⚘ XXII ⚘

306 32 6
                                    

La porta dello spogliatoio si aprì con un lieve cigolio, «eccomi qui Jiminie!», ma non fui in grado di accogliere Hoseok con un finto sorriso per nascondere l'accaduto.

Al dire il vero non avevo nemmeno il coraggio di alzare solamente il viso verso di lui, per degnargli uno sguardo.

Come potrei continuare a fingere se ho appena rifiutato la persona per cui sento di provare qualcosa per davvero?

Strinsi i pugni sopra le ginocchia, trattenendo il fiato sul petto per non scoppiare a piangere.

«Hoseok...».

Il ragazzo si sedette subito affianco a me, preoccupato, circondandomi con un braccio le spalle e cercando di incontrare il mio sguardo per capire cosa fosse successo.

«Che c'è? Non ti senti bene? - appoggiò poi il dorso di una mano sulla mia fronte, mordicchiandosi un labbro - vuoi che ti porti qualcosa di caldo da bere?».

Scossi lievemente la testa, sollevamento un pugno per potermi asciugare una guancia bagnata; «posso chiederti una cosa?».

«Se serve per farti sentire meglio sì, certo che poi».

Presi un altro respiro profondo, facendomi coraggio: «conosci un ragazzo di nome Jeon Jungkook?».

Dopo averci pensato su Hobi annuì, appoggiando una mano sulla mia ancora stretta sul ginocchio per consolarmi.

«È uno degli studenti a cui insegno, ma ultimamente partecipa sì o no a solo un paio di lezioni al mese».

Si fermò per qualche secondo prima di continuare, dubbioso; «perché me lo chiedi? È un tuo amico?».

Mi limitai di nuovo a scuotere la testa, senza aggiungere nulla.

Non ne avevo la forza.

«Jimin, prima mi è sembrato di scorgerlo nel corridoio... Era qui per caso? Non ti avrà mica detto o fatto qualcosa di male vero? Vero Jimin?» ma il suo tono preoccupato iniziò ad aumentare sempre di più, innervosendomi.

«Rispondimi!».

«No!» sbottai levando la mano da sotto la sua con forza, pentendomi però subito di aver alzato la voce contro di lui.

Hoseok non aveva nessuna colpa, nessuna, non potevo tirarlo in mezzo così.

«No... Lui non ha fatto nulla, dimentica quello che ti ho chiesto» così continuai in modo più moderato, riuscendo ad alzarmi dalla scomoda panca in legno ma non a guardarlo in faccia.

Non ne avevo il coraggio.

Presi la felpa dal gancio e la infilai insieme alla giacca, affrettandomi poi ad andare verso la porta.

Hoseok mi guardò ad occhi spalancati, «d-dove vuoi andare?» e mi afferrò un braccio per costringermi a fermarmi, poco prima che potessi afferrare la maniglia.

«Mi dispiace hyung ma ora non me la sento di partecipare alla lezione, di scusa da parte mia ai tuoi alunni».

Ma lui continuò a tenere salda la presa.

«Ma che stai farneticando Jimin!» mi sgridò facendomi avvicinare a sé, «smettila di fingere che vada tutto bene, non fai altro che farmi preoccupare così!».

«Non rendere le cose ancora più difficili Hoseok!».

Il mio sguardo incontrò il suo, quasi al punto di piangere per l'esasperazione.

«Ti prego hyung...».

Il cuore nel petto mi faceva troppo male per rimanere fermo a piangermi addosso, dovevo ad ogni costo trovare Jungkook e parlargli.

fantasticherie color ciliegia.           jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora