Capitolo 27

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Siamo in un bosco di alberi molto simili agli abeti terrestri, se non fosse che ogni volta che c'è una folata di vento tra le fronde, gli aghi fanno dei fischi, dei suoni particolari, come lamenti. Sembra quasi di assistere ad un pianto corale.
Guardo Erald seduto su un tronco nero caduto, proprio di fronte a me.

Lui alza la testa di scatto: "Si è fatto tardi, dobbiamo incamminarci altrimenti non raggiungiamo in tempo il posto per accamparci questa notte."

Sorrido sorniona: "Guarda che non la scampi così facilmente. Ora andiamo ma stasera mi racconti tutto!"

Lui annuisce, si alza ed inizia a sistemare.

Poco dopo siamo di nuovo in cammino.

Usciamo dal bosco canterino e ci avviamo lungo un sentiero poco battuto ma abbastanza ben visibile tra le colline morbide e dall'erba alta.

"Erald conosci bene la zona vero?"

"Sì ci sono venuto diverse volte per affari. Se ti stai chiedendo se qui siamo al sicuro, beh, non ci contare troppo. Siamo pur sempre in Ferie, quindi il luogo più imprevedibile per definizione."

"Sono sempre in guardia, non ti preoccupare. Ricordati che sono una Cacciatrice di taglie, o per lo meno lo ero."

Dopo un paio d'ore di percorso silenzioso dove le colline si sono susseguite senza sosta e praticamente tutte uguali, alternandosi a boschi aghiformi, ad un tratto Erald si ferma di colpo.
Siamo appena sbucati in una radura piuttosto ampia e circolare. Per attraversarla tutta ci impiegheremo almeno un'ora ed è del tutto allo scoperto. L'erba è talmente alta che mi arriva alla vita e la brezza la fa muovere come se fosse un mare con un movimento ipnotico e regolare.

Mi guardo in giro aguzzando la mia povera e debole vista da umana. Non sento e non vedo nulla, ma evidentemente lui sì. Ha infatti alzato il pugno destro verso l'alto per indicarmi di fermarmi e stare in silenzio.

Con calma e senza fare rumori tiro fuori la mia nuova spada.
Subito dopo sento delle vibrazioni nel terreno, come se qualcosa di grosso o più cose enormi si stessero muovendo all'unisono. Il rumore diventa sempre più presente e non solo a terra, ma anche nell'aria.
"Erald, cosa sono?" La mia frase è un bisbiglio ma lui la sente lo stesso nonostante il frastuono insistente.

"Spero che non siano cosa temo. È strano che si trovino in questa zona e non credo alle coincidenze. Qualcuno o qualcosa li ha dirottati verso di noi."

"Ok, ma cosa son..." non faccio però in tempo a finire la frase che una nuvola di polvere compare all'orizzonte e poco dopo sbucano i primi animali.
Sembrano un incrocio tra leoni giganti e trichechi. Hanno una folta criniera colorata sulle spalle di colore violaceo e verde che gli arriva quasi a metà dell'ampia e muscolosa schiena. Il muso è simile a quello di un orso ma hanno dei denti a sciabola che fuoriescono dalle mandibole potenti. Anche le zampe anteriori e posteriori, grosse come tronchi, terminano con acuminati artigli.
"Erald ma questi sono druidi!"

"Lo erano, nel senso che sono stati esiliati dalle proprie tribù e per punizione costretti a vivere per sempre nella loro forma animale. Nel corso dei secoli si sono uniti in un branco di reietti molto incazzati e si spostano per Ferie uccidendo e razziando tutto quello che incrociano, ma era da parecchio che non passavano per quest'area."

Ad una veloce occhiata sono circa una trentina.
"Cosa facciamo?"
Stiamo andando verso sera e l'aria si fa più fredda. L'alito delle bestie crea delle nuvole di vapore sopra le loro teste.

Erald si affianca a me. "Se li hanno dirottati qui apposta, non ha senso fuggire perché ci rincorrerebbero e comunque ormai è tardi per tentare la fuga."

Mentre lui si trasforma nella sua forma guerriera, io apro i miei canali ricettivi.

Come al solito il primo impatto è quasi devastante e mi toglie il respiro. È come se vedessi il mondo circostante attraverso filtri che lo rendono più vivo, più colorato, più intenso. Rivolgo la mia attenzione alle creature magiche che ci stanno venendo incontro. I flussi di magia che variano dal marrone, al verde e al viola corrono lungo i loro corpi potenti. La cosa straordinaria è che sembra ci sia una connessione, un legame che serpeggia tra i vari membri del branco. Qualcosa che li unisce, li fa comunicare tra loro senza bisogno di parole pronunciate. Devo individuare il capo branco e ucciderlo così forse avremo una chance di sopravvivenza perché tutti i fili sembrano provenire da un unico punto d'origine.

Ed eccolo lì, non è in testa al gruppo, ma un po' più indietro e altri cinque elementi lo proteggono con una formazione a rombo intorno a lui. Non sarà facile raggiungerlo.

La mandria avanza e poi si ferma all'improvviso, a circa cento metri di fronte a noi.
Sempre bisbigliando, mi rivolgo ad Erald: "Credo di aver individuato il capo branco. Se lo uccidiamo li destabilizziamo, spero."

"E come fai a dire qual è? Ah giusto, dimenticavo i tuoi poteri. Ok allora tu prova ad uccidere lui ed io tento di tenere gli altri bastardi lontani. Sono comunque troppi, se ci attaccano all'unisono..."

Scuoto la testa decisa: "Non possono attaccarci tutti insieme, sono troppo grossi e si intralcerebbero a vicenda. Ci proveranno con gruppi più piccoli. Io tenterò di raggiungere il capo... e che qualunque Dio in ascolto, ci protegga."

In quel momento vedo serpeggiare delle strisce luminose provenienti dal capo fino ad altri quattro membri del gruppo. Credo sia il comando di attacco, infatti poco dopo questi elementi si staccano e avanzano allargandosi di fronte ai propri compagni. Sembra che due ci proveranno con me e gli altri con Erald.
Ci allontaniamo anche noi per evitare di disturbarci.

Avanzo di qualche metro mentre osservo l'energia colorata saltellare sul corpo dell'animale. Gli unici punti deboli per poterlo uccidere sono il cuore e la testa. Il cuore è praticamente impossibile raggiungerlo perché dovresti trovarti proprio sotto l'animale per cercare di colpirlo. Posizione che vorrei evitare in tutti i modi, quindi vada per la testa e speriamo che questa spada sia tagliente come sembra.

The Bounty Hunter - Hunted (Vol. 4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora