4. Sbronza Triste.

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"Testa di cazzo, meno male che l'ubriaca ero io." Rimproverai il mio migliore amico, reggendogli la testa.

Una volta constatato di star meglio, Sting buttò il capo all'indietro, chiudendo gli occhi per un momento.

"Andiamo via, trovo qualcuno che ti riporti a casa." Biascicai, cercando di tirarlo su come meglio potevo.

"Ma Lucy..." Sussurrò dispiaciuto.

"Non fa niente, ma stai zitto, che rischio di vomitare anche io." Risi, arricciando il naso.

Lui fece una smorfia che voleva sembrare una specie di sorriso, ma non disse più niente, fino a che nella folla non incontrai Gajeel e Levy che bisticciavano di chissà cosa.

"Gajeel, portalo a casa, e tu, Levy, vieni, andiamo a recuperare Lluvia ed Erza."

"Veramente..." Iniziò a protestare la mia amica, ma Gajeel la precedette.

"Il gamberetto viene con me questa sera, dice che non ha mai mangiato l'hamburger al Lamia Scale." Disse scandalizzato il metallaro.

Io spalancai le labbra, il Lamia Scale era un piccolo pub vicino casa di Gajeel e Sting, uno di quei posti infimi e unticci, aperto h 24, ma che facevano dei panini da orgasmo. Quel cazzo di hamburger era il più buono che avessi mai mangiato sulla faccia della terra e Levy non c'era mai stata?!

"Oh, allora devi proprio andarci Levy!" Esclamai, mentre Gajeel prendeva di peso Sting, che nel frattempo si fissava le scarpe imbrattate di vomito con aria spaesata.

Domani mattina avrebbe dato di matto, ne ero certa. A momenti teneva più alla sua collezione di scarpe che a se stesso. Era maniacale.

"Vuoi venire con noi?" Mi chiese la ragazza titubante.

Avrei tanto voluto mettere qualcosa sotto i denti, il mio stomaco reclamava del cibo da un pezzo, ma la mia missione prioritaria era far avvicinare quei due. Non potevo di certo rompere la loro prima "uscita" da soli.

"Oh no, non ho fame, io devo cercare le altre due squattrinate, voi andate." Dissi con sguardo malizioso.
"E vi prego, riaccompagnate l'ubriacone." Aggiunsi subito dopo, visto che Sting stava sempre più scivolando pericolosamente a terra.

"Non preoccuparti, è in buone mani." Ghignò Gajeel, per niente rassicurante.

Dopodiché i tre girarono i tacchi e se ne andarono, lasciandomi di nuovo da sola. Che serata di merda.

Decisi di dirigermi al bar, forse Erza e Gerard erano ancora lì.

Con passo barcollante raggiunsi il bancone, ma ovviamente era completamente vuoto.

"Fanculo, me lo faccio da sola un cocktail." Sbraitai, aggirando il lungo tavolo.

Presi una bottiglia di quella che sembrava vodka ed una lattina di Lemon soda. Mischiai tutto in un bicchiere et voilà, un bel vodka lemon tutto per me.
Lo sorseggiai distrattamente per un po' appoggiandomi al legno con i gomiti, di tanto in tanto aggiungevo della vodka nel bicchiere di plastica, fino a che non iniziai a vedere tutto decisamente sfocato.

"Luigi, qual buon vento." La voce roca ed impertinente di Natsu mi arrivò attutita alle orecchie.

"Sono Lucy, piccolo stronzo." Farfugliai.

Misi a fuoco la scena, il ragazzo era seduto in modo scomposto su uno sgabello, mentre una brunetta dall'aria sconosciuta era avvinghiata a lui come una cozza, da viscido qual era, Natsu le toccava distrattamente il fondoschiena ed avevano entrambi i capelli scomposti e gli abiti sgualciti da post-coito.

I'm Fired Up, Lucy. (Nalu)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora