Let it be.

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 – Non osate entrare lì dentro. Se dovete farlo, dovrete chiedermi il permesso. Ma visto che non avete niente da fare fra quegli umani ibernati, non vedo perché dovreste entrare. Primo. Secondo se avete fame, stessa ed identica cosa: se uno di voi ruba le sacche di sangue che abbiamo a disposizione, lo vengo a sapere ed è la vostra fine. Terzo. Siate furbi e siate dei bravi attori. I ragazzi non ricordano niente di quello che è successo perché li abbiamo soggiogati, ma sappiamo tutti che sono scaltri e più intelligenti di noi. Hanno della fantasia da vendere. Se uno di loro mostra segni di ricordare qualcosa, portatelo da me e provvederemo a fare qualcosa. Sono stato chiaro? –

Era oramai il secondo anno di dominazione vampira, ma era solo il primo anno in cui tutto cominciava ad avere una forma. Ci avevano messo tempo prima di poter far tornare tutto alla normalità, se poteva essere chiamata in quel modo. I vampiri avevano preso il sopravvento sugli umani e coloro che si erano battuti per la loro Terra erano morti miseramente. Per quelli rimasti era toccata loro l’ibernazione e per la nuova generazione, coloro che avrebbero mandato avanti il genere umano, era toccata, invece, la soggiogazione. Non ricordavano niente della guerra passata ed ognuno aveva un motivo diverso per non rivedere alcuni parenti. Chi era morto, chi era partito, chi era stato lasciato al proprio destino. E alla fine, dopo un anno di ripristino, erano riusciti a reggere il loro regno ed iniziare le cose. Nessuno sapeva niente se non i vampiri stessi. Dovevano nutrirsi solamente quando il capo dava loro il via, ma prelevavano le sacche di sangue dall’ospedale senza nessun spargimento di sangue. Non avrebbero retto il regime sotto una tirannia fatta di violenza e sangue, ma piuttosto qualcosa di pacifico, nonostante il passato non fosse tutto rose e fiori.  La città di Oslo, la capitale della Norvegia, era dunque sotto la dominazione di creature sovrannaturali che per vivere avevano bisogno di sangue umano. Ora, questi, facevano parte di qualsiasi istituzione come banche, ospedali ed anche scuole. Il capo del regno che aveva dato il via alla rivolta era il preside dell’università più prestigiosa di Oxford, che accoglieva gli studenti come se fossero i propri figli.

– Allora, io sono il professore David Nephrite, mi chiamerete professore fino alla fine dei vostri giorni ed osate solo disturbare la mia lezione e vi ritroverete sbattuti fuori dalla classe. – L’uomo dietro la scrivania si sistemò meglio gli occhiali sul naso e poi si passò una mano tra i capelli mori, lasciandoseli scivolare leggermente ai lati del viso a coprirgli le tempie.

– Qualcuno si è svegliato male stamattina.

 – Scusami, Smith?

– Sa già il mio cognome?

– Forse perché ho letto il registro e ho visto le vostre foto prima di entrare qua dentro?

– Perspicace.

– Hai già voglia di essere espulso?

Alle parole del professore, lo studente impertinente dai capelli ricci, si ammutolì. – Qualcun altro ha delle battute divertenti da suggerirmi? – Nessuno parlò: tutti preferirono rimanere in silenzio e ascoltare la lezione del professore.

Iniziare il nuovo anno era sempre stata una tortura e dire che era solo il secondo anno di dominazione. Erano passati solo qualche giorno – circa una settimana -  da quando aveva zittito quello studente e aveva già perso la pazienza. Oramai era difficile far sì che fra loro non ci fosse competizione e nemmeno un po’ di sfida. Era dura: il professore lo fissava e l’altro sembrava tenergli testa senza problemi. David si chiedeva se avesse conosciuto i suoi genitori ma, documentandosi, aveva scoperto che erano morti anni ed anni prima. A quel tempo, il riccio aveva solamente due anni ed aveva sempre vissuto con la nonna. Morta due anni prima. Tutto tornava, ovviamente: era stata uccisa dai vampiri perché considerata troppo vecchia per poter mandare avanti anche solamente un po’ la generazione umana. Così, William, era rimasto completamente da solo. I ragazzi della sua stessa età erano stati tutti soggiogati per dimenticare qualsiasi cosa ci fosse nel loro passato, di orrendo. Quindi si chiedeva come potesse essere venuto su con quel caratteraccio, nonostante avesse un viso così incredibilmente dolce e delicato. Aveva la pelle soffice – a vista – liscia, senza nemmeno un accenno di barba. I suoi occhi erano verdi e sempre vispi, furbi, proiettati sul professore che cercava di spiegare la lezione.

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