Arrivata a casa mi butto sul divano e accendo la tv. Giuro che non sto sempre sul divano, a volte anche sul letto. Stanno trasmettendo la canzone "Never let me go", è una delle mie preferite.
Penso alla serata passata, all'incontro con Jennifer e Jason, e alla frase "pensa alla tua di famiglia". La mia famiglia... ormai non c'è più una famiglia, mia sorella è ancora piccola per poter andare via da quella casa, ma appena avrà raggiunto la maggiore età, cioè tra qualche anno, verrà ad abitare con me. Invece con mia mamma non parlo più. Mamma, che parolona utilizzata su di lei. Mi ha sempre tradita, ha sempre preferito gli altri a me, fino alla fine. Dice sempre che sono stata io a distruggere la sua famiglia, che dovevo stare zitta, che non dovevo nascere... E io ho esaudito il suo desiderio, sono sparita dalla sua vita, per me lei non esiste, come io non esisto per lei... Mi accorgo che si è fatto tardi, spengo tutto e vado a dormire, il letto mi reclama, meglio non farlo aspettare. Tu non sei normale, lo sai? Si, ed è bellissimo.-
Sento la sveglia suonare, cerco di aprire gli occhi per capire dove sia finita ma non la trovo. Dovete sapere che io e le sveglie non andiamo d'accordo, ne compro una a settimana... Credo di averla lanciata perché il suono non è molto vicino. Apro gli occhi e la vedo, la poveretta sta vicino all'armadio, per terra, mi dispiace non volevo ferirti. E' andata già di mattina questa, andiamo bene. Mi alzo, prendo la sveglia e guardo l'ora, sono le 6:45 quindi posso fare le cose con calma. Vado a fare una doccia e dopo mi preparo la colazione, controllo il cellulare e c'è un messaggio da Francis e dice testuali parole "Non ti perdono per avermi dato buca nel fine settimana, addio." La solita esagerata, solo perché ho preferito Netflix a lei, non mi andava di uscire e così sono rimasta a casa. Decido di non risponderle e vado a lavarmi. Finita la doccia mi reco in camera a vestirmi, oggi ho deciso di indossare un maglioncino grigio con un pantalone nero e degli stivaletti comodi, per i capelli ho deciso di fare una coda così da tenerli in ordine.
Vado in cucina a prepararmi un caffè. Il caffè è vita, soprattutto a quest'ora. Controllo l'ora e vedo che sono già le 7:43, meglio uscire adesso, non vorrei perdere l'autobus. Prendo la mia borsa e la sciarpa ed esco di casa. Arrivo in tempo alla fermata, oggi l'autista ha deciso di anticipare, finirà il mondo oggi, me lo sento. Prendo posto vicino l'autista, mi sento più tranquilla qui, e parte. Arrivata a destinazione sana e salva mi dirigo verso il mio luogo di lavoro, ancora non ci credo che lavorerò qui. Entro e mi viene incontro la bibliotecaria.
"-Buongiorno signorina Miller, come sta? E' in anticipo" sembra molto dolce dal modo in cui parla.
"-Buongiorno signorina ehm non so il suo nome, mi scusi." Non ne faccio mai una giusta.
"-Che sbadata, sono la signora Crawford tesoro, ma puoi chiamarmi Meredith." Quindi è la moglie del direttore? o forse la sorella? meglio chiedere a lei.
"Quindi lei è la moglie del signor Crawford?"
"-Si, sono sposata con quel brontolone da 27 anni." credo che andremo d'accordo io e la signora Crawford.
"-A me è sembrato simpatico durante il colloquio. Sa di quei vecchietti a cui stringere le guance? Assomiglia quasi a Babbo Natale."
Ma ti rendi conto che stai parlando con sua moglie, che hai dato del vecchietto a suo marito e che assomiglia a Babbo Natale. Ritieniti licenziata. Vabbè mica le ho detto che è demente. Tu sarai la mia rovina.
"Non che suo marito sia un vecchio, mi scusi sto vaneggiando." Che figuraccia, quando vado nel panico inizio a parlare senza riflettere.
"-Cara, di chi state parlando?" il signor Crawford affianca sua moglie e mi guarda.
Perfetto, licenziata il primo giorno di lavoro, perché non sto mai zitta? Devi chiederti perché non ti fai mai gli affari tuoi.
"-Buongiorno signor Crawford."
"-Buongiorno signorina."
"-Oh John caro, io e la signorina Miller stavamo parlando di un film che hanno trasmesso ieri sera e stavamo commentando di quanto fosse simpatico il protagonista."
È ufficiale, io amo questa donna. Mi fa l'occhiolino e mi sorride dolcemente.
"-Davvero? Ma non stavi guardando un programma di dolci ieri sera?" sembra divertito dalla situazione, ma rimane serio. Io invece penso che andrò a vivere sotto i ponti dopo questa.
"-No no, stavo guardando un film. Non ricordi mai nulla."
"-Hai ragione tesoro, quando vedo te dimentico tutto." oddio che cosa dolcissima. Dire che Meredith si è sciolta è poco, ormai è andata. Si guardano con occhi innamorati e capisco di essere di troppo, quindi cerco di allontanarmi senza interrompere l'atmosfera che si è creata tra di loro, ma fallisco miseramente perché sbatto contro un tavolo. Ma perché sei così scema? Me lo chiedo anche io. Entrambi si girano a guardami, che vergogna.
"-Signorina Miller tutto bene?"
"-Si si, tutto bene." Ma cosa ho fatto di male per essere così stupida.
"-Va bene Zara, adesso Meredith ti spiegherà cosa dovrei fare, così puoi iniziare a lavorare. Adesso vado che ho del lavoro da fare. " Detto questo se ne va. Seguo Meredith e mi spiega passo per passo cosa devo fare, è davvero gentile questa donna. Il mio compito qui è di sistemare i libri, di leggere quelli nuovi, recensirli e poi consigliarli ai nostri clienti, devo anche aiutare nell'angolo dolci quando c'è ne sarà bisogno e di mantenere pulita la biblioteca. Ho un giorno a settimana libero, compresa la domenica, la paga è di 700$ al mese, devo dire che mi aspettavo di meno. La biblioteca non è grandissima quindi pensavo non fosse così popolare, invece mi sbagliavo, mi hanno detto che è sempre piena e che è stato un caso che l'altro giorno non ci fosse quasi nessuno. Il mio orario di lavoro inizia la mattina dalle 8:30 alle 12:00.
"-Va bene Zara, adesso che sai cosa fare ti lascio ai tuoi compiti. Se hai qualsiasi problema sai dove trovarmi."
"-Grazie mille Meredith." Mi saluta e va via.
Forza Zara, a lavoro.
Inizio con il riporre i libri negli appositi scaffali, alcuni scaffali sono un po' troppo alti per me e quindi prendo uno sgabello e per poco non cado. Secondo me qualcuno lassù mi odia, deve essere per forza così. O forse sei semplicemente ritardata. Qualcuno sa come uccidere le vocine in testa, senza uccidersi? Accetto consigli.
Sono passate già due ore da quando ho iniziato a sistemare i libri, e ancora non ho finito. Ho la pancia che mi brontola, questo perché stamattina non ho fatto colazione. Manca ancora un'ora prima di staccare, così deciso di prendere qualcosa dal piccolo bar che c'è qua. Devo dire che è ben fornito, c'è di tutto, brioche, ciambelle, cornetti, krapfen e anche delle torte. Prendo un pezzo di torta al cioccolato e un bel krapfen alla crema, sto per mettere i soldi nella cassa ma Meredith mi ferma.
"-Zara, per i dipendenti è gratuito l'angolo bar." splendido, davvero splendido.
"-Oh, ma non mi sembra giusto, ho preso sia la torta che il krapfen."
"-Puoi prendere tutto quello che vuoi tesoro, non è un problema."
"-Grazie Meredith." La prossima mi limiterò solo ad una brioche, non voglio approfittare della loro gentilezza.
Mi siedo ad un tavolino e inizio a mangiare velocemente, non voglio che pensino che sia una scansafatiche ma non c'è la facevo più.
Mentre do l'ultimo morso al mio krapfen mi giro verso la finestra e vedo un ragazzo di spalle niente male, alto, spalle larghe e un sedere da paura, sembra che l'abbiano scolpito. Credo stia aspettando qualcuno perché è già la terza volta che guarda l'ora, credo abbia un appuntamento, ma non penso amoroso, visto che ha un borsone da palestra in mano. Mentre faccio le mie supposizioni la scultura si gira e per poco non mi soffoco quando capisco chi è, è Cosa/Jason. Quanto è piccolo il mondo. Tanto bello quanto presuntuoso. I nostri occhi si incrociano per un istante, sembra quasi sorpreso di vedermi, ma ovviamente decide subito di far finta di non conoscermi e si gira dall'altra parte, che moccioso. Bene, mi alzo e ritorno al mio lavoro, anche se devo dire che mi ha dato fastidio la sua reazione. Poteva anche salutarmi, sono stata la sua eroina quella sera, che ingrato. Non ho bisogno del saluto di un arrogante, presuntuoso e bambino.
"-Ho anche dei difetti, sai?" Mi giro lentamente e lo vedo dietro di me. Ops, mi sa che ho parlato ad alta voce. Un momento, che ci fa lui qui?
"-Non stavo parlando di te, e poi cosa ci fai qui?" sono diventata del colore della sua maglietta, cioè bordeaux.
"-Non credo siano affari tuoi, ma oggi voglio essere gentile, sto andando in palestra ad allenarmi e per caso ho visto la mia *eroina* e ho detto perché non salutarla? " ha quel sorrisetto sfrontato, e mi sta palesemente prendendo in giro...
"-Ah ah ah, sei proprio divertente sai. Quindi fammi capire, vai in palestra per poi andare picchiare la gente in giro?" mi guarda male, ho ragione, l'altra sera anche se era giustificato non doveva usare tutta quella violenza.
"-Ha avuto quel che si meritava, e se non fosse stato per un'impicciona avrei finito il mio lavoro."
"-Certo, lo stavi ammazzando. Dovresti ringraziarmi e non essere arrabbiato." guarda questo.
"-Nessuno ha chiesto il tuo aiuto Wonder Woman, la prossima volta fatti gli affari tuoi." che arrogante.
"-Sta tranquillo, non succederà più. Perché credo l'arancione ti dona di più."
"-Secondo me ti piace anche il bordeaux, sbaglio?" lo dice così talmente piano e dolcemente che credo di essermi sciolta. La mia fine è vicina, lo sento.
"-Ti sbagli alla grande. Odio il bordeaux." Ma smettila che hai l'armadio pieno di quel colore. Lui questo non lo sa e non deve mai saperlo.
"-Farò finta di crederti, adesso vado *eroina*, e non pensarmi troppo."
"Ma chi ti pensa, sei troppo sicuro di te. A mai più." pensarlo, pfff, non è lontanamente nei miei pensieri.
Sorride e lo vedo uscire dalla biblioteca. Non appena è fuori lo affianca un ragazzo alto più o meno quanto lui e spariscono dalla mia visuale. Menomale, non ne potevo più. Ma smettila che ti è piaciuto questo battibecco. Ma dove, quando? Non vedevo l'ora che se ne andasse. Non puoi mentirmi lo sai? Shhh."-Zara chi era quel bel giovanotto?" ci mancava solo Meredith.
"-Un tizio che ho conosciuto in un pub, è antipatico e arrogante. È venuto solo per prendermi in giro, tutto qua."
"-Mmmm capisco, a me sembrava interessato dagli sguardi che ti lanciava." secondo me non ci vede tanto bene per dire certe cose.
"-No, fidati era entrato solo per darmi fastidio."
"-Se lo dici tu." mi sorride e ritorna al suo posto. Continuo con il mio lavoro e aspetto con ansia le 12:00, ho una fame da lupi. Stamattina mentre ero sull'autobus ho visto una tavola calda, a piedi ci vogliono solo cinque minuti per raggiungerla, credo diventerò una cliente fissa.
Per mia fortuna arriva in fretta l'orario di chiusura, saluto Meredith e il signor Crawford e mi avvio verso la tavola calda.Ciao ragazze, come va?
Ci ho messo un po' a scriverlo, ma ogni volta che scrivevo qualcosa non andava mai bene e cancellavo sempre tutto.
Spero che vi piaccia, lasciate una stellina o un commento se vi va... ❤️
Dite che la nostra Zara e Jason andranno mai d'accordo? Io ci spero, ma la nostra amica è abbastanza permalosa e testarda😁😁
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L'urlo del silenzio
General FictionZara, una donna di 30 anni, si è trasferita da qualche anno in nuova città, sta cercando di ricominciare a vivere, di trovare un lavoro che la gratifica e chissà forse anche un nuovo amore, anche se lei è molto scettica su questo argomento, ma la vi...