglio come poco prima aveva detto sbiascicando al suo orecchio, era l'alcool a farlo parlare e a fargli tuonare parole dolci senza alcun senso logico all'orecchio se non per secondi fini. Era stato quello l'esatto momento in cui si era scollato dalle sue labbra, come risvegliatosi da un incubo, si era reso conto che il suo vero io era un altro, un ragazzo tutto lentiggini, gentilezza e imbarazzo. Era stato quello l'esatto momento in Yamaguchi era cambiato veramente e ne aveva preso coscienza.

Aveva promesso a se stesso che nonostante la delusione, la frustrazione e tutto ciò che ne conseguiva non avrebbe permesso a tutto quel baratro di prendere il sopravvento sulla sua vita, cosa che già aveva permesso fin troppo, lasciando che la vita gli scorresse addosso come un fiume in piena. Sentiva che la sua vita era stata fin troppo gettata a vuoto, no, non si sarebbe permesso di perdere ulteriore tempo, si sarebbe rimboccato le maniche, si sarebbe impegnato il doppio di quello che stava facendo ora, avrebbe dimostrato che non era semplicemente l'amico sfigato del secchione perennemente da salvare come una principessa in pericolo.
Non avrebbe permesso a tutti quei sentimenti di distruggerlo ulteriormente, eppure era così difficile accettarlo e accettarsi, da soli poi era doppiamente difficile.

Dal momento in cui Tsukishima era stato beccato in fragrante non si erano più rivolti la parola, era stato mandato tutto a quel paese, la loro amicizia, il loro modo di essere l'uno con l'altro. Tutto era svanito in un attimo.

Skiptime:

Passò molto tempo prima che Tsukishima e Yamaguchi si riparlassero tornado ad essere quelli di sempre, la delusione del più piccolo sembrò nn dargli pace per molto tempo, quasi un anno per l'esattezza, era stato l'anno più da incubo della sua vita, aveva quasi mandato a monte la scuola e la palestra. Perfino i suoi compagni di squadra, tra cui Kageyama, noto per il suo modo di fare solitario, si era preoccupato a tal punto da prenderlo in disparte e parlargli. 

Tutto però sembrò inutile, inutili le parole di Daichi, di Suga e di Asahi, i suoi Senpai non avevano smesso neanche per un secondo di supportarlo nonostante i suoi modi di rispondere talvolta vaghi e insofferenti, talvolta crudeli e meschini. Ogni volta che succedeva, infilava la borsa da palestra sulle spalle e correva, correva via mentre le lacrime solcavano il suo volto. Come poteva trattare così le persone che gli volevano più bene? Il dolore sovrastava tutto anche le amicizie più vere, rendendolo come un cavallo con il paraocchi.

Tutto ciò durò fino a che un pomeriggio soleggiato di primavera..

"Hei Tadashi, mi dispiace, non era una cosa voluta, ti prego torna ad essere il mio migliore amico, ti prego, mi manchi -Tsukishima se ne stava li con le lacrime agli occhi e la testa china in fronte a lui, il solo vederlo distrutto dal dolore era bastato a far scomparire tutto l'astio nei suoi confronti - Mi dispiace, non volevo accadesse, é successo per caso, io sono felice con lui, molto probabilmente lo amo, ti prego, non posso scegliere tra voi due, siete le persone più importanti della mia vita" e quelle ultime parole, arrivate come una bomba a mano, fecero riaprire gli occhi al più piccolo dei due, quel paraocchi che prima lo opprimeva era scomparso, il suo cuore ora più leggero e pronto per una nuova ripartenza.

Tsukishima era orgoglioso, probabilmente non aveva mai chiesto scusa neppure a sua madre, eppure per lui, per il suo migliore amico,  lo aveva fatto e tutto ciò gli bastava per uscire da quel disastro che era diventata la sua vita.

  




Che ne pensate di questo Yamaguchi?? Lo so che sono stata cattivella con lui ma un pò di dolore ci sta sempre, aiuta a crescere non credete? 😁 Fatemi sapere come sempre cosa ne pensate, sono sinceramente orgogliosa di questo capitolo perché inizialmente anche se avevo tutto ben chiaro e sapevo cosa dovevo scrivere, mi ha dato qualche grattacapo. 

A presto miei adorati 💕

Freckles - [YamaguchixTerushima]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora