Dean Winchester

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Tiri un calcio ad una lattina che indisturbata sostava a terra, sulla strada. La rabbia ti ribolliva nelle vene e questo per colpa di una sola persona, la solita aggiungeresti. Ancora una volta Dean era riuscito a farti arrabbiare, ma questa volta non avevi più intenzione di tollerare la cosa, per questo te ne sei andata. Non volevi di certo abbandonare lui o il fratello, ma non potevi continuare in quel modo. La vita da cacciatore non era semplice, non era certa, non sapevi quanto lunga sarebbe stata e che cosa ti avrebbe fatto fuori; per non parlare dei motel da quattro soldi e il cibo spazzatura dei fast food. Era un vero schifo quella vita, ma non avevi altro.
Il biondo per l'ennesima volta ti aveva gridato contro per la tua imprudenza durante l'ultima caccia. Stavi lottando contro un lupo mannaro, Dean e Sam ti gridavano di fare attenzione, di non buttarti a capo fitto contro di esso, ma inutile dire che non avevi dato loro ascolto e per fortuna eri riuscita a farlo fuori. Tornati al motel il maggiore dei Winchester, essendosi trattenuto per tutto il viaggio di ritorno, cominciò a sbottarti contro. Sapevi che quella fosse solo preoccupazione, che non avrebbe mai voluto che ti succedesse qualcosa di brutto, ma tu la vedevi anche come l'ennesima sgridata, come se avessi cinque anni e da poco fossi entrata a far arte di quel mondo. Eri una cacciatrice da quando avevi otto anni, avevi passato la maggior parte della tua vita con una pistola in mano e a combattere contro le creature che si nascondevano nella notte e non potevi più tollerare che qualcuno cercasse di insegnarti come fare al meglio il tuo lavoro.
E adesso ti ritrovavi alla fermata dell'autobus, non sapendo dove andare o da chi andare. Potresti tornare da Bobby, quel vecchio burbero ti mancava, ma sapevi che ti avrebbero cercato lì come primo posto e quindi trovata facilmente. Cominciasti a guardare i vari giornali che avevi acquistato dall'edicola al di là della strada, cercando di trovare un qualunque caso che fosse alla tua portata e, dopo minuti infiniti di ricerca, ne trovasti uno nell'Indiana. Ora bisognava solo attendere la prossima corriera
Le ore passavano ma il mezzo non si decideva a passare, non avevi controllato l'orario all'autostazione e ora eri lì, ad attendere qualcosa che probabilmente non sarebbe mai arrivato.
Vedesti una piccola goccia d'acqua battere sull'asfalto dinanzi a te, poi un'altra e un'altra ancora, fino a quando non cominciò a piovere a dirotto. Ti mancava solo questa, tu, in mezzo al nulla, nel bel mezzo di un'acquazzone.
-"Maledizione!"- imprecasti sentendo il tuo giubbotto inumidirsi.
Cominciasti a sentire un gran freddo, sembravi una foglia da come tremavi, mentre gli occhi cercavano un porticato o un qualsiasi posto che potesse riparati dalla tempesta, ma la sfortuna si presentò per l'ennesima volta quel giorno.
Eri zuppa, dalle scarpe non faceva che grondare acqua, lo zaino che avevi in spalla pesava più di prima, così, non potendo fare nient'altro, cominciasti a camminare, senza sapere dove andare.
Durante il cammino cercavi di fare l'autostop, ma nessuno si fermò e alcuni acceleravano prendendo in pieno le pozze d'acqua che si erano create sul margine della strada, bagnando ulteriormente la tua figura già fradicia di acqua piovana.
Maledicesti il fatto di essertene andata, per quanto odiassi i motel, che la maggior parte delle volte erano sporchi e sudici,  desideravi startene su uno di quei letti mal ridotti e impolverati, al caldo e in compagnia di quei due idioti dei Winchester. Te n'eri andata solo da qualche ora, ma a te sembrava passata una vita e ti mancavano, ti mancava anche Dean, anche se lo avresti ammesso a fatica. Mentre eri sola, qualche momento prima, alla fermata della corriera, ti eri chiesta per quale motivo nessuno dei due fosse venuto a cercarti, non ci avevi sperato più di tanto a dire il vero. Quando prendesti l'iniziativa di andartene non ti eri predisposta il fatto che sarebbero corsi a vedere dove fosti finita, eppure questo ti aveva ferita.
Di quel passo non saresti mai arrivata nell'Indiana, a dire il vero non saresti arrivata neanche alla città accanto. Così ti fermasti nuovamente, nel bel mezzo del nulla, sul ciglio di una strada poco traffica. Eri arrabbiata, triste, distrutta, insomma, un'insieme di cose, ma soprattutto volevi tornare a casa. È vero, i cacciatori non hanno una casa, non l'hanno mai avuta, ma con i Winchester tu riuscivi a sentirti al sicuro, erano la tua famiglia, erano la tua casa, un'appiglio sicuro.
Una calda lacrima rigò il tuo volto, ti sentivi una stupida, una perfetta idiota, eppure avevi fatto tutto da sola. Eri un controsenso vivente ma Sam e Dean ti volevano bene anche per quello, anche se ora dubitavi della cosa.
Improvvisamente un'auto si fermò dinanzi a te, portasti un braccio al di sopra dei tuoi occhi, in quel modo la pioggia non ti avrebbe impedito la visuale, anche se non avevi bisogno di vedere chi fosse, ti bastò sentire il rombo del motore per riconoscere essere l'impala di Dean.
-"Dai, salta su"- quelle furono le uniche parole che fuoriuscirono dalla bocca del maggiore. Ti affrettasti a recuperare la tua roba e montasti in auto, non avevi intenzione di passare un minuto di più sotto la pioggia.
Il viaggio di ritorno in macchina fu al quanto silenzioso, nessuno osava proferire parola, soprattutto tu. Sapevi che Dean fosse arrabbiato per il tuo comportamento e accendere il discorso in quel momento voleva dire litigare nuovamente e quindi l'inizio di una nuova guerra.
Finalmente la macchina si parcheggiò dinanzi al motel, tu facesti per aprire la portiera, ma la mano posta sulla tua coscia ti fermò dallo scendere.
-"Ascolta T/n, mi dispiace per le cose che ti ho detto"- cominciò lui tirando un sospiro -"Ma devi capire che non posso permettermi di perdere nessuno dei due, neanche te"- ti guardò e una strana luce attraverso i suoi occhi.
-"Lo capisco Dean, ma comprendi il fatto che non sono più quella bambina che John ti ha chiesto di proteggere"- rispondesti posando una mano sulla sua guancia un poco ruvida, a causa della leggere barba.
Lui sbuffò una risata -"Hai ragione, non lo sei. Ma io devo comunque proteggerti"- sorridesti per queste parole e il tuo cuore si scaldò.
Non sai come, ma i vostri volti erano molto vicini, vi era un soffio a dividere le vostre labbra e qualcosa dentro di te si accese. Sentivi un'attrazione forte verso di lui, un forte desiderio di tastare le sue meravigliose labbra carnose invase la tua mente. Non avevi mai provato quei sentimenti verso il ragazzo dinanzi a te e dovevi ammettere  che non ti dispiaceva affatto. Dean era molto bello e aveva un carattere stupendo, anche se molte volte entrava in contrasto con il tuo, ma era anche questo che ti faceva impazzire.
Fu proprio il maggiore a rompere la distanza che vi separava, per un momento rimasti rigida, ma subito dopo cedesti e il tuo corpo si rilassò. Ti piaceva, ti piaceva molto e la passione trasporto entrambi, fino a che non vi trovaste spogli dei vostri vestiti, sdraiati sui sedili posteriori, a passare una notte di intensa passione.
Non sapevi di aver bisogno di questo, non sapevi di provare qualcosa per Dean, ma lo avevi scoperto e adesso nessuno vi avrebbe più separati.

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