XVIII

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Appena entro nel grande edificio, un mondo diverso si apre davanti ai miei occhi. Stilisti e stiliste, truccatrici e truccatori, sceneggiatori e giornalisti. Non credevo che dietro ad una semplice intervista da pubblicare sul web ci fosse tutta questa organizzazione.
"Mi scusi"sorrido ad una signorina che per sbaglio mi urta contro e mi fa tornare alla realtà.
"Tom è a sistemarsi."urla l'addetto alle luci, a Philippe. Seguo quel ragazzo per un corridoio, trovandomi davanti alla porta di un camerino. "Sara?!"chiede Tom preoccupato, ma quando apre la porta mi trova davanti. Mi lascia un bacio sulle labbra e Philippe lo riprende all'istante.
"Non rischiamo."borbotta sedendosi sulla sedia e sbuffando.
"Felton, dovremmo sistemare un po' il trucco."si intromette un uomo, aprendo la porta e presentandosi con un carrello con sopra tutto l'occorrente.
"Chiamami pure Tom."sorride il diretto interessato e gli stringe la mano, poi si volta verso di me e fa l'occhiolino.
"Potrebbe mettermi un po' di matita?"chiede ancora guardando la quantità di trucchi sul carrello.
"Non posso, mi dispiace. Mi hanno dato delle dritte."sbuffa il ragazzo mentre passa un po' di illuminante sul suo volto.
"Lei chi è? La ragazza?"prosegue lo sconosciuto, guardando la mia immagine riflessa allo specchio.
L'espressione di Tom cambia improvvisamente, Philippe ritorna alla realtà e sgrana gli occhi.
"No, è una ragazza che è con noi."borbotta arrabbiato il manager e il truccatore comincia a studiarmi attentamente.
"Beh, non è per niente male. Non è il momento di trovare una ragazzina?"si intromette quel ragazzo, mostrando un sorriso beffardo.
"Eh beh, non hai tutti i torti."risponde Tom e mi ammira dallo specchio, mentre le sue labbra prendono una forma all'insù.
"Philippe, abbiamo bisogno di te."lo chiama una ragazza e lui la raggiunge, uscendo dalla stanza. Dietro di lui esce anche il truccatore, fischiettando una canzone.
Siamo rimasti io e Tom. Nessun altro. Mi sorride, poi si avvicina alla porta e la chiude a chiave.
Si volta verso di me e appena mi guarda negli occhi, le farfalle si svegliano dentro la mia pancia. Quegli occhi congelano ogni forma di sentimento.
"T..."ma mi mette un dito sulle labbra e sussurra: "Mancano ancora dieci minuti, dai.". Accenna un sorriso, mi bacia dolcemente ed io mi stringo al suo collo. Tom non smette di baciarmi e accarezzarmi il corpo, mentre i nostri cuori sembrano sincronizzati. Li sento, entrambi. Battono allo stesso tempo, mentre con violenza mi stringe a lui. L'atmosfera si trasforma in così poco tempo, le sue labbra scendono sul mio collo ed io mi faccio trasportare dalla bellissima sensazione dei suoi baci.
Poi...
"Ahia!"esclamo, massaggiandomi la testa. Le sue risate fanno eco in tutta la stanza, accompagnate dalle mie.
"Tom ci scopriranno così."lo riprendo ma lui, nonostante si mordi il labbro, non riesce a trattenersi.
Per colpa dello zaino di Philippe, siamo caduti a terra e tra poco sento che mi verrà un grosso bernoccolo. Sapevo che quel ragazzo ce l'avesse con me, ma non credevo che  anche inconsapevolmente mi stesse quasi per uccidere.
"Cosa è stato?"borbotta una voce preoccupata al di là della porta.
"Merda."sgrana gli occhi Tom e i nostri sguardi si incrociano per trovare una soluzione.
"Dov'è Tom?"chiede una ragazza, sempre più vicina alla nostra stanza. I passi, la voce arrabbiata di Philippe che piano piano si avvicina alla porta, il frusio di altre persone che cercano la posizione migliore per dare il via all'intervista. Tutto accresce intorno a noi, intorno a queste quattro mura.
"Tu esci, dí che sono andato in bagno e qua c'eri te."mi dice tutto d'un fiato e si butta dietro il grosso divano. Trattengo una risata, non appena vedo spuntare i suoi occhi azzurri che sorridono.
Mi faccio coraggio e a passo felpato esco dalla stanza. C'è un via vai di persone che entra ed esce dalla scena, credo stiano tutti cercando il protagonista della giornata.
"Sara, Sara. Tom?"chiede preoccupato Philippe venendomi incontro.
"Dev'essere andato nei bagni pubblici, quello del camerino l'avevo occupato io."mento e mi risulta assai difficile, infatti prosegue: "Che ci facevi rinchiusa nel suo camerino?".
Cosa dico adesso?
"Oh, beh, può sembrare vergognoso ma quando vado in bagno tendo a chiudere qualsiasi porta."faccio un sorriso imbarazzato ma il ragazzo di fronte a me sembra crederci. Così riesco a convincerlo di cercarlo verso i bagni pubblici.

Tom si siede al lungo tavolo, di fronte a tantissime telecamere che lo riprendono da ogni angolazione. Si volta verso di me e fa un mezzo sorriso, sostenendo quello sguardo con il mio. Ma viene interrotto dalla presenza di Philippe che mi chiama insistentemente.
Iniziano le prime domande, Tom è così abituato che ormai sembra stia prendendo un semplice caffè con amici d'infanzia.
"Ora facciamo questo gioco. Deve pescare delle parole ed ad ognuna deve associare qualcosa o qualcuno."dice l'intervistatrice ponendoli un grosso contenitore.
Tom pesca la prima parola con su scritto "Sogno".
"Beh, questo è un po' il mio sogno. Fare l'attore, il cantante, è sempre stato il mio sogno."sorride.
"Tom, devi associarlo a qualcosa o qualcuno!"lo riprende divertito Philippe e il ragazzo cede in un imbarazzo. Poi incrocia il mio sguardo e si stringe nelle spalle.
"Ah."si morde il labbro inferiore e prosegue "Attore e cantante".
"Draco Malfoy."legge ad alta voce e sorride a quello stesso nome "Credo sia abbastanza scontato: la mia amata mela verde.".
Nasce un boato di risate e il ragazzo continua con il gioco.
"Felicità."legge ancora e risponde "I miei bellissimi fans.".
Poi rimane a fissare l'ultima parola, sul suo volto scompare ogni forma di sorriso che fino ad allora non aveva abbandonato.
Sembra di notare la stessa espressione di Silente quando afferrò il bigliettino con su scritto "Harry Potter" per il "Torneo Tremaghi".
Non vola una mosca, il tempo sembra essersi fermato improvvisamente. Le persone bisbigliano tra di loro.
"Merda."sussurra Philippe, accarezzandosi la mandibola e contraendo ogni parte del corpo.
Tom stringe i denti e annuisce da solo: "Credo che ci sia stato uno sbaglio.".

Non so se sei solo un sogno || Tom FeltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora