Non ho dubbi

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Alias si vestì velocemente, indossando vestiti vecchi in grado di farla lottare non impedendole i movimenti, si mise in spalla la spada ed uscì di cabina. Attraversò il ponte completamente deserto, con calma e senza far rumore.
Solo che ad un trattò sentì una voce che la fece sobbalzare -Chi va là?- chiese un una persona sull’albero maestro, che faceva da vedetta. Lei non riuscì a vedere nessuno ma lo riconobbe subito per la voce, non aveva dubbi.
-Sono io Namur, Alias.- disse all’uomo-pesce che la scrutava dall’alto.
-Ah, Alias! Che ci fai in giro a quest’ora?- chiese dubbioso.
-Non riesco a dormire…- disse lei esitando -Mi faccio un giro nel bosco, per vedere se prendo sonno.- spiegò poi.
In fondo non era una bugia. Alias non diceva mai le bugie, nemmeno per ingannare e derubare i pirati. Lei raccontava la verità ma non tutta, di conseguenza gli altri capivano solo poco della vera intenzione. Ma non era una bugia.
-Ok, va bene. Ma stai attenta.- l’avvertì lui.
Lei lo salutò e saltò giù dalla nave, atterrando sulla spiaggia e incamminandosi verso la presenza che l’attendeva ferma nel bosco.

 
Poco dopo era nella fitta boscaglia, lontano dal villaggio, e dall’altra parte dell’isola rispetto a dove si trovava la nave. Ad un certo punto si fermò, immobilizzandosi. Guardava un punto preciso tra gli alberi. La figura la stava aspettando nel buio di un albero, appoggiato al tronco e il fumo di un sigaro ben visibile.
-Non sei un po’ troppo vecchio per giocare a nascondino… Cacciatore Bianco?- chiese Alias rompendo il silenzio.
La figura si mosse e fece qualche passò verso di lei, finché la ragazza non poté vedere alcuni lineamenti, illuminati dalla luna.
-Non se ho a che fare con mocciosi come te.- disse l’uomo col sigaro in bocca e un manganello in mano.
-Puoi dirmi per caso che ci fai in questa zona dell’oceano?>> chiese sorpresa e confusa in ugual modo.
-Sono stato promosso ed ora posso prendere il mare, alla ricerca dei pirati di persona.- rispose l’uomo passandosi una mano dietro al collo.
-E sei venuto su quest’isola, cercandomi, pur sapendo della ciurma a cui mi sono unita…- osservò Alias pensierosa.
-Sai bene che, imperatore o no, a me non fotte niente. Per me rimanete tutti pirati, mocciosa.- affermò rudemente come se fosse ovvio.
Alias sorrise in parte -Già, è questo che ho sempre ammirato di te, Smoker.- rispose -Che ne dici di sbrigarci?- continuò estraendo dalle spalle la spada.
Lui sorrise, non aspettava altro.
Senza esitazioni si fiondò sulla ragazza, cercando si colpirla su un lato col manganello -Barbabianca? Tra tutti ai scelto l’imperatore più vecchio. Potevi sceglierne uno che non sta per tirare le cuoia, per garantirti di essere al sicuro per più tempo.- commentò lui.
Lei lo spinse in dietro e cercò di colpirlo prendendolo dall’altro lato, ma sta volta fu lui a parare il colpo -Che vuoi che ti dica, mi stava simpatico il vecchio.- disse con tono colpevole.
Alias si staccò da lui, vedendolo diventare fumo e si osservò attorno. Ad un tratto avvertì la sua presenza dietro di sé e si scansò per fortuna, deviandolo e cercando di colpirlo alle spalle ma la precedette e parò anche quel colpo. Il buio non aiutava per niente.
-Dimmi, come sta mio padre?- chiese curiosa della risposta.
Lui dissolse le gambe, rimanendo dal petto in su solido e girandole attorno. Lei rimase vigile e si scagliò sull’uomo quando lo vide esitare sul colpire. Sferrarono due, tre colpi ciascuno ma nessuno dei due sembrava cedere. Smoker provò a colpirla di sorpresa ma lei parò anche quel colpo, allora l’uomo ricorse alle mani, scagliando lontano la ragazza con un pugno in ventre.
-Sempre il solito... forse un po’ più irascibile.- rispose digrignando i denti.
La ragazza con uno scatto, si ritrovò alle spalle dell’uomo, senza che se ne accorgesse e lo colpì con altrettanta brutalità alle spalle, con un calcio.
-Perché la cosa non mi stupisce?- chiese lei ironica.
Lui si girò le prese un braccio e la lanciò contro un albero, abbattendolo. Lei si rialzò e si ributtò alla carica come se nulla fosse. Fece una finta a sinistra poi una a destra. Lui intanto cercò di colpirla ma lei schivò passandogli da sotto le gambe e comparendogli da dietro, cercando con la spada di trafiggerlo. Lui fu veloce a girarsi, e parò il colpo.
-Ho provato a dirgli di prendersi una vacanza…- affermò con sarcasmo Smoker.
Si allontanarono un attimo, vedendo che non concludevano niente, prendendo le distanze tra di loro -E lui ti a riso in faccia?- dedusse lei sorridendo.
-Credi che ne sia in grado?- chiese lui inarcando un sopracciglio interrogativo.
-Ottima osservazione.- valutò lei.
Alias percepì una presenza alle spalle. Prima che questa colpì, lei la parò con la spada. Davanti a sé c’era una donna che conosceva bene, con capelli lunghi neri, occhiali alzati sulla testa e con una spada come arma. La scrutava da cima  a fondo, senza staccarle gli occhi di dosso.
-Ciao Tashigi.- la salutò la ragazza.
-Alisia.- salutò lei.
La donna abbassò lo sguardo sulla lama che impugnava Alias, corrugando la fronte come irritata da ciò che vedeva -Non posso ancora credere che tu possegga Arashi, una spada unica nel suo genere. È stata creata da un fabbro esperto, vissuto nel cent’anni di buio, di cui sono state ritrovate solo due spade create da questo. E tu ne hai una.- disse stizzita.
Tashigi cercò un apertura sul fianco destro, ma Alias parò anche quello come se nulla fosse –In fondo, so che la Marina tiene sotto custodia l’altra, no?- fece –Dovresti accontentarti, sai.-
Alias provò a colpirla di un lato ma, con sua sorpresa, Tashigi la predette e lo parò, per poi cercare di fare un affondo, che però non andò a segno per pochissimo.
-Sbagliato. È stata rubata.- disse con rabbia, come se si incolpasse della cosa.
Subito cercò di colpire Alias con un altro affondo ma lei parò anche questo per poi scivolare via dalla troppa vicinanza.
Alias aggrottò le sopracciglia a quella notizia -Da chi?- chiese Alias, anche se sapeva in cuor suo la risposta.
Tashigi si fiondò su di lei ma l’altra si limito a scansasi all’ultimo per evitare il colpo -La Marina non ha ancora trovato il responsabile.- ammise -Ma scommetto che tu sappia già di chi si tratta.- aggiunse guardandola con astio negli occhi.
Prima che si fiondasse sulla donna, Tashigi venne fermata da Smoker che le comparve davanti -Fatti da parte Tashigi, ci penso io a lei.- ordinò.
La donna annuì senza protestare e si allontanò da loro, facendosi da parte senza dir niente, lasciando il discorso a metà.
-Niente poteri?- domandò Alias a Smoker accennando a un sorriso.
Lui ci pensò un attimo -Senza poteri.- rispose l’uomo.
Entrambi buttarono a terra le armi. Alias si scricchiolò le mani. Quello stesso giorno aveva detto che aveva bisogno di sfogarsi, giusto?
Inclinò il capo stiracchiandosi il collo -Perfetto! Adesso posso scaricare lo stress accumulato.-
 

Ribellarsi al fato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora