14. CAPITOLO

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EDO'S POV

Non capisco cosa mi stia succedendo. Io che tratto male una ragazza, anzi quella ragazza. Questa persona che sta uscendo, non sono io. Un pallone, quello che mi teneva compagnia fuori di qui, l'unico che c'era sempre. Per quanto assurdo si possa pensare, il pallone era l'unico in grado di calmarmi, soprattutto quando litigavo con Carmen. Lui fuori da queste 4 mure, aveva un ruolo fondamentale nella mia vita, ERA IL MIO MIGLIORE AMICO!
Lo prendo e inizio a calciare, tiri di punta, tiri d'esterno,tiri d'interno, palleggi, ma il nervoso invece di calmarsi aumentava sempre di più! Sull'ultimo palleggio, prendo a volo il pallone e lo scaravento nella traversa. Un tiro pieno di rabbia, di delusione, di paura di diventare quello che ho sempre odiato. Un tiro che fa un rumore impressionante, facendo anche muovere tutta la struttura della porta. Un tiro che mi fa un male assurdo, non solo dentro, ma anche esternamente. Mi accascio dal dolore a terra, ma nessun dolore potrà mai paragonarsi all'uragano che c'è dentro di me.

C: Eduà! Eduà!
Apro gli occhi e mi trovo il comandante che mi da piccoli schiaffi in faccia.
E: Comandante che è successo?
C: Eduà non lo so. Ci hai detto che non avevi fame e sei uscito per andare in bagno. Non ti ho visto più rientrare e sono uscito a cercarti. Ho sentito un rumore e mi sono precipitato qui, e ti ho trovato così, steso a terra e senza sensi.
E: Scusate comandà, se vi sto facendo preoccupare.
C: Eduà non pensarci. Ma che ti succede? Non ti ho mai visto così?
E: Non lo so neanche io che mi sta capitando. Sta uscendo un lato di Edoardo che neanche io conoscevo. Non so più che fare comandà!
C:Basta chiamarmi comandante, chiamami MASSIMO e dammi del tu! Ci conosciamo da 9 anni e ancora questo comandante e questo voi!
E: Vabbene Massimo.
M: Allora che succede? Ti sei trasformato da quando è arrivata Stella.
E: E forse è proprio lei il problema.
M: Dai vieni spostiamoci da mezzo al campo. C'è la fai ad alzarti da solo?
E: No, mi fa un male assurdo il piede. Ma...
M: Appoggiati a me, andiamo a sederci sulla panchina su.

Mi appoggio a lui, per cercare di non mettere peso sul piede, ma non riesco. Non voglio buttare tutto il peso su Massimo, anche se so che c'è la fa, ma non voglio approfittare di lui.

M: Eduà appoggiati a me, non fare peso sul piede.
E: Ma ti faccio male!
M: Eduá fa come ti dico!
E: Agli ordini Massimo.

Ci sediamo sulla panchina, e io mi appoggio a lui.

M: Allora mi vuoi dire che ti succede?
E: Non lo so. Mi sento una persona inutile. Una persona che se si ucciderebbe, farebbe un piacere ad un sacco di persone.

E in quel momento mi arriva uno schiaffo da Massimo, avró esagerato, ma è quello che penso.

M: Eduà ti sei permesso mo e non ti permettere mai più di dire una cosa del genere. La vita è un dono prezioso, e tu? Vuoi farla finita per un momento no?
E: Ma quale momento no. È quello che sento dentro. Farei un piacere a mia madre, a Stella, a Matteo, ai genitori di Carmen, a MIO PADRE!
M: Si perché secondo te facendola finire,a tua madre le faresti un piacere?
E: Si perché lei non merita un figlio come me. Non si merita un figlio assassino.
M: Non sei un ASSASSINO. Ma secondo te tua madre non ha capito il perché del tuo gesto?
E: Si Massimo, non lo ha capito. Se lo avesse capito il giorno della mia condanna, non mi avrebbe urlato:
" SI N'OMM E NIENTE! SI COM A PART!"
E poi sarebbe venuta a trovarmi più spesso. In 9 anni, l'ho vista 5 volte. E poi secondo te non mi sono accorto con che sguardo mi guarda? Lo fa, con un sguardo deluso, arrabbiato. Uno sguardo che mi indica,che se la faccio finita,forse è meglio.
M: Eduá ti parlo COME A UN PADRE, il suo sguardo non significa quello, c'è altro dietro. Una cosa che per il momento non posso ancora dire, ma lo scoprirai da solo, tra non molto. Se non è venuta è perché non poteva, al di fuori di qua, lei non sta vivendo una vita normale, ha combattuto, e lo sta facendo tutt'ora, con la famiglia di Carmen per farti vedere Matteo! Quindi credo che non le farai un piacere, ma le darai soltanto un altro dispiacere!
E: Cosa? E perché io di tutto questo non so niente? E poi cos'è che dovrei scoprire da solo?
M: Non sai niente, perché io, con l'aiuto del tuo avvocato, l'abbiamo convinta a non dirti nulla, per non farti fare cazzate. Ma alla fine lei è riuscita a fartelo vedere a Matteo, ed è questa la cosa più importante.
E: A costo di ritornare di nuovo qui dentro, ma appena usciró da qua, mi vendicherò di mia madre. Tanto per la famiglia di Carmen già sono un criminale, gli farei solo un piacere ritornare qui dentro.
M: Eduà no. Tu da qua dentro devi uscirne cambiato! Tu non sei come lui! Tu sei di animo buono. Non meriti di passare tutta la vita qua dentro! TU NON SEI COME LORO!
E: Forse avete, anzi, forse hai ragione Massimo!
M: Quindi quando uscirai da qua, i genitori di Carmen si dovranno "pentire" di averti trattato così per tutto questo tempo, e succederà!
E: Massimo ma posso chiederti una cosa?
M: È inutile che mi fai la domanda ho già capito. Non posso dirtelo. Quando sarà il momento lo scoprirai!
E: Voglio saperlo ora!
M: Credimi Eduà non posso. Andiamo avanti che meglio.. Di tua madre abbiamo parlato, dei genitori di Carmen, abbiamo detto che gli devi dare lo schiaffo morale.. Di chi non abbiamo parlato?
E: Di Stella e Matteo.
M:Giusto.. Bene parliamo di?
E: STELLA?
M:No. Parliamo di Matteo! Secondo te lui sarebbe contento di perdere il padre per sempre? Gli faresti un bene??
E: Si perché almeno così potrà dire di non avere un padre carcerato.
M: E perché se ti suicidi, non lo direbbe lo stesso?
E: No perché direbbe che sono morto e finisce lì!
M: Eduà ti ha detto che nonostante tutto È FIERO DI TE, e secondo te non lo direbbe? Quel bambino è buono come te, e permettimelo, non si tiene un cecio in bocca, e mo secondo te non lo ha già detto?

Il mio riflesso~ Edoardo ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora