Può un bambino sconvolgere una giornata? La risposta è sì. Alla sottoscritta, Chloè Bourgeois, è stato imposto di fare la babysitter al figlio duenne di sua zia con un ricatto da parte del suo amato paparino. Bleah, odio i bambini, odio i passeggini e odio camminare.
Ma papino a pranzo è stato irremovibile: sua sorella sarebbe passata a trovarci quel pomeriggio con l'ultimo dei suoi pargoli e mentre gli adulti avrebbero discusso d'affari, a me toccava il ruolo di tata. In cambio però otterrò un weekend di totale relax in Provenza. Papino ci sa fare con le contrattazioni, anche se lui aveva inizialmente proposto un solo cappotto. Ma figuriamoci se avrei accettato per un solo indumento.
Fortunatamente quel giorno non si sono presentati i miei cugini più grandi, uno di sedici e l'altro di quattordici anni perché sono rimasti a Versailles. La città, non la reggia. I miei zii non meritano una dimora simile.
Non ho mai avuto granché rapporti con i famigliari di mio padre, solo mia zia fa qualche apparizione ogni tanto, solitamente quando deve confrontarsi con papà su qualche bene in comune da dividersi. I parenti tornano solo quando di mezzo ci sono i soldi.
Comunque fino a mezz'ora fa non sapevo di avere un cuginetto di due anni e men che meno di dover passare il pomeriggio con lui. Avevo ben altri progetti in mente, come ad esempio un giro da Sephora e passare l'intero pomeriggio al Village Royal assieme a Sabrina a farmi da portaborse.
Cosa si fa con una bambino? In casa non ho nulla per poterlo intrattenere. Decido quindi di portarlo a fare un giretto e infatti resta tranquillo nel passeggino guardandosi attorno. Se dovesse iniziare a strillare potrei sotterrarmi sul posto. Odio essere messa in qualche situazione controvoglia, ma soprattutto odio essere al centro dell'attenzione quando le circostanze mi remano contro. Per di più oggi è anche il giorno libero di Jean-coso, altrimenti l'avrei obbligato a seguirmi e si sarebbe occupato lui del piccolo spingendo questo coso a quattro ruote per le vie di Parigi.
Mi incammino in direzione Louvre perché ricordo che ai Jardin des Tuilleres c'è una giostra. Comprerò una valanga di gettoni e lo farò stancare a suon di giri. Così mentre dormirà farò un po' di shopping sugli Champs Elysée. Chiamerò un taxi e potremo così tornare a casa entrambi soddisfatti. Papino dovrà aggiungere un regalo extra per rimborsarmi delle spese della giostra.
Allungo il passo perché voglio arrivare alla meta il più velocemente possibile, non presto attenzione a nessuno, anzi pretendo la precedenza sul marciapiede e nessuno mi dev'essere d'intralcio.
Ecco ci siamo! Ancora un centinaio di metri e raggiungiamo il cancello. Ma all'improvviso qualcosa mi colpisce, perdo la tenuta sul passeggino che dal contraccolpo viene sballottato ed io cado in terra picchiando il sedere sul marciapiede. Che botta! Ovviamente il bambino inizia a frignare, mi alzo subito di scatto e rivolgo uno sguardo di fuoco al colpevole.
E' un ragazzo moro, magro, non tanto alto, vestito in modo poco curato ed è al capezzale di mio cugino. Ma che diamine!
"Ehi ma guarda dove vai!" inizio ad inveire contro il ragazzo.
"Sei tu che sei scesa dal marciapiede invadendo la pista ciclabile"
"Eh... Vabbè comunque potevi almeno aiutarmi, lui è bello sicuro legato al passeggino con le cinture, è ovvio che non può essersi fatto male"
"Che non si sia fatto male hai ragione, ma stava piangendo, sicuramente per lo spavento ma è sempre meglio controllare, no? Tu hai le gambette per rialzarti"
"Ma come osi! Se mi fossi rotta una caviglia?"
"Non te la sei rotta"
"Ma se fosse rotta?"
"Non è rotta"
"Ho detto se lo fosse, come fai a dirlo?"
"Dallo slancio con cui ti sei rialzata direi che non è rotta. Avresti starnazzato dal male"
"Starnazzato?"
"Sì! Anche adesso stai starnazzando come una cornacchia. E comunque ribadisco: non ti sei fatta nulla. Non oso immaginare cosa avresti fatto con qualche osso rotto"
Ma che insolente!!! Chi invece lo trova adorabile è il bambino che regala sorrisoni al nostro investitore ed inizia a reclamare la sua attenzione al grido di "Bacche, bacche".
"Visto che gli piaci se cerchi un impiego come baby sitter, te lo lascio un'oretta così posso fare shopping sugli Champs Elysée"
"Ti piacerebbe Barbie, ma no" replica subito senza guardarmi in faccia e continuando a far ridacchiare il piccolino nel passeggino.
Grrr, è ridicolo! Assolutamente ridicolo! E ha pure il coraggio di farmi un sorrisetto di scherno aggiungendo "Sono a posto così"
Ma non mollo, la giornata continua a prendere una brutta piega per i continui piani che vanno in fumo.
"Dai, quanto vuoi all'ora per tenere il marmocchio?"
"Ti ho detto che sono a posto. Inoltre non fa per me tenere marmocchi e ho appena finito il mio turno di consegne. Direi che basta e avanza, grazie"
"Ti pago il doppio"
"Ti sembro uno in cerca di elemosina? Non voglio un secondo lavoro, tantomeno da te"
Lo guardo riducendo gli occhi a due fessure, ma chi caspita è questo tizio. Ha un'aria vagamente famigliare ma di sicuro non è tra le mie conoscenze. Oltre all'abbigliamento alquanto bizzarro, è irritante. Ma non so per quale motivo sono ancora qui ferma su questo marciapiede a battibeccare con lui.
I miei pensieri vengono interrotti da mio cugino che proprio in quel momento decide nuovamente di urlare "Bacche, bacche, baccheeeeeee"
"Ssssshhhh! Non urlare, dimmi tranquillamente cosa c'è?" mi chino per parlare con il bambino faccia a faccia cercando di calmarlo.
"Bacche bacche, baccheeeeeee!!!"
"Non capisco, cosa vuoiiiii?" dico disperata rivolta al piccolo che ormai è spazientito ma continuo a pregarlo mentalmente di non fare sceneggiate in mezzo alla gente. Già mi sento lo sguardo del ragazzo puntato sulla mia schiena. Mi sento a disagio e non so perché. Cerco di ricompormi per non perdere la testa e rischiare qualche figuraccia.
"Secondo me vuole andare a vedere le barche. Non mi sembra così difficile da capire"
Sospiro e mi volto lentamente verso la voce alle mie spalle con uno sguardo truce: "Sul serio?! Non dargli strane idee"
"Non gli sto dando strane idee, vuole vedere le barche. Non vedi che indica il fiume con la manina?"
Dentro di me sale la rabbia: la presenza del ragazzo mi sta infastidendo, soprattutto perché intralcia i miei piani, ma non è solo per quello.
"Dai portalo a Port de la Bourdonnais, lì ne vedrà tante"
"Al porto?" chiedo con faccia schifata.
"Sì, al porto. Senza fare tanto i sofisticati, vedrai che si diverte. Di sicuro di più che obbligato a fare il giro sulla giostra per tutto il pomeriggio"
Faccio qualche calcolo mentale, magari soddisfatto di vedere le barche per qualche minuto poi il piccoletto può starà tranquillo nel passeggino e mi concederà almeno un'oretta di shopping.
"Ok, guidi tu il passeggino. Io vi seguo"
"Va bene, allora andiamo Mademoiselle?"
"Certo, fammi strada"
Parcheggia la sua bicicletta nell'apposita rastrelliera, chiude il lucchetto e ci incamminiamo.Potrei farli andare avanti e una volta distanti qualche metro da me, potrei seminarli, fare una scappata veloce da Sephora. Inizio a contare con le dita della mano le cose che potrei acquistare: devo assolutamente comprare un rossetto Dior in quella tonalità di rosso carminio vista su Style Queen, poi quel nuovo profumo di Hérmes, lo smalto RougeNoire di Chanel e....
"...Chloè mi hai sentito?"
I miei acquisti mentali vengono interrotti dal ragazzo, a quanto pare stava parlando con me ma io non ho sentito una sillaba.
"Cosa hai detto?"
"Stai al passo, cosa facciamo se dovessimo perderti? Non mi sembri una abituata a girare a piedi da sola, sei più da auto, dico bene?"
"Sì" risposi sbuffando "E quindi che stavi dicendo?"
"Ti stavo chiedendo se possiamo andare a casa mia?"
"A casa tua? Ahahahahahahah! Ma per chi mi hai preso? Andiamo all'inizio del porto, all'inizio capito? E gli facciamo vedere le barche, poi torniamo a casa"
"Casa mia E' una barca, ed è quello che ti stavo dicendo se tu mi avessi ascoltato anziché guardarti la manicure"
"Non mi stavo guardando la manicure. Comunque niente casa tua, solo...." Non mi fece finire la frase
"...all'inizio del porto, ho afferrato il concetto"
"Bene!"
Proseguiamo senza proferire parola, siamo un trio piuttosto silenzioso. Pure il piccoletto ha deciso di tacere, probabilmente ha capito che il suo desiderio verrà esaudito.
"Siamo di poche parole? Di solito quelle volte che appari in tv sei piuttosto logorroica"
"Appunto, in tv devo mettermi in mostra, no? Qui non devo mostrare niente a nessuno, anzi meno mi notano con un poppante e un fattorino, meglio..." mi blocco perché non volevo essere inopportuna, non con lui questa volta.
"Tranquilla che non mi offendi"
"Bene!"
Giunti all'attracco delle barche turistiche guardo con disgusto il paesaggio davanti ai miei occhi. Bleah che luogo dozzinale, troppo turistico, troppa gente ammassata in attesa del Batobus. Per fortuna il cuginetto non rompe più e a quanto pare si sta divertendo parecchio con la nostra "guida".
L'idea di sfuggire in direzione Sephora balena ancora nella mia mente ma alla fine decido di restare seduta su questa panchina a guardare battelli e barche ondeggiare sulle acque grigiastre della Senna.
Valutando la distanza dal porto agli Champ Elysée e il dover lasciar mio cugino con un estraneo, la scelta più intelligente è quella di restare qui. E' pur sempre mio cugino e se gli dovesse succedere qualcosa sarebbe colpa mia. Meglio tenersi buono e caro il papino visto che ultimamente è di manica larga con i regali e non vorrei finire sui giornali per la sparizione di un bambino di due anni.
Mi volto e guardo i miei due compagni di panchina intendersela alla grande. Il ragazzo parla e racconta al bambino storie di barche, navi, pescatori...E così, senza rendermi conto, inizio ad ascoltarlo rapita. Il suono di un clacson mi desta dal mio momentaneo torpore, guardo l'orario sullo smartphone e mi stupisco nel vedere che è passata un'ora. Mi schiarisco la voce e dico "Beh direi che è ora di andare".
Il ragazzo mi osserva per qualche istante e poi mi chiede "Volete che vi accompagni?"
Lo volevo? In effetti non mi sentivo tranquilla a dover ripercorrere tutta la strada da sola. Inoltre lui doveva recuperare la sue bicicletta e doveva percorrere la nostra stessa strada.
"Visto che devi andare a recuperare la bici, non vedo il motivo per cui tu non dovresti venir con noi"
"Bè potrei sempre fare un'altra strada"
"Mi fareb..." mi fermo un attimo, alzo gli occhi al cielo come per prendere coraggio e metabolizzare le parole che sto per far uscire dalla bocca "Ci farebbe piacere un po' di compagnia al ritorno. Almeno fino al parcheggio delle biciclette".
Lui mi fa un leggero sorrisetto e dice "Certo mademoiselle"
E così ci incamminiamo e, come accaduto all'andata, anche il ritorno è abbastanza silenzioso, ma questa volta non mi sento a disagio, anzi adesso sto addirittura apprezzando questa compagnia.
Giunti al parcheggio delle biciclette, il ragazzo si china a salutare mio cugino e una volta rialzato si rivolge a me con un semplice "ciao", gira i tacchi e sale sulla bici. Non nascondo che ci son rimasta male a questo saluto frettoloso.
Ma ecco che prima di iniziare a pedalare, si volta e mi fa un gran sorriso di quelli che scaldano il cuore, che sembrano cancellare tutto ciò che in quel momento ti sta attorno.
"Ao Uca! Uca! Uca!" grida mio cugino indicandolo con la mano.
"Uca? Aaash si chiama Luka? Te l'ha detto prima quando eravamo seduti sulla panchina?"
"Sì, Uca" e il piccoletto continua a guardare il ragazzo che si allontana.
"Mica male questo Uca" dico guardando anch'io verso la direzione della manina del mio cuginetto.
Oddio! Sto parlando con un bambino di nemmeno due anni e ho appena fatto un complimento ad un ragazzo che nemmeno conosco. Sto impazzendo? Faccio un sospiro, mi chino in modo da avere i miei occhi all'altezza del viso del bambino.
"Sai che ti dico piccoletto? Visto che tu non parlerai con anima viva, questo sarà il nostro piccolo segreto: quel Luka è veramente carino".
Mi rialzo dicendo seria "Ora però si torna alla normalità". Prendo il telefono e compongo il numero del taxi: sono pronta per tornare a casa ad iniziare a stilare la lista dei trattamenti da prenotare alla Spa in Provenza.
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Cambio di programma
FanfictionPrendiamo una biondina pronta per un pomeriggio di shopping, aggiungiamo una visita inaspettata a sconvolgerle i piani e infine uniamo l'ingrediente segreto, ovvero un ragazzo moro arrivato all'improvviso per cambiare del tutto la giornata della rag...