Capitolo 6

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 SANEM

Le cose poco a poco migliorarono. Can fu dolcissimo ed estremamente comprensivo con me. Cominciò ad occuparsi del bambino facendogli il bagnetto ogni sera, imboccandolo con le prime pappe e mettendolo a letto dopo averlo fatto addormentare tra le sue braccia. In questo modo io riuscivo a ritagliarmi degli spazi solo miei e ricominciai a scrivere.

Questo clima di serenità sembrò ripercuotersi anche su Kerem che sempre più spesso ci regalava intere nottate di sonno.

Non riuscivo, però, ancora a lasciarmi andare completamente con Can. Continuavamo a dormire abbracciati, a scambiarci baci e carezze ma nulla di più. Se Can provava ad andare oltre mi irrigidivo, lui si scusava e per tranquillizzarmi diceva che non era importante, che avevamo tutto il tempo e che non c'era fretta. Io però sapevo che mentiva e che lo ferivo ogni volta.

CAN

Gli affari alla Friki Harika andavano bene.

Avevamo riaperto l'agenzia da quasi tre anni, riassumendo buona parte dei dipendenti, in primis Deren e Cey Cey, ed eravamo riusciti a riconquistare molti dei clienti che avevamo prima del fallimento.

Lavorativamente parlando mi sentivo soddisfatto. Non altrettanto potevo dire se guardavo alla mia vita personale. Certo il rapporto con Sanem andava meglio, Kerem cresceva sano e forte eppure qualcosa mi mancava.

Mi mancava sentire l'adrenalina scorrermi nelle vene, l'eccitazione delle nuove sfide, quello stimolo e quella voglia di raggiungere nuovi traguardi che ti fanno sentire vivo.

Quel pomeriggio stavo riflettendo su questo quando Deren bussò alla porta del mio ufficio annunciandomi una visita:" Can se sei libero la signorina Ayca vorrebbe farti un saluto.."

Ayca..Pur continuando ad occuparmi della pubblicità per l'azienda di suo padre non avevo più avuto notizie di lei da quella fatidica notte. Era come sparita nel nulla ed io di certo non l'avevo cercata. La sua visita inaspettata, perciò, mi colse di sorpresa ma non avevo nessun valido motivo per sottrarmi per cui risposi: " Certo Deren, falla accomodare".

Quando Ayca varcò la soglia del mio ufficio non potei fare a meno di pensare che fosse davvero una bella donna: alta, slanciata, capelli ed occhi scuri e portamento sicuro. Una di quelle ragazze, insomma, che se ti passano accanto, ti volti a guardarle una seconda volta.

Mi alzai per andarle incontro e salutarla con una semplice stretta di mano, di cui subito approfittò per attirarmi verso di sé e baciarmi su entrambe le guance.

"Can caro che piacere rivederti dopo tutto questo tempo...come stai? Ho saputo che ti sei sposato e sei anche diventato padre..."mi disse.

"Ciao Ayca, il piacere è mio. Già, le tue informazioni sono corrette. Io e Sanem alla fine ci siamo sposati e la nascita di Kerem ci ha portato una gioia immensa...ma raccontami di te...a cosa devo questa visita?" le chiesi

"In realtà non c'è un motivo particolare. Sono appena rientrata ad Istanbul da un viaggio all'estero e ho pensato di passare a salutare un vecchio amico. Spero non ti dispiaccia..."rispose accomodandosi su una delle sedie poste davanti alla mia scrivania ed accavallando le gambe in maniera alquanto provocante.

"Nooo, non mi dispiace affatto...posso farti portare qualcosa da bere? Un te, un caffè...?"domandai cercando di essere cortese e riposizionandomi sulla mia poltrona.

"Beh, Can, a dir la verità pensavo che saremmo potuti andare da qualche parte, magari per un aperitivo...in onore dei vecchi tempi..."mi rispose sporgendosi oltre la scrivania e mettendo in bella mostra il suo décolleté.

"Ayca ti ringrazio, ma quello che tu chiami "in onore dei vecchi tempi" ha rischiato di farmi perdere Sanem e quindi la mia risposta è no" dissi freddo avvicinando il mio viso al suo in segno di sfida.

In quel momento la porta dell'ufficio si spalancò e apparve Sanem con Kerem in braccio.

Mi resi immediatamente conto che, a prima vista, l'atteggiamento mio e di Ayca poteva trarre in inganno e pregai Allah che Sanem non giungesse a delle conclusione sbagliate.

Mi alzai in fretta e andai verso di loro tendendo le braccia a mio figlio, che non si fece pregare per essere afferrato da me, e salutando mia moglie con un delicato bacio a fior di labbra.

"Sanem, tesoro che bella sorpresa" le dissi, scrutandola attentamente alla ricerca di un segno di disapprovazione per quello che eventualmente credeva di aver visto. Ma fortunatamente non ne trovai, così riportai la mia attenzione al piccolo che sgambettava per essere messo a terra e muovere i primi passi.

"Sono stata dai miei genitori e così prima di rientrare a casa ho pensato di fare un salto qui" disse Sanem. "Mi dispiace di avervi interrotto" continuò guardando alternativamente me e Ayca.

"Tranquilla Sanem. Me ne stavo andando. Io e Can ci siamo già detti tutto. Buona serata!" intervenne Ayca prendendo poi la borsa e togliendo il disturbo.

"Ho detto qualcosa di male?" chiese Sanem sorpresa dalla scortesia di Ayca

"Non credo sia stata tu ad offenderla, cara...piuttosto io che le ho risposto picche" risposi

VENT' ANNI DI NOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora