Avere ventotto anni, una laurea in ingegneria e una carriera promettente non rende le persone felici. Questo era ciò che pensava Louis Tomlinson ogni mattina mentre entrava nel suo ufficio. Riconosceva il suo stile di vita: era ricco, non aveva alcun problema nell'arrivare a fine mese o nel pagare le numerose bollette. Si poteva permettere di spendere anche per le cose più semplici, non faceva mancare niente a nessuno.
Faceva parte di svariate associazioni impegnate nel combattere la povertà, insomma, Louis Tomlinson era pronto ad aiutare chiunque nel momento del bisogno. Probabilmente, alle persone che non conoscevano davvero l'uomo, faceva invida, chi non avrebbe voluto vivere apparentemente senza preoccupazioni? Louis, però, di tutto questo non ne poteva più. La sua routine, sempre più monotona, lo stava mangiando, non aveva più quella spensieratezza che sognava ai tempi dell'università.
Il giorno girava attorno al lavoro, una pausa pranzo al volo, un caffè prima dell'ultima riunione, la corsa per salire sull'autobus, arrivare in casa stanco, senza potersi sfogare con qualcuno, magari ridendo di un cliente che come da copione aveva improvvisamente deciso di non essere soddisfatto del lavoro svolto da Louis. Ultimamente le "giornate-no" erano sempre di più, capitava che l'uomo non riuscisse a fare altro che starsene in ufficio anche dopo la fine del turno. Era stanco, al limite del suo massimo, ma riusciva a non far trapelare niente di tutto questo. Neanche quando, per la prima volta, in un semplice messaggio scrisse : " Mamma, non riesco a tornare da voi per Natale. Mi dispiace, vi voglio tanto bene. Ci vediamo presto. Xx " .
La madre non fece molte domande rispose dicendo di essere dispiaciuta, ma era comunque tranquilla, consapevole che il suo "bambino" viveva nella capitale ed era protagonista del sogno che fin dal primo anno di liceo aveva avuto.
Quei tempi, erano tuttavia un ricordo lontano, per Louis. Il suo ventinovesimo compleanno, dopo un breve scambio di messaggi con sua madre e le sue sorelle, lo passò da solo, studiando un nuovo progetto e spedendo mail ai suoi clienti. Verso fine giornata, qualcosa scattò nella sua mente: aveva compiuto gli anni, diamine, non poteva sprecare quella giornata. C'era ancora tempo per poterla rendere migliore.
Sistemò rapidamente la sua scrivania: computer chiuso, a sinistra, penne e matite chiuse nel suo astuccio preferito, l'agenda al centro del bellissimo tavolo in vetro. Aprì il suo armadio, prese una semplice tuta e si fiondò sotto la doccia. Usò i prodotti ai quali era ormai affezionato, pensando a quanto poco li usasse: shampoo agli agrumi, bagnoschiuma al cioccolato. Era una combinazione abbastanza bizzarra, ma a lui non importava, adorava il modo in cui profumava la sua pelle. Una volta asciugati anche i capelli, si lavò i denti e arrivò in cucina. Controllò di non aver dimenticato niente e, dopo essersi infilato delle semplici adidas, le sue amate sneakers, uscì dalla porta di casa.
Appena fuori, si sentì diverso, iniziò a guardarsi intorno, a respirare l'aria, un po' inquinata, ma era come se non se ne fosse mai reso conto. La strada era davvero affollata: bambini che ridevano insieme alle loro mamme, signore anziane che discutevano sull'improbabile finale di un certo programma televisivo, scene quotidiane che a Louis parevano nuove. Erano quasi le sei di sera, faceva freddo e Louis voleva a tutti i costi farsi un regalo di compleanno. Camminò per un paio di isolati quando, in faccia a una libreria, notò un negozio di fiori, molto piccolo, ma era come se quell'aria di semplicità invitasse l'uomo a scoprire cosa riservava all'interno. Entrò e subito le sue narici fiutarono l'odore tipico di fiori, rimase stupito, non aveva mai fatto a caso nemmeno a questo.
"Ciao! Benvenuto, posso aiutarti"? Una voce roca, fece tornare Louis sulla terra ferma. Egli alzò gli occhi e rimase stupito, non aveva mai visto un ragazzo così bello. Era indescrivibile, aveva dei capelli ricci, lunghi al punto giusto e un sorriso che infondeva sicurezza.
"Uhm, ciao... oggi è il mio compleanno e ho pensato di comprare dei fiori"? Chiese Louis, il ragazzo riccio sorrise perché nessuno aveva mai detto una cosa del genere, ma non per questo avrebbe dovuto giudicarlo.
"Tanti auguri allora! Sono felice che tu abbia pensato a dei fiori, hai un'idea di quali vorresti"?
"In realtà non sono molto esperto in questo genere di cose..uhm, saprei costruire però delle serre biotecnologiche per farli fiorire", Louis rise alla sua affermazione, piuttosto stupida. "quindi, non è che potresti consigliarmi tu quali acquistare"?
"Si, certo, non preoccuparti! A me piacciono molto i girasoli, te ne preparo un paio". Rispose gentilmente, come era solito fare il giovane fioraio.
"Sono davvero molto belli, mi piace il loro colore." Affermò Louis appena vide il mazzo completato. Dopo aver pagato, salutò e uscì ascoltando quella voce che all'inizio l'aveva stupito.
"Sono contento che piacciano anche a te, ancora tanti auguri"! .
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sunflower lover | oneshot
Short StoryLouis vuole comprarsi dei fiori per il suo compleanno, ma non sa quali. Harry fa il fioraio, a lui piacciono molto i girasoli. oneshot, 2021.