A VIRTUAL STORY

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Stavo comodamente sdraiata sul letto intenta a leggere uno degli svariati dpcm del governo quanto sentì il mio pc suonare, chi poteva mai chiamarmi a quest'ora? Mi alzai svogliatamente, mi sedetti alla scrivania e rimasi confusa dal nickname di colui che mi stava chiamando 'T22'. 

T22?

 Chi diamine è T22? 

Presa dalla curiosità e probabilmente influenzata anche dalle linee di febbre accettai la chiamata e quando vidi il suo volto rimasi scioccata. 

T22, come avevo fatto a non pensarci? E' il nickname di Tom Felton ma perchè avrebbe dovuto chiamarmi? E sopratutto come faceva ad avere il mio nickname?



"Ehi, tutto bene?" mi chiese vedendomi immobile

 "eh? Oh si, scusa" dissi risvegliandomi da quella paralisi momentanea "ma come... cosa... perchè?" Chiesi molto confusa facendolo ridere leggermente 

"non sei tu Maia Romoli?" "Si, sono io" "allora sei tu che ha vinto il meet con me, giusto?" 

In quel momento tutti i pezzi del puzzle tornarono immediatamente al loro posto, circa un'anno fa fu indetto questo concorso e un fortunato o fortunata avrebbe avuto la possibilità di passare con lui un intero pomeriggio... poi la pandemia ha bloccato tutto. 

Tom si trovava in Italia per girare un film quando scoppiò il finimondo e, a distanza di mesi, non era ancora riuscito a tornare a casa. 

Il fatto che ci trovassimo entrambi nella stessa città, Roma, sotto sotto mi faceva piacere.

 "Si" riposi "ho vinto il meet ma come ben sai c'è una pandemia in corso" 

"lo so, ma siamo riusciti a trovare un compromesso. Tampone per entrambi e passa la paura" 

"per quanto la tua proposta sia allettante non posso accettare" risposi chiudendomi nella coperta posizionata sulle mie spalle 

"per questo sono qui" mi disse "so che hai rinunciato e vorrei sapere il perchè, se hai paura del vir..." lo fermai immediatamente per rispondergli 

"non ho paura del virus, cioè si ma la paura la devo mettere nel cassetto al momento. Vorrei davvero partecipare ma non posso" 

"posso sapere il perchè?"

 "Ho il covid".

Abbassai lo sguardo imbarazzata da quel silenzio a seguito della mia confessione quando finalmente parlò

 "come stai?" alzai le spalle

 "ho la febbre e non sento i sapori e gli odori, sto approfittando per mangiare tutte quelle cose che normalmente non mangerei" dissi cercando di smorzare brutta quella tensione

 "mi dispiace" "oh tranquillo, sembra di avere una banale influenza" dissi confortandolo e guardando i suoi occhi attraverso la webcam. 

"Posso chiederti come hai... si, come..." "come l'ho preso?" continuai al posto suo per vederlo poi annuire 

"in ospedale" confessai 

"in ospedale? e che ci facevi in ospedale?" chiese lui con tono agitato

 "ehi tranquillo, sono un'infermiera" confessai e vidi immediatamente il suo volto rilassarsi 

"quindi sei una supereoina?" chiese sorridendo 

"non siamo supereroi, facciamo solo il nostro lavoro" "forse il lavoro più difficile in questo momento" continuò lui mentre abbassai nuovamente il capo e mi strinsi dentro la coperta. 

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