"Sei un po' silenziosa."mi fa notare ed io mi rendo conto che non ha tutti i torti. Non ho spiaccicato parola da quando sono entrata in questa casa.
"Potrebbe continuare a leggere?"chiedo, sorridendo. Lui si stupisce dalla mia richiesta, poi si rimette gli occhiali tondi ed inizia la lettura.
"Ti piace leggere?"domanda, appena finito il paragrafo sulla vita di Tom Felton.
Annuisco: "Sono una redattrice editoriale.".
"Oh, che bello!"esclama sorridendo.
"Tom ha sempre odiato leggere. Conosco il ragazzo da quando è piccolo così."indica un'altezza con la mano e si commuove alle sue stesse parole "Quando mi disse che non aveva mai letto Harry Potter, mi stupii. Ma passò il provino e venne da me a chiedere se potevo leggergli i libri. Ahimè, mi sembra solamente ieri. L'unico momento che amava tanto era quando lo portavo in una stanza...".
Cerca di alzarsi dalla sedia mal messa e quando cerco di aiutarlo, ignora il mio aiuto.
"Ce la faccio, tranquilla. Grazie."sorride e mi fa cenno di seguirlo.
Alla fine io e Tom non siamo così diversi. Ogni parola che ha detto Steve mi riporta alla mia amata infanzia, seduta su quella poltrona ad ascoltare la voce di nonno. Credevo di essere l'unica, fino ad oggi.
Nel mentre seguo Steve, da una stanza con la porta socchiusa, derivano le voci dei due ragazzi.
"Quindi?!"esclama Tom e lo noto fare avanti e indietro per la stanza.
"Capisci che non è molto appropriato."risponde Philippe seduto sul letto.
"Non lo capisco. Sara è diversa, è veramente diversa. Sai che con quelle che sono uscito è sempre andata male."ribadisce arrabbiato.
Appena pronuncia il mio nome, faccio un passo indietro.
"Non dico questo. Io spero veramente che tu sia felice. Ma ho paura, veramente, che lei non riesca a sopportare tutte le critiche e tutto quello che stai vivendo te..."borbotta l'interlocutore.
"Quindi non potrò mai stare con nessuno, mi stai dicendo questo?"chiede Tom bloccandosi davanti alla finestra.
"No, non dico questo. Ma non credo con una fan della quale non sai se potrà amarti veramente. Lo sto dicendo per il tuo bene."sospira Philippe.
Tom scuote la testa ed esclama: "Amarti! Che parola! Come direbbe Draco, è da Babbani. Sai che non amerò più come prima, ma con lei... Sara ha qualcosa che non riesco ancora a comprendere...".
"Sara!"mi chiama Steve ed io torno a seguirlo.
Le parole di quella conversazione mi rimbombano nella mente fino a che non mi apre una grande porta. Davanti a me si apre una stanza così ordinata e piena di libri, che per un momento mi sembra di essere andata a finire in un mondo parallelo.
"Ma..."rimango con le parole in sospeso. Non ci sono aggettivi per descrivere la bellezza di questo posto.
Steve sorride ancora, mentre si appoggia alla scrivania per la stanchezza.
"Si sente bene?"chiedo, guardandolo.
"Oh, certo cara. Sai, non sono così giovane come lo sei te."sbuffa e si guarda d'intorno con occhi che luccicano.
"Ti piace?"chiede Tom, toccandomi con la sua calda mano sulle spalle. Un brivido percorre la mia schiena a causa di quel tocco, poi mi stringe il bacino e mi bacia sulla guancia.
"È bellissimo."borbotto ancora "Quanti libri sono?".
"1987" sospira.
"Io e Tom ci siamo divertiti a contarli. Diciamo che ci abbiamo messo degli anni."commenta ancora il vecchio e Thomas annuisce.
"Andiamo?"interrompe l'atmosfera il figlio, varcando la soglia "O faremo tardi.".
Il suo tono meschino e freddo mi riporta alla conversazione tra lui e il ragazzo che mi sta stringendo.
"Non so se sia giusto che io venga."ammetto a bassa voce. Tom incurva le sopracciglia e chiede spiegazioni.
"Eh beh..."sento borbottare a bassa voce da Philippe e da quella affermazione, comincio a percepire la tensione nella stanza.
"Non capisco..."prosegue Tom, appena gli chiedo se può portarmi a casa.
Poi vedo un sorriso malizioso di Steve e con voce cupa borbotta: "Ahimè cara, ti conviene seguire il ragazzo sennò gliela darai vinta.". E con quella frase esce dalla porta.
Steve ha ragione, anche senza accorgersene ha detto una cosa giusta: non devo dargliela vinta a Philippe e ai suoi pensieri sbagliati sul mio conto. In questo modo sarà sempre più convinto che non saprò mai trattare come merita Tom.
"Facciamo tardi. Vieni o no?"domanda Philippe, picchiettando sull'orologio al polso. Con un sorriso sul volto rispondo: "Sì, invece vengo volentieri.".In macchina Tom si siede nei posti davanti, mentre Philippe tamburella sul voltante ripetendo la stessa frase.
"Se ti chiedessero chi sei, rispondi di essere una ragazza che lavora con noi."dice ancora e mi guarda dallo specchietto.
Sbuffo e poi annuisco.
"È la ventesima volta che glielo dici."si arrabbia Tom e lo guarda, mentre l'interlocutore tiene gli occhi puntati su di me.
"Magari non capisce.".
"Ho capito, sono abbastanza sveglia."sorrido e lui punta lo sguardo sulla strada.
Arrivati davanti ad un grosso edificio, notiamo un gruppo di ragazze che impazienti si guardano intorno delimitate da tre grandi guardie del corpo. Tom si gira nei posti dietro a guardarmi e borbotta: "Io scendo qua. Tu prosegui pure con Philippe, ci troviamo dentro.".
Mi lancia un bacio e una guardia si avvicina per prenderlo. Fuoriesce un grosso urlo di ragazze che cercano a tutti i costi di arrivare a stringere almeno la mano del loro attore preferito.
"Non so cosa tu stia pensando di me, ma non voglio rovinare la sua carriera."borbotto, mentre ammiro quella meraviglia di scena e nel frattempo che la macchina, con i vetri oscurati, prosegue verso un grosso parcheggio sotterraneo.
Nessuna risposta, così continuo: "Tom è una persona che avrà il diritto di amare.".
"Non una sua fan."aggiunge Philippe, stringendo il volante.
"Perché? Cosa cambia?"chiedo, esponendomi in avanti per arrivare a guardarlo.
"Non riusciresti mai a sopportare tutto questo, ci scommetto qualunque cosa che arriverà un giorno che non sopporterai più niente."stringe i denti ed io mi limito a scuotere la testa.
So che non succederà e non c'è bisogno di spiegarlo ad una persona puntata sulla sua idea.
"Scommettiamo?"domanda, appena parcheggia.
"Scommettiamo che ce la farò, per lui."rispondo convinta.
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Non so se sei solo un sogno || Tom Felton
FanfictionPer amarsi bisogna rischiare. Per amare bisogna saper affrontare. Sara, fin da quando è bambina, cresce con Harry Potter grazie al nonno. Adesso si trova a Notting Hill, con la sua migliore amica, tra i mille fogli di nuove storie, ma sarà proprio...