Prologo- La profezia

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|Ordinary World- Duran Duran|

Olimpo, 1993.
Zeus era in piedi davanti al fuoco di Estia; camminava con sguardo severo e braccia incrociate dietro la schiena mentre aspettava tutti gli altri dèi maggiori. Estia, sua sorella, lo guardava cercando di capire a cosa stesse pensando.

Il dio indossava un poncho grigio e i suoi lunghi capelli castani erano ben pettinati, così come la sua barba. Zeus aveva sempre pensato che fosse questo a renderlo speciale: il suo buongusto in fatto di vita che lo avrebbe reso presentabile e affascinante agli occhi di tutti.

A mano a mano, L'Assemblea degli Dèi riempì la sala del fuoco di Estia: c'erano Poseidone, Demetra, Ermes, i gemelli Apollo e Artemide, Ares e Afrodite, Efesto, Dioniso, Era, Atena e persino Ade, che non viveva lì, spuntò dal nulla per ascoltare ciò che il fratellone aveva da dire.

«Gli umani hanno smesso di lodarci già tempo fa, abbandonati per le preghiere ai nuovi dèi, ma a noi questo va bene.» esordì così il dio del cielo all'Assemblea. «Quello che non va bene, è che sono esseri fallibili, ancora più di noi. L'Oracolo di Delfi mi ha parlato, miei cari, e tra qualche decennio un nemico risalirà dalle ombre per ucciderci tutti.»

«Un momento, padre...» lo interruppe Dioniso, dio del vino «è in arrivo una nuova guerra mondiale?» il dio quasi rovesciò la sua coppa di vino rosso.

«Mondiale? Più una guerra universale e a livello divino. Gli umani non avranno colpa stavolta, ma essi sono corruttibili e potrebbero arrivare a schierarsi dalla parte dell'infausto nemico e dobbiamo prevenirlo.»

«Qual è la vera profezia? La certezza delle parole ci offrirà una migliore preparazione alla guerra.» affermò Ade massaggiandosi la barba.

Zeus guardo la sorella Estia, custode della Fiamma. «Sorella, getterò la profezia nella Fiamma, se a te non dispiace.» e dopo aver avuto la conferma da Estia, egli diede il via alla lettura della profezia.

Dalle venature dell'Eterna Fiamma si udì una voce, una voce femminile che recitava:

Oh Zeus, dio degli dèi e protettore del cielo e della terra;
oscuro è il futuro, un'ombra si rialzerà e tutto prenderà;
Con corruzioni e distruzioni il Mondo flagellerà.
Ma ecco arrivare tredici stelle, e tra esse una più brillante che le guida.
Essa spazza via l'oscurità e riporta ordine e serenità.
Con un nuovo Pantheon guidato dal Bene.
E il Bene vince sempre sul Male, la luce vince sempre l'oscurità.

E la voce svanì nell'eterno bagliore.

«Ne ha dette di più complicate, suvvia» disse il dio Apollo ostentando il suo cocktail da spiaggia. «Dobbiamo fare nuovi figli, semplicemente.»

«Se fosse così, allora, il mondo sarebbe salvo da un pezzo con tutti i vostri figli illegittimi.» affermò Era.

«Credo che sia proprio come ha detto Apollo, cara.» Zeus indicò il figlio con un gesto del capo, avendo le braccia sotto al poncho. «Magari in maniera più approfondita ma sì, un nuovo Pantheon potrebbe significare nuovi noi.»

«e se i nuovi dèi volessero prendere il controllo? Magari sono loro il nuovo Pantheon.» ribatté Ade.

«Non essere sciocco, fratello.» Gli disse Poseidone «Se avesse parlato dei nuovi dei lo avrebbero saputo, no?»

«Non ci interessa quello che faranno i nuovi dèi, ci interessa ciò che dobbiamo fare noi. Tredici stelle come tredici di noi e quindi ci tocca...» continuò Zeus, venendo poi interrotto da sua figlia Atena.

«Propongo di fondare un esercito, un esercito guidato da nostri nuovi figli che spazzerà via le tenebre.» disse la dea, venendo subito appoggiata dal suo fratellastro Ares, dio della guerra: egli amava eserciti e guerre, come poteva non essere d'accordo?

«Io sono vergine e resterò vergine fino alla mia morte. Non c'è motivo per cui debba cominciare a fare sesso adesso.» aggiunse Artemide.

«Benedizioni. Che ve ne pare?» la vice di Estia era sottile rispetto a quella di tutti gli altri dèi nella sala, ma lei riuscì comunque ad ottenere l'attenzione di tutti. «Non siete costretti a ritornare a fare... cose dei millenni passati. Dovete evolvervi? Fatelo così. Benedite varie coppie e vedete i figli che nasceranno, se adatti, loro potranno essere considerati capi.»

«E se non fossero adatti?» domandò Efesto.

«Decideremo noi se saranno parte dell'esercito o no.» confermò sempre Atena. «Ottima idea, zia.» ed Estia la ringraziò.

«Allora vi do un nuovo compito, all'alba di questo nuovo giorno.» pronunciò Zeus «andate e benedite queste persone con il dono di un figlio, essi saranno grandi e potranno salvare il mondo in un momento in cui anche noi saremo impotenti. Andate e salvate il mondo.»

L'Assemblea venne sciolta e da quel momento ogni olimpo, a parte Estia, si mise a cercare un suo degno successore per questo nuovo esercito.

Una volta trovate le coppie ideali, ogni dio presentava i nomi all'Assemblea: Poseidone trovò i Finnegan a Boston, coppia che ricevette una seconda benedizione da parte di Efesto. I coniugi Finnegan ebbero ben presto tra le braccia il piccolo Drake e la piccola Ines.

A mano a mano, quasi tutti gli dèi ebbero trovato il proprio successore e questa è la lista che fu affissa nella Sala del Fuoco.

Poseidone: Drake Finnegan
Efesto: Ines Finnegan
Ermes: Frank List
Demetra: Tessa Johnson
Apollo: Alan Jefferson
Zeus: Joy MacNunzy
Ade: Locad Dawson e Robin Adams
Era: Roberta Davidson
Afrodite: Leia Hale
Dioniso: Edward Zimmermann
Atena: Sophia Dixon
Ares:
Artemide:

Rimasero solo Artemide e Ares, i quali non riuscivano a trovare qualcuno adatto a questo compito.

6 mesi dopo

Artemide era rammaricata e gettava tutto il suo dispiacere giù dall'Olimpo. Era affacciata proprio sui boschi greci che circondavano la montagna e teneva lo sguardo fisso verso il basso.

«Ho letto che sei nella mia stessa situazione, non è così?» Ares le arrivò alle spalle accendendosi un sigaro. Una volta acceso, il dio della guerra si affacciò affianco alla sorellastra.

«Odora di boschi bruciati.» commentò la dea della caccia.

«Tecnicamente è una pianta coltivata per questo. Non sono un esperto. Me lo ha portato tuo fratello dalla sua gita a Cuba.»

«È proprio da lui, si.» Artemide annuì mogiamente.

Ares era fin troppo espansivo per vedere la sua sorellastra così triste, perciò decise di risolvere la faccenda.

«un uccellino mi ha detto che oggi è il nostro giorno fortunato è che dobbiamo puntare all'Europa.» svapò ridacchiando.

«l'uccellino è...?» chiese Artemide incuriosita, già un po' più divertita.

«il mio cervello, che nonostante pensi sia piccolino rispetto al tuo, è comunque molto più positivo. Ti fidi di me?»

La dea si staccò dal parapetto dal quale era affacciata e con sguardo fisso, ella squadra il massiccio corpo del dio della guerra.

«Proviamo allora. Vale la pena per salvare il mondo, no?»

«Esattamente. Dai vieni, scegliamo una località ciascuno e ci andiamo. A fine giornata faremo un resoconto e vedremo se il mio cervellino aveva ragione.»

La giornata passò e alla fine di essa, quasi al crepuscolo, entrambi i figli di Zeus erano di nuovo lì su quel terrazzino.

«Dunque...com'è stato?» chiese lui.

«Devo ringraziarti, Ares. Avevi un buon presentimento ed eccoci qua. I De La Serre cresceranno il loro bambino o bambina nel nome del Bene. Sono contenta di non essere la disgrazia degli dèi.»

«È fantastico, sono contento per te. Anche io ho trovato finalmente una coppia calorosa e pronta a tutto. Il loro bambino sarà eccezionale, lo sento.»

«Mph...» sghignazzò la dea della Luna «Immagina se uno di loro fosse la stella che guida le altre. Ironico.»

Ares ridacchiò assieme a lei: «Già, immagina...Sarà sicuramente il mio, ricordalo sempre. »

E insieme rimasero ad ammirare il crepuscolo.

IL RAGAZZO D'ARGENTO || seconda ristampaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora