July, una ragazza di 17 anni, che frequenta le superiori.
Una ragazza insicura e timida, ecco cos’era. Non ha mai avuto molti amici.
Forse c’era qualcuno che lei considera te ma non sa neanche lei cosa vuol dire averne di veri
Molto spesso si sentiva sola anche se la circondavano molte persone.
Si è sempre sentita così da quando ne aveva memoria, si sforza a dire che le servono amici, che non vuole stare sola, ma non è così.
July, anche senza accettarlo, adorava stare sola ad ascoltare i suo pensieri, anche se a volte erano proprio quei pensieri che la distruggevano.
essi ormai, si basavano sulla certezza che lei fosse sul ancora viva e sul perché di ciò
Ma mai una volta che riuscisse a capire il perché di questi pensieri che la tormentano da fin troppo tempoUN GIORNO “NORMALE”.
Come sempre, July, si svegliava per andare a scuola, indossava i sui jeans e una felpona per il freddo , si metteva i suoi auricolari e usciva di casa per aspettare il bus che l'avrebbe portata a scuola , ascoltare musica la rilassava e la trasportava in un mondo in cui lei era felice e libera dalle proprie oppressioni
Non c'era niente di meglio secondo lei .
Le piaceva anche leggere intrappolandosi in quel mondo a lei bramato e sconosciuto ma che era una delle poche cose che le davano conforto ,
July, è una di quelle ragazze a cui non piace l'estate, il caldo afoso , le feste al mare e uscire, anzi, era una persona a cui piaceva la pioggia e l'inverno, stare a casa a leggere o guardare film.
July non si considerava asociale, assolutamente no, si sentiva semplicemente un po' riservata e per i fatti suoi , molti cercavano di farci amicizia e Non li rifiutava mai, anzi, cercava di crearsi un rapporto con loro perché se non li accettava si sarebbe sentita afflitta da un grande senso di colpa, che era qualcosa che non voleva più provareJuly alle elementari era la classica bimba “popolare” ma a differenza delle altre bambine non c'erano i bimbi che le correvano dietro, secondo lei le persone, quando ridevano, ridevano di lei e non con lei.
Ma comunque ha continuato ad essere così “aperta” e socievole con tutti nascondendo il dolore che da anni sopportava , il dolore di essere un peso , un essere inutile o giocattolo rotto da buttare
ecco cos'era
rotta
rotta dalle sue esperienze , dai suoi pensieri , dal suo essere
Lei è semplicemente in frantumi e poche cose sarebbero riuscite a rimetterla in piedi
stare insieme alle persone
Per lei non era un problema, non voleva per niente stare da sola.
Ma arrivò poi a cambiare idea.Tornando alla sua giornata "normale", July, entrò in classe con fare menefreghista, come al solito.
In quel periodo la avevano cambiata di posto
A July questa scelta dell’insegnante non è piaciuta, però non ha mai contestato questa decisione
Adorava il suo banco accanto alla finestra all'ultima fila, con nessuno che le parlava.
Avrebbe voluto tornare a quella pace e tranquillità che lei amava, a sentire le goccioline di pioggia scontrarsi contro il vetro rendendo l'atmosfera accogliente a rassicurante per lei
Dopo essersi seduta e aver messo il suo libro sotto il banco, si ritrovava sempre in mezzo alla solita conversazione dei suoi compagni, lei era in mezzo a loro.
Ogni tanto partecipava alla conversazione ma era come come se si sentisse perennemente esclusa.
Si sentiva spesso così, e non sapeva il perché.
Eppure, i suoi compagni la includevano in ogni tipo di attività, ma lei pensava sempre di essere inutile e che fosse giusto essere esclusa o abbandonata
Ha sempre avuto come una voce, nella testa, che le diceva di essere inutile, non amata, e non accettata, anche sapendo che non era così,
continuava a convincersi di ciòUna delle cose che lei adorava fare, era andare al parco portando con sé qualche libro e le sue amate cuffiette, sedersi su una panchina e leggere o scrivere qualcosa.
Ha sempre adorato farlo.
è la sua ancora di salvezza , un qualcosa su cui sa di potersi reggereLa giornata a scuola finì. uscendo continuò ad ascoltare della musica fino ad arrivare a casa dove buttò lo zaino da qualche parte ,
andò in camera sua si cambiò e si buttò poi sul letto e si mise a riflettere
Quel riflettere la portò infine ad addormentarsi profondamente cadendo così nelle braccia di Morfeo.
STAI LEGGENDO
Why
Short Story. vorrei dare i crediti per la correzione della storia a @bungie000 che mi ha aiutato molto , e vi consiglio di andare a leggere la sua nuova storia ( Alice in Wonderland) Ve la consiglio moltooo