9. 7 settembre (Nicole)

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Sono le 17:35 del 7 settembre, il mio nome è Nicole Williams e ho 16 anni.

Oggi è stato il giorno più strano della mia vita.

Primo giorno di scuola, arrivano nuovi studenti e una di loro mi dice che il mio ragazzo è una specie di donnaiolo e che ci ha provato con lei.

Avrei voluto prendere a schiaffi quel verme, perché non era la prima volta che girava come se fosse felicemente single e come se io fossi una cosa in più, e probabilmente non era nemmeno l'ultima.

Ma io da brava codarda quale sono mi sono messa a piangere e sono scappata.

Nessuno è venuto a cercarmi a parte la ragazza che mi aveva raccontato il tutto, Paige Miller.

Io le ho parlato della mia relazione e lei non ha detto nulla,

ma la cosa che mi ha dato il colpo di grazia è stata quando ho chiesto Paige se mi odiasse e lei ha detto di sì.

Ha girato intorno alla cosa ma era un sì.

Bussano alla porta della mia camera, dico "avanti" ed entra mia madre, si siede vicino a me

<<Nicole tesoro, come ti sei sentita oggi? Quando hai scoperto che il tuo ragazzo non ha fatto altro che prenderti in giro? Chissà con quante poveraccie è andato mentre tu continuavi a essergli devota>>

è fredda come sempre, mi giro verso di lei

<<Ci sono rimasta male mamma, ma la cosa è superata ormai io non->

mi tira uno schiaffo sulla guancia.
Ha fatto male.

<<Tu hai il sangue dei Williams nelle vene, sei nata per umiliare non per essere umiliata. Vista questa tua mancanza di maturità ci toccherà tornare al progetto originale tu non credi Nicole?>>

Annuisco e tocco la guancia ancora rossa

<<Sei l'unica erede di questa famiglia, quando io e tuo padre moriremo resterai solo tu, cerca di non fare la bambina>>

Ha ragione, o almeno credo.

Sta per uscire dalla camera

<<mamma>>

si gira lentamente,

<<perché non posso fare la cheerleader? Insomma sarebbe carino>>

alza gli occhi al cielo.

<<Nicole cara, con tutte le tue responsabilità, non esagerare, devi fare fin troppe cose contemporaneamente...>>

Annuisco e lei va via.

Lo fa per il mio bene, io lo so, ha sempre fatto tutto per il mio bene, o almeno spero.

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