Erano gli inizi degli anni ottanta, era una serata piovosa, Alethea una ragazza di ventisei anni, stava tornando da un doppio turno di lavoro, era esausta non vedeva l'ora di tornarsene a casa e farsi un bel bagno caldo. Quando passando per i vicoli disanimati di Chinatown, vide un uomo accasciato che chiedeva aiuto. Lei senza pensarci due volte corse in suo soccorso, solo che quando si avvicinò l'uomo si alzò di scatto e le iniettò un tranquillante.
Alethea si risvegliò, ancora stordita cercava di capire dove si trovasse. La stanza in cui si trovava sembrava una sala operatoria, ma molto spoglia e le pareti erano annerite, come se qualcuno non verniciasse da anni, ma riusciva a vedere poco e niente dato che la luce che aveva puntata contro era troppo forte. Si accorse che era legata ad una sedia, una specie di poltrona molto vecchia e con i polpastrelli sentì, che i braccioli erano pieni di graffi, molto probabilmente erano causati dalle persone in precedenza che cercavano di dimenarsi, era circondata da delle cinghie che le ricoprivano dalla testa ai piedi. Con le poche forze che aveva cercava di dimenarsi ma nel mentre si aprì una porta in lontananza, lei cercò di identificare il suo volto ma fu inutile, ma riuscì a capire che: era un uomo, molto probabilmente anziano, calvo e un po' zoppicante.
In lontananza l'uomo cominciò a parlare "Buon giorno" disse ad un tratto "Tu devi essere Alethea Adams." aggiunse, lei non rispose aveva troppa paura, "Ok... siccome tu non proferisci parola, parlerò io." disse con tono di sfida, si schiarì la voce e ricominciò "Alethea Adams: nata il 15 settembre del 1954 a New York, alta un metro e settanta, occhi verdi e capelli mori, in ottima salute e ottima condotta a scuola. I suoi genitori sono morti in un incidente per cause ancora sconosciute.." il dottore fece un piccolo ghigno e ricominciò "..ma parliamoci chiaro sappiamo chi è stat-" Alethea lo interruppe "Brutto bastardo non nominare i miei genitori e..e..e.. come fai a sapere tutte queste cose eh" disse sbraitando con il cuore in gola, "Oh oh! Signori siamo riusciti a farla reagire!" disse l'uomo guardando uno specchio alle sue spalle "Vuoi sapere che cosa ci fai qui eh?" disse l'uomo avvicinandosi "Da oggi sarai la nostra cavia, la cavia del HITOS". Fece un giro intorno ad Alethea, sospirò ed incominciò a parlare "Ti abbiamo studiato per molti anni e abbiamo capito che sei una donna, come posso dire..." si portò la mano al mento e con le dita picchiettava su di esso "Una donna valorosa!" "Ce ne sono poche come te" prese fiato e continuò "Ti farò una trasfusione di un composto di sostanze che trasformerà il tuo DNA, chiamato dal sottoscritto PROGETTO K-043".
Alethea iniziò a dimenarsi con tutte le forze che le rimanevano, incominciò ad urlare con tutto il fiato che aveva "Lasciatemi andare brutti figli di puttana". L'uomo mentre le stava preparando la trasfusione gli tirò uno schiaffo per farla azzittire "Tesoro mio i tuoi sforzi sono inutili l'unico modo in cui puoi uscire da qui è in sacco" disse con un sorriso malefico nel mentre gli mise una cinghia in pelle sulla bocca per farla stare zitta. Il dottore fece un gesto con la mano di entrare, un gruppo di uomini entrò, essi erano minuti di un taccuino e una penna, l'uomo gli disse di scrivere ogni singolo passaggio e reazione.
Alethea incominciò a piangere, sapeva che non ne sarebbe uscita viva da quella stanza. Uno dei tanti uomini iniziò a far partire il conto alla rovescia mentre un assistente era minuto di cronometro, mentre un altro, quello più vicino a lei, inserì l'ago nella flebo. La ragazza, con la coda dell'occhio intravide una sostanza olivastra, cercò di dimenarsi ma la sostanza era già entrata in circolo nel suo corpo. Iniziò a vedere tutto offuscato, i suoi arti iniziarono a tremare. Le sue pupille iniziarono ad allargarsi e una scossa di adrenalina correva lungo la sua spina dorsale, i suoi sensi si ampliarono: riusciva a sentire il sangue che le circolava nelle vene, riusciva a sentire l'odore del whisky scadente che proveniva da uno degli assistenti.
Iniziò a sentirsi così forte che riuscì a spaccare le molte cinghie che la incollavano alla poltrona, si strappò la flebo dal avambraccio, mentre tentava di alzarsi dalla poltrona uno degli assistenti la prese da dietro cercando di stordirla per farle perdere i sensi, ma lei lo ribaltò come un calzino al suolo. Alethea rimase stupita da tale atto in quel istante capì di essere diventata davvero forte. Nel tento di alzarsi alcuni assistenti si gettarono verso di lei, era troppo importante finalmente dopo anni e centinaia di tentativi il siero aveva funzionato. Cercarono in tutti i modi di bloccarla alla sedia, ma era troppo forte. Finalmente Alethea stava avendo la meglio, ma uno di loro fu più astuto, si avvento su di lei e la colpi ripetutamente con un taser e perse i sensi.
SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutti se siete arrivati qui beh grazie per aver letto, questa è la mia primissima storia infatti sono un po' in ansia, sono indecisa se pubblicare un capitolo a settimana o due non saprei (accetto molto volentieri consigli). ALLA PROSSIMA <3
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ALETHEA // IN PAUSA
AksiyonAnni ottanta, Alethea stava tornando da un doppio turno, la pioggia incessante non voleva darle pace. Credeva che la serata non potesse andarle peggio, finché non decide di aiutare un senza tetto.