Santa Claus sta arrivando in città.

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«White!» La radio dell'auto della polizia gracchiò. «White, mi senti?»
Nell'abitacolo vuoto rimbombavano le parole dell'agente Moore, mentre Loris White giaceva supino in mezzo metro di neve fresca, svenuto e quasi assiderato.
«White, dove sei?»
Qualcosa nella neve si mosse. Era la mano dell'agente White che stava rinvenendo, stava per accorgesi di essere quasi morto di freddo, ma non era detto che sarebbe riuscito a raggiungere l'auto per chiedere aiuto. Quando l'uomo aprì gli occhi rabbrividì: si era accorto di essere completamente avvolto nella gelida neve fresca e capì anche che doveva essere rimasto lì per ore, fortunatamente però sembrava riuscisse a muoversi. Piegò pian piano le ginocchia, i fiocchi di neve gli cadevano sul viso, ma lui era talmente freddo da non sentirli posarsi sulla sua pelle. Si issò sulle braccia e gattonò lentamente fino all'auto. Cosa diavolo gli era successo?

Attaccato alla portiera, non riusciva a riordinare le idee, la testa gli doleva e voleva solo entrare e accendere il motore.

Una volta nella macchina girò le chiavi nel quadro e il motore si avviò, insieme al riscaldamento che ci mise qualche minuto a buttar aria calda fuori dai bocchettoni posizionati in vari punti sul cruscotto. White tremava ancora mentre si guardava intorno, quella era un auto della polizia, ma cosa ci faceva lui sdraiato accanto a una macchina della polizia vuota? Cosa era successo all'agente che la guidava? Poi però abbassò lo sguardo sulla sua spalla, la giacca inzuppata portava la toppa di un distintivo della polizia. Lo toccò con dita incerte. Forse l'agente lo aveva salvato e poi gli aveva prestato la giacca, ma ancora una volta si trovò sorpreso nel notare che vestiva anche abiti da poliziotto.

«White!» La voce lo fece sobbalzare. La radio, se ne ricordò: doveva chiedere aiuto.
«Mi sentite?» tentò.
«White, sei tu?»
«Io... Dovete aiutarmi!» Non c'era tempo di spiegare che non sapeva chi fosse, sapeva solo che era rinvenuto in mezzo alla neve e stava per congelare.
«White, dove sei?»
Chi era White?
«Non so dove sono» disse poi incerto.
«Va bene. Non preoccuparti, dimmi solo cosa vedi.»
White cercò di scorgere qualcosa al di là del lunotto anteriore ma la neve lo sovrastava coprendo completamente la visuale, decise così di tentare di abbassare il finestrino del lato passeggero. Fece uno sforzo enorme per girare la manovella ma ci riuscì, ancora intorpidito dal freddo, e vide qualcosa in lontananza.
«C'è un cartello... Dice... SapVille.»
«Sei sulla statale?» chiese la voce all'altro capo della radio.
«Non ne ho idea, qui è tutto bianco.»
«Ok, ok! Loris, non ti preoccupare, stiamo arrivando. Abbiamo preso lo spazzaneve, io e Rupert veniamo a cercarti.»
White non sapeva chi fossero quel tizio e il suo amico Rupert, e non sapeva nemmeno chi fosse lui, ma quelli lo conoscevano, avevano riconosciuto la sua voce e lo stavano andando a prendere.

Rimase minuti interminabili nell'abitacolo che, fortunatamente, si era scaldato. L'auto sembrava sepolta sotto la neve. Non sentiva altro se non il rumore stanco del motore acceso e quando qualcuno bussò il finestrino, White si spaventò, si era quasi appisolato. Senza paura aprì lo sportello.
«Loris, stai bene?» Dalla voce sembrava il tipo della radio.
«Sì» rispose.
«Molla la macchina, è sepolta nella neve, ti portiamo via con lo spazzaneve.»
White annuì, spense il motore e seguì il ragazzo in divisa fino al veicolo guidato da quello che doveva essere Rupert.
«Cosa diavolo ci sei venuto a fare fino a qui con la tempesta di neve, White?» gli chiese lo sconosciuto alla guida.
L'uomo aveva usato con lui un tono confidenziale, ma Loris White non sapeva chi fosse e, cosa più importante, non sapeva cosa rispondere. Il problema non era rivelare un'informazione a degli sconosciuti, il problema era che non ricordava come fosse arrivato fin lì. E che cazzo di posto era "SapVille"?
«Siamo in California?» chiese poi, smarrito.
I due si voltarono di scatto a guardarlo. Erano visibilmente perplessi.
«Nevica così in California?» chiese burbero il tizio di nome Rupert.
No. Non aveva mai nevicato così da quando viveva in California.
«White, ma che cosa stai dicendo?» disse l'agente. «L'hai lasciata la California, ricordi? Ti sei trasferito da tempo a Maple Town. Sei tornato qui dopo quel fatto a San Simeon, la storia di quel ragazzo scomparso. Come si chiamava? Ah, sì! Erik Mc Lane Junior.» Il ragazzo lo fissava e White era sempre più confuso. Non ricordava quasi nulla, ma ricordava che viveva in California. «White, stai bene? Non sai cosa ti è successo? Avevi lo stesso sguardo quando sei tornato dalla California. Giuro, sembrava avessi visto un fantasma in quel posto!»
No, non lo sapeva. Non sapeva più nulla, ma ricordava del caso di San Simeon. E chi se lo sarebbe scordato?! Aveva davvero visto un fantasma e quello che era accaduto al ragazzo, il povero Erik Mc Lane Jr. era stato terribile. Forse quel caso lo aveva davvero spinto a lasciare la California, tanto valeva fidarsi di quelle due persone che sembravano conoscerlo.
«Non ricordo niente» ammise.
«Ok, tranquillo, ti riportiamo a casa!»
L'uomo di nome Rupert guidò accigliato fino al centro della cittadina di nome Maple Town. Tutto era sommerso dalla neve fresca e la bufera non accennava a fermarsi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 22, 2022 ⏰

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