Capitolo 21

78 32 13
                                    




Non riesco a dormire, non riesco a mangiare, non riesco a studiare. Mi sono data malata per una settimana e non sono andata a scuola. Sono rimasta chiusa in camera al buio, solo le lacrime mi hanno fatto compagnia. Questa ora è la mia vita.

Emma mi ha chiamato molte volte ma ogni volta non riesco a parlare. Piango senza riuscire a fermarmi, la cosa che più mi spaventa in questo momento, è che non so come uscire da questo incubo. Su Facebook ho visto che Erika ha pubblicato foto con David, il mio David. Lui non è felice, ha il suo sorriso di circostanza, ma è con lei e non con me.
Mi manca come l'aria che respiro.

Alessio ha provato a chiamarmi, ma io non gli rispondo e non ho nessuna intenzione di farlo, dopo dieci chiamate ho bloccato il suo numero. Lo odio con tutta me stessa, penso davvero, che se lo vedessi potrei picchiarlo, non è da me, lo so, ma mi ha fatto troppo male. Mi ha portato via tutto, mi ha portato via David, il mio tutto. 

Tra dieci giorni ci sarà il ballo e io ho deciso che non ci andrò, starò a casa a studiare. In questo momento non riesco a concentrarmi, leggo e non mi rimane niente in testa, non voglio rovinare anche questo. Dovrò impegnarmi di più...
l'esame si avvicina.

Rileggo i messaggi di David e piango sul telefono, avevo il mondo, avevo lui e ora non ho niente. Non ho neanche più me stessa, non sono più Lea, sono un'ombra che sopravvive. Rivedo l'immagine di lui e Erika sul divano e mi viene da vomitare, lo amo da morire e ancora e non so perché l'ho perso.
Perché? Perché?

Non so se mi fa più male che non mi abbia creduto, o averlo visto con Erika. Mi sembra impossibile, non riesco ancora a capire cosa è successo.

Emma mi ha chiamato ancora e vuole che vada a casa sua, io non ne ho voglia ma dopo una settimana chiusa in casa, devo uscire, ne va della mia salute mentale... Sto diventando pazza.
lunedì dovrò tornare a scuola, devo sopravvivere in qualche maniera. Sì! La mia è solo sopravvivenza, la spinta ad andare avanti ma non è vita, perché è vita solo con lui.

Appena esco di casa il sole mi dà noia agli occhi, sono vissuta una settimana nel buio. Gli occhi si abituano subito ma ho il vuoto dentro. Cammino e l'odore dei fiori mi ricorda il prato, dove abbiamo fatto l'amore tornati da Praga. Cerco di distrarmi, pensare a lui mi lacera il cuore, mi concentro sugli alberi pieni di foglie e fiori e camminando arrivo alle strisce pedonali, mi fermo per controllare che non siano macchine. Non c'è nessuno. Attraverso ma mentre sono a metà delle strisce, da dietro la curva, arriva una moto a tutta velocità. Io mi fermo spaventata e la moto mi passa davanti, il profumo che sento è un colpo al cuore. È David e tira dritto, mi passa davanti senza neanche girarsi.  La memoria del suo odore si è risvegliata, sentendolo la sua mancanza è ingestibile. Arrivo a casa di Emma che sono in lacrime.

«Cosa ti è successo?» mi chiede appena mi vede.

«Sulle strisce mi è passato vicino e non si è neanche girato. Emma io non so perché è successo questo. Perché?» piango e singhiozzo tra le braccia della mia migliore amica.

«Lea, però a pensarci situazione è strana. Mi hai raccontato cos'è successo, ma mi chiedo, perché David era lì con Erika? Alessio poi è stato ignobile.» mi dice mentre mi porge un bicchiere d'acqua.

«Io non ho ancora capito cos'è successo.» le dico, cercando di smettere di singhiozzare.

All'improvviso il suono del campanello ci distrae, Emma si alza e va ad aprire.  Dopo alcuni minuti torna da me, accompagnata da Diego.  Nel vederlo ho una stretta al cuore, mi tornano alla mente le nostre uscite, i momenti con David. Ogni cosa mi riporta a lui.

«Ciao Lea.» mi dice con voce calma.

«Ciao.» gli rispondo, trattenendo le lacrime.

«Non ti chiedo come va, perché me lo immagino. Se stai male la metà di come sta male lui.» mi dice, sedendosi vicino a Emma.

#PAZZADITEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora