«Alexander...Alexander! Svegliati suvvia!» Il ragazzo si svegliò con gli urli assordanti di sua madre che per di più lo scrollava per le spalle.
«Cosa diavolo succede?» sua madre aprì le tende e la luce calda di luglio trafisse dolorosamente gli occhi del ragazzo, che si mise a sedere.
«C'è Dean qui fuori..» disse la donna avvicinandosi a suo figlio «...cerca di nasconderlo, ma è evidentemente sconvolto.» sussurrò velocemente mentre usciva.
Alexander, ancora molto confuso, cercò di sistemare un po' il caos che regnava nella sua stanza, si infilò una maglia a caso ed uscì sul corridoio proprio mentre Dean entrava in casa sua.
«Buongiorno eh» il suo amico lo seguì dentro la camera, chiudendosi la porta dietro le spalle. Era alto, magro e con delle spalle ampie, segno degli anni di allenamento, la luce che filtrava dalla finestra lo rendeva ancor più biondo e angelico. Si sedette sul letto e guardò Alexander negli occhi, quest'ultimo era perplesso «Allora? Che succede?» Dean non rispose subito e Alexander cominciò a preoccuparsi seriamente.
«Mh niente, è più una sensazione... » cercò di sviare, evitando il problema, ma Alexander sembrava sul punto di picchiarlo così gli disse tutto. «... Okay okay, ieri ero con la mia ragazza, stavamo chiacchierando normalmente e poi lei si... si è avvicinata e...» Alexander rise e lo interruppe «Non voglio sapere i dettagli, grazie.» Dean arrossì violentemente e riprese «No! Hai capito male... Comunque il punto è che, non lo so, avevo una strana sensazione e mi chiedevo perché volesse baciarmi... Cioè, non è strano?» Sbuffò.
Alexander lo guardò incredulo «M-Ma sei scemo? Cioè... Tu sei strano! Sono mesi che stai con lei, e ora te ne esci così... »
Il suo amico si sdraiò e fissò il soffitto per un po', come se potesse vedere al di là di esso «Alex... ti sei mai sentito, ehm, strano? Tipo diverso dal solito... come se non fossi te stesso?» Dean si girò su un fianco e cercò una risposta negli occhi del suo amico.
«No.» disse, forse con troppa veemenza.
Dean si alzò, così velocemente che Alexander a malapena lo vide avvicinarsi. Il suo amico lo strinse in un abbraccio forte e unico, che cosa gli stava succedendo?
Dopo qualche secondo si ritrasse e lo guardò negli occhi.
«Io...»
Alex vedeva il proprio riflesso negli occhi lucidi dell'altro.
«...mi chiedevo se... »
Dean si mosse lentamente, con cautela, poggiò delicatamente la mano destra sul collo del ragazzo, il pollice ad accarezzargli la guancia, e la sinistra scivolò piano tra i suoi capelli.
Alexander non riusciva a muoversi, la sua mente era vuota, non voleva formulare un qualche pensiero che lo aiutasse a muoversi, o anche solo a ragionare.
Ebbe la piena consapevolezza di ciò che stava per accadere solo un attimo prima.
Dean abbassò lo sguardo e premette le sue labbra su quelle di Alex.
Subito in lui fluì un concentrato di emozioni e sensazioni forti, come un colpo improvviso dritto al cuore.
Dentro Dean qualcosa esplose e si sentì al posto giusto, al momento giusto. Era stato inutile fingere e mentire per tutto quel tempo e ora, in un caldo pomeriggio di luglio con la luce del sole ad illuminarli, era riuscito a provare ciò che cervava da tempo.
Con entrambe le mani ferme sul collo di lui tentò di annullare totalmente tutto lo spazio che li divideva.
Ma così come le emozioni erano arrivate, sparirono e lo pervase un senso sconosciuto di panico. "E se...se lui...?"
Dean si staccò repentinamente da Alexander, quell'orribile pensiero gli stava facendo salire lacrime bollenti agli occhi.
«M-Mi dispiace... i-io non so cosa mi sia preso.»
Si lasciò cadere di nuovo sul letto di Alex e lo guardò.
Nella frazione di secondo che i suoi occhi impiegarono per fissarsi in quelli di lui, immaginò diverse reazioni del ragazzo: disgusto? odio? o altro?
Nulla di tutto ciò.
Alexander, ancora fermo nella scia di luce che entrava dalla finestra lo guardava stupito.
Ma non era arrabbiato né pareva disgustarlo.
Ruppe, fortunatamente, il silenzio che si era improvvisamente dilatato tra loro «Okay ehm, è stato inaspettato, devo ammetterlo.»
Era molto scioccato e sorpreso ma non lasciò che queste emozioni trasparissero.
"E ora?!" pensò Dean
«No, non stai rovinando la nostra amicizia, se è questo che pensi.» disse Alex con molta perspicacia.
Dean balbettò qualcosa di incomprensibile e si catapultò fuori dalla stanza e poi dall'appartamento.
Il ragazzo corse per minuti, superando case, palazzi e chiunque gli capitasse davanti.
La sua mente era come impazzita.
Davvero, aveva rovinato tutto?
Dean si sarebbe pentito?
O avrebbe fatto ciò che Alexander, nel silenzio della sua camera, aveva cominciato a temere, fingendo che non fosse mai successo nulla?
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I'll pick you up when you get down.
Ficção AdolescenteDue ragazzi. Una grande amicizia. E grandi cambiamenti.