Capitolo 14.2: Occhi

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Non so quanto sia trascorso da quando ho preso la mia decisione

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Non so quanto sia trascorso da quando ho preso la mia decisione. Stanotte, quando ho lasciato la tenuta, mi è sembrato di vederla. C'era una figura su quel molo ma prima che potessi rendermi conto di chi fosse, quella figura è sparita dietro il muro. Forse è un'illusione o forse no. Forse l'ho vista davvero, o forse voglio solo credere che fosse lei per darmi un ulteriore motivo per restare. Resto immerso nei miei pensieri e un tiepido raggio di sole mi colpisce il viso. Mi sfrego gli occhi, mi guardo intorno e mi rendo conto di aver passato tutta la notte sul ponte della mia barca. Mi tiro su e dopo aver fatto un respiro profondo tiro fuori dalla tasca la sua bandana. Quella bandana così importante per me, per il nostro amore. Quella bandana che per un anno è stata la mia compagna di viaggio silenziosa ma anche così rumorosa da farmi rendere conto di quanto il mio dolore fosse infinito. Guardo quell'oggetto così prezioso e la mia testa si affolla ancora una volta di mille domande e dubbi. Dovrei andare da lei? Dovrei andare via? Se vai via, non la vedrai più Can, mai più. Non riesco a pensare lucidamente e ogni volta che credo di essere arrivato ad una risposta, cado nel baratro dell'indecisione e torno al punto di partenza. Stringo quel pezzo di stoffa e lo rigiro tra le mani come a cercare un segno, un segnale che mi faccia capire come fare e appena alzo lo sguardo vedo il tender della mia barca. Vai Can, vai da lei, corri! E senza che possa accorgermene, il cervello da l'impulso al mio corpo facendomi alzare per correre sotto coperta. In fretta e furia preparo la borsa e all'improvviso un ricordo mi scuote. Sono da solo nella mia vecchia casa, preparo quello stesso borsone per andare via dopo l'ennesima litigata con Sanem, la più feroce, quella che mi ha portato via da lei per un anno. Chiudo gli occhi e cerco di scacciare quel pensiero così doloroso e riempio la borsa con il necessario. Metto pochi vestiti, aggiungo la sua bandana e la mia macchina fotografica, che non tocco da mesi. Sul tavolo c'è il suo libro che parla di noi, lo prendo e dopo averlo guardato decido di prendere anche quello. Dopo avere chiuso il borsone, salgo sul ponte per mettere in mare il tender. Con le cime mi aiuto a calarlo, e prima di salirci lo sguardo si posa sulla corda che, per tutti questi mesi, ho annodato intorno alla Genova nella speranza di lei. Prendo anche lei e la poso al sicuro nel borsone. Guardo un ultima volta la barca. Si Can, è la cosa giusta, vai da lei, solo questo mi rimbalza nella testa, così dopo aver preso il borsone, salgo sul tender e mi dirigo verso il molo.

Raggiungo il molo nel più breve tempo possibile e una volta arrivato, lego saldamente con un nodo il tender ad un palo. Recupero in fretta i miei pochi averi racchiusi in questo borsone e finalmente scendo. Non'appena i miei piedi toccano il suolo di legno della passerella, sento il cuore recuperare alcuni battiti persi durante il mio anno di fuga e dolore. Ho voglia di vivere, di respirare. Ho deciso che prenderò ogni cosa che Allah voglia darmi cosi come verrà. Sono consapevole che tra me e lei non possa esserci più nulla, e a me va bene cosi. Sarei stato tutto ciò che lei volesse in qualunque veste volesse, perché tutto ciò che voglio è provare a starle accanto e vederla sorridere al mondo, con quel sorriso che fa impallidire il sole. Prendo il cellulare dalla tasca e per prima cosa, chiamo la capitaneria di porto. Avviso della barca ormeggiata a largo e ne chiedo il ritiro per la riparazione. Appena mi confermano che provvederanno quanto prima ringrazio e chiudo quella telefonata con un sorriso. Guardo l'orizzonte un ultima volta e mi ripeto che la mia decisione è quella giusta. Volto le spalle a quel panorama e come se non aspettassero altro, le mie gambe iniziano a correre verso la tenuta, desiderose di raggiungerla. Voglio vederla, voglio che lei mi veda. Non so cosa aspettarmi, ma non desidero altro al momento. Mi chiedo dove possa essere ora e cosa stia facendo. 

GOCCE D'AMBRA (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora