Epilogo

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alcuni anni dopo

“Dai mamma basta piangere!” disse ridendo Morty. Dietro alla donna e al ragazzo, Summer e suo marito fissavano la scena divertiti. Una mano della ragazza era premurosamente appoggiata sul pancione sporgente e dei candidi sorrisi scaldavano l’atmosfera: Morty stava per trasferirsi, stava per cambiare vita e avrebbe lasciato il nido. Beth era commossa, suo figlio le sarebbe mancato un sacco.
Ogni persona in quella stanza era cresciuta: Summer di era sposata con il fratello di Sam ed ebbero un figlio. Doveva ancora nascere eppure la felicità dei due era inestimabile. Beth si era decisa a cambiare vita, lavoro, aspetto. Ora era una donna piena di ambizioni e voglia di vivere. 
“E Morty?” Vi starete chiedendo, beh... anche lui crebbe, soltanto che le circostanze per cui ebbe dovuto farlo furono un po’ drammatiche.

flashback

Erano le 3 del mattino o forse le quattro, Morty non ne era sicuro. Ciò che sapeva però era che non doveva fare il minimo rumore. 
“Sta sera è stata uno sballo” biascicò sulle scale. Poteva ancora sentire le calde mani dei tre ragazzi e la droga circolare nelle vene. 
Appena fu in cima alla scala, toccò la maniglia per aprirla, la tirò verso il basso e a passo stentato entrò dentro la sua camera da letto. Non c’era che dire: aveva completamente fottuto ogni cosa e ne era pure consapevole. Con un gran tonfo si buttò sul letto e iniziò a spogliarsi finendo in mutande.
“Rick ha iniziato questa cosa: se non fosse andato con quella puttana a quest’ora tutto ciò non sarebbe successo. Mhhh… eppure però mi sento in colpa.” stava parlando da solo il nostro caro ragazzo. I suoi occhi mezzi chiusi scrutavano il soffitto in cerca di qualsiasi appiglio per la vista.
“Fai bene a sentirti in colpa.” disse all’improvviso una voce dura. All’istante Morty si girò verso la porta e l’unica cosa che vide fu la sagoma di Rick inghiottita dal buio. 
“R-rick, cosa ci fai qua!? Esci dalla mia camera! S-subito!” gridò il ragazzino in preda allo spavento, ma l’unica cosa che l’uomo fece fu chiudere la porta a chiave e togliere quest’ultima dalla serratura.
“Morty, dove sei stato fino ad ora.” chiese con calma Rick avvicinandosi con un passo al letto dove ora Morty si era seduto.
“I-io sono… sono stato da un amico.” disse il ragazzo con voce tremante. A questa risposta Rick si avvicinò ancora di qualche passo, ora se uno dei due avesse allungato il braccio avrebbe potuto toccare l’altro. “Morty. Dove. Sei. Stato.” ripetè più forte l’uomo.
“Te l’ho appena detto! Ero da un amic-” “NON DIRE STRONZATE PICCOLO STRONZETTO.  So esattamente dove eri finito in queste ore. Volevo soltanto metterti alla prova, beh… prova non passata.” 
Una mano di Rick era posta poco delicatamente sul collo del nipote che stava boccheggiando in cerca di aria, dopotutto però nei meandri della sua testa, Morty sapeva fosse colpa sua., perciò non si mosse. “Come hai potuto… tu, piccolo sporco…” e la frase rimase in sospeso. Nessuna parola riempì l’aria, soltanto dei lamentosi capricci e amare lacrime. Poche volte Morty aveva visto suo nonno piangere e sapere di esserne la causa lo faceva stare male. “Rick non piangere, non ne hai il diritto. Tu sei quello che ha sbagliato per primo!” disse finalmente il ragazzino. 
“Sbagliato per primo!? Morty ma che cazzo stai dicendo mh?” sussurrò l’uomo con occhi sgranati. Il ragazzo a questo punto decise di buttare tutto fuori, ormai l’errore era stato fatto e non si poteva più andare indietro. Tanto valeva stare zitti.
Così, per l’ultima volta quella sera, Morty prese un grande respiro ormai libero dalle mani di Rick ed iniziò a parlare. “Quel giorno, quando mi dissi che dovevi andare in un posto con lei, con… tu sai chi, avevo capito che in realtà stavate andando da qualche parte per stare soli. In quel momento Rick, ogni promessa, ogni sorriso e bacio era scomparso dalla mia testa. Mi stavi per distruggere il mondo che mi ero creato per me… per noi. Così aspettai che la tua navicella fosse ormai scomparsa nel cielo e presi la tua spara porte di riserva, quella nel cassetto nero della scrivania, la presi e poi da quel momento fu tutto un susseguirsi di fatti orribili da raccontarti e-” “Dimmeli. Voglio sapere tutto.” disse lentamente Rick. Il ragazzo allora con occhi lucidi mandò giù l’enorme groppo che gli era rimasto in gola. Prese coraggio e cominciò a narrare i fatti. “Andai nel tuo bar… quello dove ti vidi la prima volta con un uomo. Chiamai i 3 ragazzi dell’ultima volta. Portarono alcool, droga e… preservativi.” 
La stanza era avvolta da un doloroso silenzio. Morty non osava alzare lo sguardo sull’uomo davanti a lui. Non ne aveva il coraggio. Al contrario però, Rick lo fissava. Lo stava fissando da quando aveva cominciato a parlare. Aveva un leggerissimo broncio sulla bocca e le sopracciglia accigliate. Non volle dire niente, aspettò soltanto che il suo “ometto” riprese a parlare. “E-e poi, poi noi… si ecco noi… lo abbiamo fatto, tutto il tempo ed io ero così arrabbiato con te che non mi curai della tua voce nella mia testa. Sai cosa mi diceva Rick? Mi diceva: “Stai tranquillo Morty, tra poco sarai salvo, ti amo”. Perciò decisi di spegnere tutto definitivamente. Quando ebbi finito tornai a casa e il resto lo sai.” 
Se non fosse stato per le innumerevoli opere romantiche e drammatiche che Morty obbligò Rick a vedere, quest’ultimo non avrebbe mai capito il cuore spezzato a causa dell’amore, diciamo che non avrebbe compreso neanche il concetto di cuore spezzato.
In quell'istante invece, ogni momento che ci fu tra loro due ritornò a galla. Rick non fissava il vuoto, in realtà lui stava ammirando quanto splendore avessero passato i due insieme.
Non uscì neanche una parola dalla bocca dell’uomo dai capelli più blu del mondo. Semplicemente si alzò, percorse la poca distanza dal letto alla porta, infilò la chiave nella toppa ed uscì, lasciando il suo ometto da solo, in lacrime.
Quella notte, fu la più solitaria per entrambi.

***

Il mattino dopo, Morty si svegliò dalle sue poche ore di sonno completamente stremato. Per quanto non volesse farlo, sarebbe dovuto andare in cucina a fare colazione con la sua famiglia. Così prese coraggio e scese a passo leggero per non farsi sentire. Comparve infine da dietro l’angolo e andò a sedersi al suo posto come se nulla fosse. Summer e Beth erano prese a parlare di un documentario sui leoni che al ragazzo non interessava minimamente. Ad un certo punto però, si sentì un grosso tonfo provenire dal garage e i tre si girarono per vedere cosa fosse quel rumore. Pochi secondi dopo Rick uscì dalla porta del luogo da cui provenì il suono e si fermò davanti alla sua famiglia… per l’ultima volta.
L’uomo era vestito nel solito modo: maglia azzurra, camice bianco e pantaloni beige. Soltanto una cosa lo contraddistingueva dalle altre volte: teneva in mano il manico di una valigia e due borsoni sulle spalle.
“Papà cosa-” chiese per cominciare Beth, ma subito Rick la fermò alzando una mano.
“Ecco io… me ne sto andando, per sempre. Non volevo fare come le altre due volte in cui ero scomparso nel nulla perciò sono venuto a dirvelo. Non è colpa vostra, è mia. Ho iniziato una cosa che non doveva neanche esistere e per questo me ne andrò. Vi voglio bene.” Queste furono le parole di Rick. Nessuno osò obiettare. Soltanto Morty conosceva il motivo di quell’ estrema azione e si sentiva maledettamente in colpa.
L’uomo fece per girarsi ed andarsene quando il ragazzo si alzò e gli corse incontro. Lo abbracciò, strofinò il viso sulla pancia dell’uomo, cercò di trattenere le lacrime ma era tutto inutile. 
L’uomo a quella vista guardò le due ragazze di fronte a lui. Fece loro un candido sorriso e tirò Morty dentro al garage. 
“R-rick ti prego! Non-non andartene! Mi dispiace per ciò che ho fatto! Ti prego Rick.... io, io ti amo!” urlò il ragazzo. 
Rick teneva stretto suo nipote, già… suo nipote. Doveva essere così dall’inizio, nessun bacio o abbraccio. Niente di niente. 
“Morty… mi hai dato così tanto in così poco tempo. Ti amo anche io… ometto.” e così i due si baciarono. Un bacio profondo mischiato a lacrime e saliva. Un bacio che fece scoppiare il cuore dei due. Un bacio che non sarebbe stato dimenticato da nessuno dei due.
“Ti prego, resta. Io non ce la faccio senza di te.” il ragazzo era consapevole di ciò che stava dicendo. Sapeva e aveva capito, anche se da poco, il valore che quelle parole avevano. Ma purtroppo non tutto va sempre nel verso giusto.
“Mi dispiace Morty. Devo andarmene per me, ma anche per te.” e a questo punto i due si divisero. Morty crollò al suolo mentre vedeva l’uomo dirigersi verso la navicella.
Prima di entrarvi però si fermò, ammirò per l’ultima volta il suo amato e si girò.
“Al dodicesimo rintocco, quando tutto il mondo festeggia e scoppia, tra alcuni anni.” queste furono le ultime parole dell’amore di Morty. La navicella si alzò in aria per l’ultima volta.

fine flashback

oggi 31-12-20
La famiglia Sanchez stava piangendo a causa del figlio minore, Morty. Si era finalmente deciso ad andare a vivere da solo. Le sue cose erano già sistemate nella lussuosa macchina. Aveva persino un lavoro ben pagato. Si stava trasferendo in una bellissima villetta in cima ad una collina, un posto estremamente tranquillo e solitario, come piaceva a lui. Salutati i parenti, gli amici, gli animali domestici e la sua camera, il ragazzo, ormai diventato un uomo di 26 anni, prese in mano il volante ed iniziò la sua nuova avventura.

***

“Uh… che faticaccia. Sono già le undici di sera ma ne è valsa la pena.” disse Morty a se stesso. Aveva deciso di mettere in ordine tutti gli scatoloni già il primo giorno. Ci aveva messo molte ore ma ciò a lui non interessava. Non gli interessava neanche che fosse l’ultimo giorno dell’anno. L’avrebbe passato da solo. C’era sempre una prima volta per tutto.
L’ultima ora prima del nuovo anno Morty la passò facendosi una doccia rilassante e finita questa ritornò nella sua camera da letto per rilassarsi. Mancavano cinque minuti al nuovo anno. Si sdraiò sul letto e guardò il soffitto, sospirando stanco. Cinque minuti forse gli sembravano infiniti in quel momento. Cinque minuti di silenzio e terrore, già… perchè in realtà il nostro uomo era rimasto un ragazzino dal giorno in cui il suo uomo se ne andò. 
Mancava un minuto ai fuochi d’artificio. Mancavano 60 secondi ad una nuova vita.
Avrebbe fatto l’ultimo sforzo prima di addormentarsi: si mise in piedi per andare verso la finestra e vedere lo spettacolo di luci nel cielo ma qualcosa successe: un grande giramento di testa fece risedere l’uomo sul letto. Delle parole risuonavano nella sua testa incessantemente; “Al dodicesimo rintocco, quando tutto il mondo festeggia e scoppia, tra alcuni anni.”
Mancavano 10 secondi al nuovo anno. Il giramento di testa continuava.
9 I suoi occhi si allargarono
8 Il suo cuore batteva all’impazzata
7 Non vedeva più niente
6 Le lacrime gli offuscavano la vista
5 Voleva solo dormire
4
3
2
1 … o forse no.
“Ti sono mancato Ometto?”

fine

Buon anno a tutti. -G

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