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hoseok: chi?

Sbattei le palpebre più volte mentre cercavo di capire il senso del messaggio di Hoseok. In che senso "chi?". Era stato lui a prenotare Park Jimin al mio posto, ne ero convinto. O almeno lo ero stato fino a pochi secondi prima. In quel momento ero troppo confuso per chiedere ulteriori spiegazioni al mio amico. Se mi aveva risposto in quel modo allora voleva dire che c'erano soltanto due opzioni: o aveva intenzione di comportarsi come se non sapesse nulla oppure non sapeva davvero chi fosse Park Jimin. Inutile dire che la seconda possibilità mi spaventava, e non poco.

Durante le ultime due ore di lezione, compreso il tragitto per tornare a casa, Hoseok continuò a tartassarmi di messaggi, chiedendomi se fosse successo qualcosa, ma non avevo ancora fatto pace con me stesso, figurarsi con lui.
Se era stato realmente Hoseok a prenotare un prostituto pensando di rendermi felice, allora non aveva capito proprio niente di me in tutti quegli anni di amicizia. Se poi voleva anche giocare a fare il finto tonto, allora non avevo nulla da dirgli.
C'erano soltanto tre cose di cui avevo bisogno in quel momento: una doccia calda, del ramen istantaneo e la mia PlayStation.

***

Naturalmente ebbi una lunga discussione con mia madre prima di potermi posizionare davanti alla console in tutta tranquillità. Ogni volta che mi vedeva sgattaiolare in cucina per prendere una confezione di ramen istantaneo era guerra. Non le andava proprio giù il fatto che a volte non avevo voglia di mangiare in modo sano. Anzi, a dire la verità quasi tutte le sere.

Erano passate ormai un paio d'ore, se non di più, quando lo schermo del mio cellulare cominciò ad illuminarsi nel buio della stanza. Gli occhi mi bruciavano tantissimo, ma non avevo di intenzione di scollarmi dal computer. Forse avrei dovuto lasciare almeno la luce accesa.
Era ancora Hoseok, non aveva fatto altro che continuare a mandarmi messaggi fino alle dieci, poi era scomparso. E ora mi stava chiamando. Decisi di non rispondere, avevo di meglio da fare che ascoltare le sue giustificazioni. Ma fui costretto a rinunciare ai miei buoni propositi dopo la terza chiamata.

- Ma perché non risp- Oh! Jungkook, finalmente, cazzo!

Storsi il naso. Perché tanto allarmismo? Era abituato a essere ignorato da me.

- Che vuoi?

- Vieni al club.

- Quale club?

- Quello di ieri!

Ancora quel respiro affannato, non c'era nessun accenno di risata nella sua voce.

- Sei di nuovo ubriaco? Sappi che non ho la minima intenzione di trascinarti a casa. Chiedi a qualcun altro.

Stavo per riattaccare, ma chiamò ancora il mio nome con tono disperato.

- Jungkook! Aspetta, è successo un casino!

Sospirai.

- Che hai combinato questa volta?

- Vieni subito, non so per quanto tempo posso aspettare.

Prima che potessi replicare, Hoseok terminò la chiamata. Non era ubriaco, era davvero successo qualcosa.
Rimasi seduto per qualche secondo a mangiucchiarmi le unghie e a fissare lo schermo del telefono con gli occhi sgranati.

- Ah, fanculo!

Non importava quando fossi arrabbiato con Hoseok, era pur sempre il mio migliore e non potevo ignorare una sua richiesta d'aiuto. Ma cos'era successo? Era insolito da parte sua parlare in quel modo. Anche quando era così ubriaco da non riuscire a reggersi in piedi, la sua voce era sempre scherzosa.

Jungkook's birthday ↬  𝒋𝒊𝒌𝒐𝒐𝒌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora