CAPITOLO 3

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Andrej 

Dopo mesi di ricerche finalmente ho trovato la donna che ha mando quel bastardo di mio fratello nel regno dei cieli, anche se molto probabilmente sarà finito all'inferno, ma per quanto mi riguarda devo solo vendicarlo. La ragazza era stata molto scaltra, scoprì che si era rifugiata in un convento e che era pure in dolce attesa, la cosa positiva e che si trova nello stesso convento in cui vive mia madre. La signorina Norha Roberts a parer mio non era affatto il tipo mio fratello, non era una ragazza del nostro mondo andava all'università e lavorava in una caffetteria, ma alla mia famiglia non interessava, danno a lei la colpa della morte di Roman. Alla ragazza mancavano sole poche settimane al parto, come faccio a saperlo? Ho pagato un infermiere per tenermi al corrente della gestazione. Alla nascita di mio nipote avremmo fatto fuori la piccola signorina Norha e tutto sarebbe filato liscio come l'olio. Nell'ultimo periodo accanto a lei c'era sempre una suora di cui ignoravo l'esistenza, è stupenda, ha una pelle color caramello e due occhi verdi da paura e delle labbra carnose e succulente come due pesche mature, non volevo neanche sapere cosa avesse sotto quella veste deforme. Non sapevo il suo nome ma la volevo. Oggi sono qui in convento per fare visita a mia madre, la trovo nel giardino interno, quando si girò pensai che mi sarebbe svenuta fra braccia, mi avvicinai con cautela e le posai due baci sulle guancia << salve madre >> con aria commossa e con mio gran stupore mi abbracciò << Andrej bambino mio>>. Sono anni che non vedevo Lidia Smirnova, non era cambista molto, aveva lunghi capelli biondi e occhi color miele. Mio padre la sposò quando lei aveva solo diciotto anni e pochi anni dopo nacqui io, la trattava come se fosse di sua proprietà,  le mancava di continuo di rispetto portandosi le sue puttane a casa, all'età di cinque anni mi chiesi perché non lo lasciasse ma lei era innamorata di quello stronzo. Da una di quelle relazioni extraconiugali nacque pure quel drogato di mio fratello, ma Lidia lo amava così tanto che lo perdonò. Quando compì sei anni mio padre decise di sbarazzarsi di lei cosi la rinchiuse in questo posto, lei era all'oscuro degli abusi di Sergej Smirnov, solo una volta da bambino lei tornò a casa mi vide in una pozza di sangue, si prese cura di me per poi abbandonarmi. Per me è un'estranea, non è stata colpa sua se mio padre non le ha permesso di farmi da madre. Ma per me era irrilevante. Nei nostri incontri parlava solo lei e io l'ascoltavo, sapeva che non li avrei concesso di più. Mi raccontò che nell'ultimo periodo aveva conosciuto una giovane suora, la elogiava in continuazione, mi raccontò pure che non aveva ancora preso i voti, e della solitudine che navigava nei suoi occhi << sai caro, quella ragazza mi ricorda te.>> mi irrigidì, lei se ne accorse e cambiò subito discorso << sai Andrej spero che tu riesca a trovava una brava ragazza che sappia apprezzarti e amarti per quello che sei. Io lo so che non sei come lui.>> mi guardava ma non vedeva me, era assorta da i suoi ricordi quando qualcosa o qualcuno la distrasse dai sui ricordi. << oh guarda c'è suor Isabel. Suor Isabel>> la chiamò << salve signora Smirnova, come sta?>> parlò con mia madre in tono affettivo, mi diede un'occhiataccia e tornò a rivolgersi a mia madre << Le andrebbe di fare una passeggiata? Sa è una bellissima giornata.>> mia madre dal canto suo era ammaliata dalla suor Isabel << oh, figliola quanto volte ti ho detto di chiamarmi Lidia, che ne dici se facciamo domani la nostra uscita?>> le ci pensò su e poi con un sorriso geuino le rispose << va bene Lidia allora facciamo domani, io ora dovrei ritirarmi.>> se ne stava andando quando mia madre si ricordò della mia esistenza<< oh suor Isabel volevo presentarle una persona – con orgoglio si avvicinò a me – Le presento mio figlio Andrej>> i suoi occhi incontrarono per la prima volta la mia figura, e con aria disinteressata mi porse la mano << Piacere signor Smirnov>> non aveva lo stesso tono mieloso che aveva utilizzato con mia madre, anzi sembrava quasi che mi stesse sfidando << il piacere è tutto mio signorina Isabel>> le dissi baciandole la mano, la ritrasse subito come si fosse scottata << scusate, ma adesso dovrei ritirarmi>>, se ne andò con passo leggiadro, non riuscivo a staccarle gli'occhi di dosso, se non fosse una serva di dio gli avrei insegnato ben volentieri le buone maniere. Mia madre mi lanciò uno sguardo di rimprovero e accigliato. Il mio telefono stava squillando, doveva essere accaduto qualcosa di grave << Madre io adesso vado stammi bene>> le diedi due baci sulle guance e me ne andai. << Pronto. Signore abbiamo un problema la ragazza è morta durante il parto>> ero già infastidito dell'interruzione, l'unica cosa che volevo era andare in uno dei miei bordelli e spassarmela, la suora me lo aveva fatto diventare duro e per questo dovevo rimediare. << Era nei nostri piani, la ragazza non doveva sopravvivere quel'è il problema>> risposi seccato << Signore il problema è che i gli uomini messi di guardia sono morti tutti e il bambino è sparito>> le parole mi rimbombavano ancora nelle orecchie << come avete fatto a perde un neonato, manda rinforzi e mettete a soqquadro questo posto>>. Pensa, pensa Andrej chi mai avrebbe potuto fare una cosa del genere, i nostri nemici? Impossibile nessuno era a conoscenza del nuovo piccolo membro delle famiglia Smirnov, la suora? Può darsi, ma perché? I miei uomini erano già arrivati e tutti gli impiegati e le suore erano nel cortile, mancava lei. << Trovatela, la voglio viva>>. Non sapeva contro chi si era messo quella ragazzina.

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