il malessere

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Era giunto il giorno. Quello in cui io e Okra saremmo diventati marito e moglie. Per l'abito ne scelsi uno molto semplice di seta bianca dal seno in giù, per quanto riguardava il collo e le braccia era di pizzo del medesimo colore. I capelli erano morbidi e solcati da larghe onde. In testa avevo una coroncina di fiori, il regalo della servitù di Zerife.
"Signorina è davvero meravigliosa... Complimenti". Sorrisi guardando la mia immagine nello specchio. Il colorito roseo delle mie guance mi donava parecchio, soprattutto con la mia carnagione pallida.
"È proprio fortunato il principe, ad avere una fanciulla tanto incantevole al suo fianco..."
"Lo stesso vale per me, sono molto fortunata ad avere Okra al mio fianco" risposi, raccogliendo il bouquet dalle mani della serva. Il matrimonio di sarebbe tenuto nel giardino Reale, in presenza delle guardie e dei servi. La nonna, che aveva assistito alla mia preparazione, mi prese a braccetto. Aveva gli occhi pieni di lacrime.
"La mia piccolina, com'è cresciuta..." disse con voce malinconica.
"Ah nonna, smettila o mi contagerai..."
"Sai, sono un po' preoccupata. Stamattina credo che il principe abbia ricevuto una ramanzina dal padre" mi informò, preoccupata. Il sovrano Arloc ancora non ci aveva perdonati di aver rubato il Frutto di Zerife, e guardava con sospetto me e mia nonna, anche se non c'entrava nulla.
"Cosa potrei fare per fargli cambiare idea? Non mi piace mettere padre e figlio contro..." sospirai amareggiata. Avrei dimostrato al re Arloc di essere la nuora ideale ma non potevo farlo se continuava ad ostacolarmi con i suoi muri di diffidenza.
"Il re è un testardo, non forzarlo o saranno guai, ti prenderà di mira maggiormente... L'unica cosa che puoi fare è startene al tuo posto e assecondarlo..." mi consigliò la nonna. "Signorina, non vorrei disturbarla ma... In giardino è tutto pronto per la cerimonia... Aspettano solo lei...".
"Ah... Certo...". Con la nonna attraversai il cortile, attenta a non scivolare sui sassi. Cercavo di stare dritta per non dare brutta impressione al re, ma le gambe mi tremavano dalla paura. C'erano pochi ad assistere alla cerimonia, per evitare che si ripetesse lo scenario di Toriiaka, un numero ristretto di persone avrebbero assistito. A me stava bene. Mi bastava che ci fossero la nonna e ovviamente Okra. Erano le persone a cui avevo donato il mio cuore. La nonna mi lasciò il braccio, e si mise dietro l'altare preparato dalla servitù. Comprendeva un piccolo banchetto in legno bianco e un gazebo di rose rosse e bianche. Avevo insistito a introdurre le rose bianche, perché sulla Terra era nostra tradizione vedere le spose adornate di questo colore.
"Finalmente, sei arrivata..." disse Okra. Il completo nero gli si addiceva molto, con la sua carnagione olivastra. Aveva i capelli tirati all'indietro e un fiorellino nel taschino.
"So che dalle tue parti ci si veste così..." disse, tossicchiando per l'imbarazzo. Mi portai una mano alla bocca. Non potevo credere che lui aveva chiesto informazioni alla nonna sulle tradizioni degli umani.
"Sei molto bello, principe" sussurrai, mettendolo in imbarazzo.
"Oggi siamo tutti riuniti per celebrare il matrimonio dei due nostri principi, Okra e Nehmra. Seguendo le tradizioni degli esseri umani, il velo verrà abbassato prima di scambiare le fedi" annunciò la nonna, quindi Okra delicatamente scoprì il mio viso. La sua bocca formava una piccola O di stupore.
"Che mi dici allora? Sono guardabile?" chiesi, cercando dei complimenti.
"Penso che dovrò disegnarti una volta rientrati a palazzo..." trattenni una risata, perché due serve ci consegnarono un piccolo cuscinetto con le fedi.
"Nehmra e Okra, in questo giorno speciale, diventerete marito e moglie e queste fedi sono soltanto un oggetto materiale del vostro legame, che invece tiene uniti i vostri cuori, e sarà valido per l'eternità...". Le parole della nonna mi emozionarono, a tal punto che rovinai il trucco, per il quale la servitù aveva lavorato ore intere. Tutti applaudirono per confortarmi. Okra sorrise e mi porse un fazzoletto.
Poi prese la mia mano e mi infilò l'anello con il suo nome inciso all'interno. Venne il mio momento. Presi la sua mano, infilai anche il mio.
"Complimenti, da oggi in poi i regni di Toriiaka e Zerife saranno un unico e solo organo, e saranno controllati da entrambi i sovrani, secondo le leggi di ognuno".
"Grazie Okra, grazie per aver acconsentito ad essere la mia sposa. D'ora in poi governeremo in pace e coopereremo per rendere il nostro Regno prospero e pacifico. A Toriiaka e Zerife" esultò Okra, prendendo un calice e portandolo in alto. Tutti gli invitati fecero lo stesso. Tra stuzzichini e bevande aromatiche, giunse il momento dei balli di coppia.
Nel caos totale, il re Arloc si avvicinò a me, e mi prese in disparte.
"Tu ami davvero mio figlio? Sappi che se mi dici una bugia lo capirò soltanto guardando i tuoi occhi...". Voleva mettermi alla prova. Sapevo che non si sarebbe fidato facilmente.
"Certo che lo amo, altrimenti non sarei diventata sua moglie..."
"Perché ti sei rifiutata la prima volta?"
"Non conoscevo Okra, come potevo accettare di sposare uno sconosciuto?". Il sovrano accarezzava di continuo la sua barba, e quel suo gesto mi intimorava...
"Quindi questo sentimento è scoppiato all'improvviso...? E se tu avessi preso consapevolezza dei tuoi poteri e cercassi di ritorcerli contro di noi?!" mi puntò il dito. Allora era quello il suo timore, non era solo il problema del frutto.
"Come potete accusarmi di una tale malvagità? Mi ritenete al pari dei sovrani di Temard?"
"Non mi fido di chi pratica magia oscura... Tua madre era esattamente come te, un agnellino fuori ma dentro aveva una bestia maligna, peggiore di quella di Dobran!". Il mio respiro stava diventando affannato. Mi toccai il petto, non capii a cosa stesse accadendo.
"Parlate di magia nera? Siete fuori di senno! Sapete che il nostro è un dono che si tramanda dalla nascita, non un qualcosa che abbiamo scelto di praticare dall'infanzia..."
"Sciocchezze! Tuo padre mi ha tenuto all'oscuro di tutto, assicurandomi che tu fossi diversa da tua madre. Che conservavi solo il potere benigno, ma invece quel male ti ha sempre posseduta! Potresti nuocere gravemente alla salute di mio figlio! Io non lo permetterò, mi stai ascoltando? Se tu provi a ferirlo, sei una donna morta!" mi accusò, con occhi di fuoco. Strinsi la stoffa del mio vestito nel pugno. Le tempie mi pulsavano e l'ambiente intorno a me cominciò a vorticare.
"Nehmra, papà, cosa...?" Okra accorse con in mano dei calici di vino.
"Nehmra cosa ti succede, padre che le hai fatto?" Okra attaccò il padre, ma io lo fermai.
"Non è stato lui, portami un secchio perché ho la nausea... Credo di stare per..." un conato di vomito mi costrinse a fermarmi. Andai verso una siepe e rigurgitai tutto quello che avevo mangiato alla cerimonia.

𝑸𝑼𝑬𝑬𝑵'𝑺 𝑳𝑬𝑮𝑬𝑵𝑫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora