17. CAPITOLO

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•INIZIO SECONDA PARTE•

Ci ritroviamo da soli, io e Milagros, Stella sarà andata di sicuro da Edoardo in cella.
Tra le mille cose che mi frullano nella testa, quella che è successo mentre mangiamo, non riesco a mandarla avanti. Milagros è cambiata improvvisamente.

C: Ehy Milagros, possiamo parlare?
M: Meglio di no Ciro.
C: Lo hai capito si che dovremmo passare tutta la serata e la notte qui? Qualcosa dobbiamo fare per far passare il tempo.
M: Goderci il cielo?
C: Scusami eh, abbiamo l'opportunità di parlare senza essere disturbati ne da Edoardo e ne da Stella, e tu vuoi passare il tempo a vedere le stelle? Mah io a te veramente non ti capisco. Ma vabbè facciamo quello che vuoi tu.

Mi sposto da vicino a lei e mi vado a stendere sulla "panchina" di marmo all' interno del campo, lasciando Milagros seduta a terra. Visto che non vuole parlare, è meglio che la serata e la notte la passiamo uno da un lato e lei dall'altra.
Mi stendo e inizio a fissare il cielo, stasera il cielo sembra un quadro dipinto. Pieno di stelle, posizionate nel posto giusto. Da quanto tempo che non mi soffermavo a vedere il cielo. Dalla cella questa meraviglia non si vede mai completa, manca sempre un pezzo.
Quel pezzo che stasera manca a me, sembra che lo tenga conservato il cielo.

M: Ehy
C: Che vuoi?
M: Perché ti sei allontanato da me?
C: Perchè non ho un valido motivo per stare accanto a te, quindi per favore togliti da vicino. Sei un elemento di disturbo.
M: Possiamo parlare?
C: Ora vuoi parlare? Mi dispiace ora sono io che non voglio né vederti e ne parlarti. Quindi, ti ripeto, gentilmente spostati.
M: No tu ora mi ascolti!
C: Forse non ci siamo capiti. TI DEVI TOGLIERE DA VICINO A ME! Non voglio sentire niente! Non abbiamo nulla da dirci. Ti prego non far uscire il Ciro aggressivo. Io non sono come Edoardo, che ha paura di alzare le mani addosso ad una donna, io le alzo e basta!
M: Ok va bene me ne vado.
C: Oh finalmente!

Ritorno a concentrarmi sulla meravigliosità del cielo di stasera. La direttrice non poteva scegliere serata migliore, per premiarci. Mi devo godere ogni attimo di tutto questo, anche perché tra poco arrivano gli altri e di sicuro non si avrà più questa tranquillità. Di certo si metteranno a giocare, chi a pallone, chi a pallavolo, e di conseguenza dovranno accendere le luci, altrimenti non si vedrebbe nulla.
Con la mente ritorno a quando stavo fuori, che andavo con la ragazza di quel tempo, ad ammirare le stelle in spiaggia. Mi è sempre piaciuto osservarle, mi sarebbe piaciuto anche studiarle. L'immaginazione mi porta a formare, con le stelle, una lettera, LA SUA!
Mi alzo, mi siedo e mi metto ad osservare Milagros. La vedo seduta in un angolo con la testa sulle ginocchia, sicuramente starà piangendo. Che faccio? Mi avvicino? Alla fine è per colpa mia se lei sta così. <<Niente paura Ciro, alzati e va da lei.>> Mi dico

C: Ehy, scusa per prima.
M: No anzi scusami tu. È solo colpa mia.
C: Ehy tu non hai nessuna colpa. Vieni qua.

Ci abbracciamo in un modo, mai fatto prima. Un abbraccio tra due ragazzi che si vogliono.

C: E no, non piangere che non sopporto le tue lacrime, non ci riuscirò mai.

Mi faccio aiutare da una canzone di Tiziano Ferro, e se non sbaglio dovrebbe essere anche il cantante preferito di Milagros.

M: Non utilizzare Tiziano, ti prego!
C: Ok va bene. Credevo di farti un piacere. Di farti ritornare il sorriso. Scusa.
M: Non è colpa tua. Tiziano mi ricorda momenti non belli per me, passati fuori di qua. Ma perché non ci sediamo?
C: Dai vieni andiamo sulla panchina, almeno ci occupiamo anche i posti per dopo!

La prendo per mano, e noto che lei non la lascia, anzi la stringe alla sua.

C: Siediti qui, in mezzo alle mie gambe.

In modo da poterla abbracciare da dietro, e farla appoggiare al mio petto. Si siede come le dico io, ma subito mi chiede:

Come mai ci dobbiamo sedere così?
C: Se non vuoi ci sediamo normale.
M: Non ho detto che non voglio, vorrei solo sapere il perché di questo modo.
C: Così..

Il mio riflesso~ Edoardo ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora