"Harry? Harry, Sejin se n'è andato, puoi uscire, ora."
Harry rientrò circospetto nel salotto.
"Siamo sicuri?"
"Sì, non preoccuparti" sorrise RM.
"Dov'eri nascosto, stavolta?" chiese Kookie, mentre Harry tornava ad abbracciarlo.
"Dove sono stato negli ultimi 26 anni."
"Cioè?"
"Nell'armadio, ovviamente."
Jungkook sorrise, e fece incrociare i loro sguardi.
"Sono io, o hanno letteralmente gli occhi a cuoricino?" si intromise RM.
"Infatti, prendetevi una stanza!" commentò J-Hope. A sentirlo, Harry lo fissò e alzò un sopracciglio.
"Volentieri, possiamo usare la tua?"
"Ok, finitela. Che dici, usciamo?"
Venti minuti dopo passeggiavano per il centro di Seoul mano nella mano.
"Ormai è quasi una settimana che questa storia va avanti. Siamo sicuri che nessuno dirà niente a Sejin?
Jungkook lo guardò e annuì.
Istintivamente, Harry si sporse verso di lui per baciarlo, ma Kookie si scansò.
"Aspetta, non qui."
I due si appartarono in una strada laterale.
"Ci baceremo in tutti i vicoli di Seoul, Kookie?"
"Sono tanti vicoli..."
"Non è un problema per me." sussurrò Harry riprendendo a baciarlo. (Io non ho parole ma che merd4 è questa chiedo scusa davvero)
Ci volle un po' perché riprendessero la loro passeggiata, ma a quel punto Harry si lamentò di avere fame.
"Starbucks? Sei in Corea e vuoi andare da Starbucks? Ti porto in un posto" lo aveva rimproverato Kookie, scuotendo la testa, e lo aveva portato nel suo locale preferito.
"D'accordo, avevi ragione, è meglio di Starbucks" ammise Harry dopo che Jungkook lo ebbe fatto rimpinzare di tipici dolci coreani (se mi chiedete quali siete quel tipo di persone che ricordano ai prof che c'erano compiti da correggere).
Quella stessa sera, il locale aveva organizzato una serata di musica dal vivo. Era pomeriggio inoltrato, e non ci sarebbe voluto molto prima che cominciasse. Per decidere di assistere non dovettero nemmeno guardarsi.
Passarono il poco tempo rimanente esplorando la zona, mentre Jungkook indicava tutti i posti degni di nota, e Harry lo tartassava di domande, dalla politica alla lingua ai passatempi preferiti dai coreani.
La serata live aveva attirato parecchia gente, che ora riempiva tutti i tavoli del locale, addossati alle pareti per poter liberare uno spazio centrale adibito a pista da ballo.
Sulla pedana che fungeva da palco erano già stati posizionati una cassa e un paio di sgabelli.
Harry e Jungkook si fecero spazio tra la folla, nel tentativo di avvicinarsi al palco.
Jungkook si avvicinò a Harry per dirgli qualcosa che l'altro non capì, perchè in quel momento le luci si abbassarono annunciando l'arrivo dell'ospite accompagnato dalle acclamazioni dei presenti.
Quando il cantante salì sul palco, sia Jungkook che Harry rimasero a bocca aperta: il primo nascose la faccia tra le mani, il secondo continuava a fissare alternativamente l'uno e l'altro.
"Sono io, o quel tipo ti assomiglia parecchio?"
Ora, i coreani si assomigliano un po' tutti. Tuttavia c'è una differenza tra l'inesperto occhio occidentale e un sosia che ha visto l'opportunità di sfondare impersonando il nostro Kookie.
Purtroppo per Kookie, il caso era proprio questo.
Quando Euphoria si diffuse nella stanza dalle casse, Harry fece del suo meglio per evitare di scoppiare a ridere.
Jungkook aveva automaticamente cominciato a cantare a sua volta, sottovoce, commentando in coreano ogni singola stecca del ciarlatano.
"Sei più bravo tu" commentò Harry.
"Ma non mi dire..." rispose distrattamente Kookie, l'espressione concentrata ad attendere il colpo di grazia, che arrivò poco dopo con un acuto particolarmente difficile, che il tipo sbagliò clamorosamente.
"Se vuoi andiamo via..." provò a dire Harry, utilizzando tutte le proprie energie per rimanere serio davanti all'espressione inconsolabile di Jungkook.
"Ho bisogno di un drink" disse solo lui, avviandosi verso il bancone.
Il barista li servì malvolentieri.
"Senti, amico, ti pago per cantare, non per..." si lamentò, per poi interrompersi di colpo. "Aspetta un attimo."
"Giuro che non lo sapevamo..." tentò di dire Jungkook.
"Tu sei quello inglese."
"Sì, sono io" sorrise Harry.
"Ragazzi, dovete salire sul palco."
"Non credo sia possibile..."
"Andiamo, Jeon. Posso chiamarti Jeon, vero? Sarebbe una bella sorpresa..."
"Le dico che non posso, io..."
"Vado io."
Jungkook fissò Harry allibito e scosse la testa.
"Harry, non puoi..."
Harry lo zittì. "Una canzone. Una sola."
"Per me va bene" si intromise il barman. Jungkook lo fulminò con lo sguardo, ma quello sembrò non accorgersene nemmeno.
"Sei sicuro di quello che stai facendo?" chiese Kookie, preoccupato.
"Fidati di me" disse semplicemente Harry, allontanandosi dopo un bacio leggero sulle labbra.
Prima che Jungkook potesse replicare, i due erano scomparsi. Poco dopo, sentì il barman annunciare il nome di Harry e la folla andare in delirio.
Harry, dal canto suo (perchè canta... capito? ok la smetto), salì sul palco salutando il pubblico come faceva abitualmente.
Jungkook si rifiutò di guardarlo, finchè non sentì le prime note di Golden.
Quando si voltò notò che lo sguardo di Harry era fisso su di lui.You're so Golden.
Il cuore di Jungkook prese a battere all'impazzata, cosa che con Harry succedeva spesso.
Quel ragazzo aveva avuto il potere di cambiare completamente la sua visione delle cose. Harry amava la libertà, in ogni sua forma, e in quelle poche settimane che avevano trascorso insieme era riuscito a contagiare anche lui: Jungkook si era ritrovato inesorabilmente attratto dal modo che Harry aveva di essere se stesso, senza mai rinnegarsi, senza scuse o rimorsi, senza mai fare marcia indietro. Gli faceva credere che anche lui ne sarebbe stato capace.
E ora era lì, su quel palco improvvisato, davanti a duecento persone, a dirgli "in qualche modo siamo qui, e funzioniamo, e lo so che hai paura perchè i cuori si spezzano, ma noi possiamo ancora essere qualcosa di bellissimo".And I know that you're scared
Because I'm so open."Come sono andato?" chiese Harry con un sorriso, una volta tornato da Kookie.
"Andiamo a casa" rispose semplicemente lui. Il sorriso di Harry si fece più ampio.
Si avvicinò e sussurrò: "Perchè invece non torniamo in albergo?"[CREDO CHE NON DISPIACCIA A NESSUNO GLISSARE QUESTA PARTE.
Usate l'immaginazione. O anche no.]La notte era calata su di loro senza che se ne accorgessero.
Harry sembrava incapace di addormentarsi e lasciare andare tutti i pensieri che si affollavano nella sua mente.
Sentì l'urgenza di svegliare Kookie e dirgli "Ehi, volevo solo dirti che sei la cosa più bella e speciale che mi sia capitata ultimamente, e che non dimenticherò mai", ma quando lo vide dormire, respirando piano, pensò che alla fine non era così urgente, che avevano ancora tempo.
Controllò l'orario sul cellulare.
Erano appena scattate le 2 e 46 quando il nome di Louis comparve sullo schermo.Angolo autrice
Lo so, questo capitolo è pessimo, corto e in ritardo, ma purtroppo non ho più tempo di lavorare a questa storia o di scrivere in generale perché sono ✨in sessione✨ contro la mia volontà, ovviamente.
In ogni caso, ci stiamo avviando alla fine.
Non so se sono riuscita a esprimere per bene il significato della loro relazione: si trattava di superare le barriere mentali e le insicurezze più che "scene romantiche e cute dates" che per quanto siano dolci, sono anche abbastanza statiche, e non esprimono a pieno il sì vabè chi voglio prendere in giro, questa storia è una presa per il cul0 ma amo Harry e Kookie profondamente e mi dispiace se non sono riuscita a renderli come meriterebbero 🥺
Dopo questo inutile sproloquio, vi ricordo di votare e commentare!❤️⬇️
Love you all💕PS: IL MANIP L'HO FATTO IO CON PICSART💕✨ LI AMO OK HO FINITO CIAO ADDIO
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Before I go ||H.S.xJ.Jk|| [COMPLETA]
FanfictieDisclaimer: storia ironica, in genere scrivo meglio, giuro. "Pensi davvero che ti cambierò la vita?" "Non lo so." sorrise Harry. "Forse lo hai già fatto." Harry ha tutto quello che può desiderare: una bellissima voce, un aspetto piacente, è al picco...