Ho sempre pensato che il 31 dicembre fosse il giorno più triste dell'anno. È il giorno in cui chiunque tira le somme con sé stesso, con gli obiettivi che si era prefissato, con le cose che aveva da fare. Anche se non serve per forza avere degli obiettivi per tirare le somme, lo fai automaticamente.
È l'ultimo giorno dell'anno solare, tua nonna ha fatto lenticchie e cotechino per augurarti fortuna per il nuovo anno, come se quelle lenticchie e quel cotechino che ha cucinato con tutto l'amore e la buona volontà del mondo, potessero avere un vero impatto significativo sul tuo futuro. Quasi potrebbe preoccuparsi se tu decidessi di non mangiarle perché è mezzanotte e hai già mangiato tutte le cose che hanno cucinato a sfinimento dalla mattina e che continuerai a mangiare per i prossimi tre o quattro giorni. Senza considerare che è da circa una settimana che va avanti questa situazione. Indipendentemente dal fatto che mezzo mondo muoia di fame, mentre tu mangi per ingozzarti fino a dover prendere il Brioschi per digerire e poter dormire. Ma è tradizione e va rispettata.
Come il countdown in tv, all'inizio è quasi okay, pensi che ancora la terra sia lontana qualche minuto dal punto in cui si trovava esattamente 365 giorni e quasi 6 ore fa. Dico quasi perché non è ancora in quel punto, è lì vicina, c'è quasi, come quando hai un appuntamento e mancano 10 minuti, ma a te non sembrano e decidi di prenderti altro tempo, tanto che alla fine fai ritardo.
La sensazione è un po' la stessa, pochi minuti, poco sentiti. Quando poi arriva l'ultimo minuto, ecco, lì inizi a riflettere, in quegli ultimi secondi in cui potenzialmente sei ancora al tavolo o ti sei preso di coraggio e con fatica ti sei allungato verso il divano; lì inizi a sentire il peso della tua vita, di tutti i momenti che hai trascorso, che neanche ti ricordi più tutti, le delusioni che hai preso, i litigi che potevi evitare, le occasioni che hai sprecato e che prometti a te stesso di non lasciarti più scappare, come se fossi in grado veramente di imparare ogni volta dai tuoi errori.
Ripensi a tutte le persone che hanno fatto parte della tua vita e alle quali auguravi 'buon anno' lo scorso anno e che adesso neanche guardi più in faccia.
Pensi anche a chi scriverai quest'anno: alla tua amica di infanzia che ti è sempre stata vicina, al tuo migliore amico che hai conosciuto in università o al lavoro quest'anno, al tipo che ti piace e non ti ricambia. Gli scriverai buon anno, anche se quell'anno lo passerete insieme e vedrai tu in primis se quell'anno sarà un buon anno oppure no. Sembra brutto non scriverlo, passi per persona fredda alla quale non interessa di come andrà il tuo anno, quindi tocca anche a te partecipare ogni anno, allo stesso gioco.
O ancora i fuochi d'artificio, che forse sono la parte che personalmente odio di più. Cioè mi piacciono. Nessuno può dire che una miscela di nitrato di potassio, carbone e zolfo, che tu sia appassionato di chimica o meno e che crei questi effetti strabilianti, rendendo un'esplosione nociva, affascinante, non sia bella. Però continuo a pensare alla composizione chimica, all'impatto che una notte di fuochi d'artificio possa avere sull'inquinamento, al numero di morti dovuto a fuochi d'artificio difettosi o esplosioni accidentali o agli animali che terrorizzati scappano o muoiono d'infarto, che perdono tutta la loro magia. E tu sei comunque lì, in balcone, in terrazza o per strada a giocare con le scintille e a vedere gli adulti spararli in aria.
Lo so, ho dato per scontato passare capodanno con la famiglia, ho diciannove anni, conosco il detto 'Natale con i tuoi, Capodanno con chi vuoi', però credo che un po' tutti abbiamo deciso o meno di passare un capodanno amorevolmente con tutta la famiglia che non vedi mai così felice e affiatata come dal 25 dicembre al 6 gennaio. Poi l'Epifania tutte le feste si porta via e con esse, anche quell'atmosfera a cui ti eri affezionata, pensando addirittura che da quest'anno il rapporto tra i membri della tua famiglia potesse veramente migliorare.
Comunque, non è il passare capodanno con i tuoi amici a cambiare le cose, il fulcro è sempre lo stesso, cambiano le modalità.
Magari vi siete riuniti nella casa vacanze di un vostro amico tutti insieme e avete deciso di fare una colletta che spenderete per la maggior parte in alcol e per la restante parte in cibo spazzatura che vi permetterà di sopravvivere quei due giorni. E in più ognuno di voi magari porterà qualcosa fatta dalle vostre madri o padri. Il piano sarà quello di non dormire e di giocare ad 'io non ho mai', per sapere i segreti degli altri e far nascere nuove coppie o amori corrisposti ma nascosti. Aspettare la mezzanotte, fare il countdown e poi andare in spiaggia, sparare fuochi d'artificio, giocare a pallone e vedere l'alba; presupponendo che questa casa vacanze sia vicino al mare. Il tutto senza aver dormito, tanto i letti neanche erano abbastanza per tutti, o sbaglio?
Ecco, in questo caso sei talmente preso dalla voglia di divertirti che neanche ti rendi conto del tempo che è passato o del peso di quegli ultimi secondi, li hai presi con la giusta leggerezza. Poi però il giorno dopo, il peso del nuovo anno è un po' inevitabile.
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Ellisse
Non-FictionLa fine determina un inizio e viceversa. Due facce della stessa medaglia che si rincorrono in un continuo di esperienze. Tramite momenti, elementi autobiografici e non, racconto una storia. Capiresti quale sia e quali siano l'inizio e la fine, se...