Strangers

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Olivia

Le goccioline scorrevano veloci sulla larga vetrata, quasi come seguissero una maratona, facendo a gara a chi raggiungeva per prima il traguardo: il terreno.

Quella sera il temporale non lasciava molto spazio al solito panorama, ma Olivia si rilassava ugualmente ad osservarlo. Davanti al camino dell'appartamento che sapeva non avrebbe lasciato per un po', con una semplice cioccolata calda, si stringeva nella sua coperta bianca, abbandonandosi alla visione della pioggia cadere impetuosa dal cielo.

Considerava intrigante come la pioggia in realtà potesse servire più di quanto ci si aspetti. Come quando sei per strada e per l'ennesima volta la tua mente si abbandona ad un pianto liberatorio non riuscendo a fare altro, ma le lacrime salate si mischiano inevitabilmente alle gocce d'acqua, come per nascondere il tuo dolore, impedendo così i commenti interessati e talvolta logoranti altrui.

Ripensò a quante volte le era capitato, di non riuscire a trattenere il groppo che aveva in gola, lasciandosi andare ad uno sfogo.

Nonostante ciò, piangere quasi le piaceva. Le piaceva pensare che ogni lacrima equivalesse ad un peso in meno nel suo corpo minuto, e le piaceva come quel pianto le risuonasse ridicolo riflettendoci il giorno successivo.

Eppure odiava lasciarsi vedere dagli altri debole o vulnerabile, e più di tutto non tollerava le frasi cliché. Doveva avere i suoi tempi, anche i suoi amici e familiari con il tempo avevano appreso che insistendo, la situazione sarebbe soltanto peggiorata.

E lei lo apprezzava, aveva bisogno di rimanere da sola in quei momenti, la compagnia di chiunque l'avrebbe innervosita più del previsto, eccetto che di una persona.

1 Febbraio 2019

-Ti ringrazio Mad, ma sai già cosa fare se vuoi aiutarmi davvero.
L'amica sospirò, arrendendosi alla scelta dell'altra e chiuse la porta alle sue spalle, nonostante le sarebbe piaciuto sentirsi più utile.

Olivia sbuffò, lasciandosi cadere sullo schienale della sedia di quello che avrebbe dovuto considerare il suo camerino, dove prepararsi per sfoggiare un falso sorriso a persone che non aveva mai incrociato nella sua vita, o quasi.

Aspettava quella serata da mesi, era convinta che niente e nessuno l'avrebbe rovinata. Già, evidentemente suo padre non era contemplato in quel "niente e nessuno".

Aveva da sempre un rapporto equilibrato con i suoi genitori, si volevano bene, pur non vedendosi così spesso a causa dei loro impegni, ciononostante non avrebbe mai lasciato che uno dei due si perdesse eventi così importanti, per nulla al mondo.

Egoismo? No. O forse sì, ma in quel momento non contava così tanto. Il solo pensiero di non avere suo padre a sostenerla come ogni volta la faceva tremare come una foglia.

Ad un certo punto il flusso dei suoi pensieri venne interrotto da un rumore familiare. La maniglia della porta che si abbassava per poi rialzarsi e scoprire una figura dietro di essa, e si distrasse del tutto.

Era un ragazzo, lo focalizzò ancor prima di poter capire cosa stesse succedendo. I capelli scuri e ricci gli ricadevano sul viso leggermente scompigliati, mentre gli occhi marroni e profondi non lasciavano trapelare alcuna emozione, se non un leggero imbarazzo.

Pensava di averlo già visto, ma non si soffermò molto su quello. Lì dentro tutti erano conosciuti, sarebbe stato strano incontrare persone non familiari.

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