Dopo aver salutato Scott e Jason decido di fare una passeggiata. Guardo l'ora e sono le due del pomeriggio, potrei provare a cercare un lavoro qui vicino. Lo stipendio della biblioteca di certo non mi basta per arrivare a fine mese, tra bollette, affitto e spese varie. Prima, quando lavoravo per una coppia di anziani, la rendita al mese era abbastanza alta, quindi non avevo bisogno di un secondo lavoro. Ma adesso mi serve un nuovo impiego, quindi è meglio iniziare a cercare subito.
Dopo due ore di ricerche non ho trovato nulla. Decido di fermarmi in un parco, mi siedo su una panchina libera e chiamo Francis, che mi risponde quando sta per chiudersi la chiamata.
"-Ehi Zara, tutto bene?" la solita. Si preoccupa sempre quando la chiamo, non sia mai che la chiamo perché mi manca o perché devo raccontarle qualcosa.
"-Frog, non deve per forza succedere qualcosa se ti chiamo."
"-Si, ma non chiami mai e quando la fai è sempre successo qualcosa" la sento sbuffare. Qualcuno è nervosa oggi.
"-Non è vero dai, non sempre almeno. Tu tutto bene? Ti sento nervosa dalla voce."
"-Si, tutto bene. Solo che il ragazzo che doveva consegnarmi la merce, mi ha chiamata dicendo che non può venire oggi a causa di un imprevisto, e quindi sono in ritardo con la nuova collezione."
"-Capisco, mi dispiace. Vedrai che domani arriverà, purtroppo sai che può succedere."
"Si, lo so. Ma dovevo consegnare un vestito oggi, la signora lo ha ordinato sapendo della mia puntualità. Tra due giorni ha un matrimonio, e se non arriva entro domani che figura ci faccio con la cliente?" certo, ha ragione. È una brutta situazione.
"-Non essere pessimista dai, vedrai che domani avrai la tua merce e non farai nessuna figuraccia." La sento sospirare rassegnata.
"-Hai ragione, solo che mi sono fatta prendere dal panico. Sai quanto ci tengo alla puntualità e alla professionalità."
"-Si, lo so, e lo sanno anche le tue clienti. Quindi stai tranquilla."
"-Cambiando argomento, come mai mi hai chiamata? Sono più che sicura che devi dirmi qualcosa." Non per niente è la mia migliore amica, sa sempre quando c'è qualcosa che vorrei dirle.
"-Nulla, mi sono appena seduta e ho deciso di chiamarti."
"-Zara"
"-Francis" ridacchio perché so che si sta innervosendo."
"-Vuoi parlare o devo venire a cercarti? Perché sai che ti troverò sempre, vero?" Non rido più perché so che sarebbe capace di trovarmi, senza che io le abbia detto dove sono.
"-D'accordo. Oggi ho incontrato Jason per ben due volte."
"-E?"
"-E niente, abbiamo pranzato assieme, c'era anche un suo amico ..." Non ho il tempo di finire la frase che devo allontanare il telefono, perché deve urlare sempre?
"-Aaaa, non ci credo. Zara Miller che pranza con un uomo, è un miracolo. Aspetta, non è che sei stata rapita e questo è un modo per farmi capire che sei tenuta in ostaggio?" si fa seria mentre parla, ma alla fine la sento ridere. Che scema.
"-No stupida. Ho pranzato veramente con loro. Mi ha aiutata con un cameriere folle e alla fine ho accettato di pranzare con loro. Sono stati veramente carini, e devo dire che non sono male come persone, forse."
"-Aiutata? Cameriere folle? Che è successo?" Ora inizia a farmi il terzo grado, ecco perché non volevo dirle niente.
"-Niente di preoccupante, solo un cameriere maleducato che voleva picchiarmi."
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L'urlo del silenzio
General FictionZara, una donna di 30 anni, si è trasferita da qualche anno in nuova città, sta cercando di ricominciare a vivere, di trovare un lavoro che la gratifica e chissà forse anche un nuovo amore, anche se lei è molto scettica su questo argomento, ma la vi...