Appena arrivata alla tavola calda, cerco un tavolo libero e aspetto che il cameriere si avvicini, il locale è parecchio frequentato. Si avvicina il cameriere, sembra stanco.
"-Salve, sa già cosa ordinare o le porto il menù?" mi dice svogliatamente.
"-Il menù va bene, grazie. È la prima volta che ven..."
"-Si sì, va bene. Glielo porto subito, non mi interessa della sua vita." sbaglio o mi ha appena zittita?
"-Che cafone." spero mi abbia sentito, perché l'intenzione era quella. Non può trattare così la clientela. Vedo un signore avvicinarsi e guardare male il cameriere.
Credo sia il proprietario di questo posto e credo anche che mi abbia sentita. Ops, non volevo. Certo che a volte sei proprio una strega."-Salve signorina, tutto bene? Ci sono problemi?" vedo il ragazzo guardarmi male con la coda dell'occhio.
"-Si tutto bene, non so cosa ordinare e ho chiesto al suo cameriere cosa potrei assaggiare." Se gli sguardi potessero uccidere credo che adesso sarei morta fulminata.
"-Oh, quindi Carl non le stava dando problemi. Bene, aiuta la signorina a decidere, penso io agli altri tavoli." Lo fulmina e va via.
"-Allora Carl, cosa mi consigli?" ovviamente lo prendo in giro. Non mi fiderei ad assaggiare qualsiasi cosa consigliata da questo tizio.
"-Posso consigliarti di andartene da qui finché sei in tempo, o preferisci tornare a casa con le stampelle?" lo vedo sogghignare.Sto per rispondergli, ma qualcuno mi precede.
Qualcuno che ultimamente incontro spesso. La sua voce ormai è familiare, alzo la testa e confermo la mia tesi, è Jason, e dalla sua faccia posso intuire che non sia molto felice dal comportamento del cameriere. Ma comunque questo è veramente ovunque. E' se fosse una specie di stalker? Sono troppo giovane per morire a causa di un maniaco. Hai una fervida immaginazione, te lo hanno mai detto? Si, ma lui è sospetto. Sei malata."-Carl, amico, non ti hanno insegnato che le donne non vanno mai toccate? Perché sai, se è così potrei iniziare a farlo io."
Io fossi stato in lui sarei già partita per le Bahamas, non mi sembra molto amichevole dal suo tono di voce. Vedo Carl che lo guarda con aria di sfida e gli risponde
"-Senti Jason fatti gli affari tuoi, la cosa non ti riguarda." Credo si conoscono questi due, poi si rivolge a me e prova a intimorirmi con lo sguardo. Ho visto e subito di peggio e di certo non ho paura di un ragazzino che si finge uomo. Lo guardo negli occhi, proprio come fa lui, e mi dice
"-Quanto a te, meglio che non ti fai più vedere qua, non ci sarà sempre il pallone gonfiato a difenderti" e lo vedo ridere. Solo che il povero fanciullo smette subito, perché gli arriva un bel destro sul naso da parte di Jason. Credo glielo abbia rotto, ho sentito un crack. Oh, quanto mi dispiace.
"-Dico, ma sei impazzito? Mi hai appena rotto il naso, sei uno psicopatico." Effettivamente ha un po' esagerato, bastava minacciarlo, spaccargli il naso mi sembra un tantino eccessivo, ma comunque s'è l'è meritato. Ben ti sta Carl.
"-La prossima volta prima di minacciare una donna pensaci due volte sfigato. Ti è andata bene che non ti ho spaccato la faccia." gli dice con una finta calma apparente.
"-Donna? Ma chi quella? Ma la vedi, è una sfigata. Se ne stava seduta da sola in quel tavolino e voleva solo rompere le palle , visto che non aveva nessuno con cui parlare."
Mi sta sfottendo e giudicando solo perché ero seduta da sola. Cosa c'è di male nel volere stare da sola?
"-E' sfigata solo perché ha avuto il coraggio di parlare con te. Credo che neanche tua madre ti rivolga la parola, talmente sei un verme." Ehi, io non sono sfigata. E comunque non ha tutti i torti, assomiglia a uno scarafaggio con le ali.
Mi fanno ribrezzo quei cosi. Ma se sono adorabili.
Mentre litigo con me stessa, vedo Jason avanzare verso Carl, ma il proprietario a quel punto interviene.
"-Carl adesso basta. Hai già fatto abbastanza." lo guarda malissimo.
Penso abbia capito la gravità della situazione, e ha anche capito che se Carl continua così non avrà solo il naso rotto, ma anche qualche costola. Il proprietario si gira verso me e Jason, si perché al momento il signorino è accanto a me, e inizia a scusarsi.
"-Mi dispiace per l'accaduto, non era mai successo che trattasse così male una cliente. So che ha un caratteraccio, ma non pensavo così tanto. Quanto a lei signorina mi dispiace veramente tanto, prenderò provvedimenti oggi stesso. E spero che non smetta di venire qui a causa di questo incidente ."
"-A dire il vero è la prima volta che metto piede in questo posto, è molto carino e di certo non sarà un piccolo incidente a fermarmi dal venire a pranzo qui." Rivolgo un sorriso gentile al proprietario, è mortificato, mi dispiace per lui. Poi mi giro verso il Nasone e con tutta la calma possibile gli faccio una domanda.
"-Quindi solo perché una donna è sola e vuole fare conversazione, per te è una sfigata? Siamo nel ventunesimo secolo, e ognuno è libero di fare ciò che vuole da un bel pezzo." rispondo tranquillamente. Sono abituata a persone come lui, ti giudicano senza conoscerti, senza neanche sapere il tuo nome. Lui non risponde, si alza e va via accompagnato da un ragazzo. Non appena arriva all'uscita si gira verso di noi e ci saluta con un bel dito medio. Roba da matti.
Vedo Jason scattare, ma il suo amico lo ferma.
"-Jason lascialo perdere, non vedi che lo fa per provocarvi? È solo un coglione." Sembra calmarsi dopo le parole del suo amico, e io mi perdo ad osservarlo. Ha i capelli spettinati e devo dire che gli donano, gli danno l'aria un po' da ribelle, ha delle mani enormi, e chissà di cosa sono capaci di fare, vorrei tanto saperlo. Sei una pervertita, basta che dai del maniaco a quel figo da paura e poi tu sei peggio. Zitta, lasciami concentrare. Fai sul serio? Stavo dicendo, ha delle mani enormi, le vene sembrano quasi che stiano per scoppiargli. Ho sempre avuto un debole per le vene, ed è meglio non sapere a cosa sto pensando. Non voglio sentire altro, io me ne vado. Le spalle sono enormi, la maglietta che ha gli mette in risalto tutti i muscoli, e quel pantalone della tuta è illegale.
Poi mi ricordo che è ancora accanto a me, alzo la testa per guardarlo, ma quanto è alto? E vedo che mi fissa.
"-Hai finito? Ci manca solo che tra poco mi strappi i vestiti. Non che mi dispiacerebbe, ma sai ancora non ho sentito nemmeno un grazie come si deve da parte tua." Ecco, il suo lato arrogante e presuntuoso è ritornato.
STAI LEGGENDO
L'urlo del silenzio
General FictionZara, una donna di 30 anni, si è trasferita da qualche anno in nuova città, sta cercando di ricominciare a vivere, di trovare un lavoro che la gratifica e chissà forse anche un nuovo amore, anche se lei è molto scettica su questo argomento, ma la vi...