un'altro giorno in ospedale

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hai un profilo su un social dove racconti com'è l'adolescenza vissuta in ospedale e come
ci si sente vivere con una sindrome di cui non si sa ancora la conoscenza, é raro al 1,2% un caso del genere e solo 215/300 persone tra cui tu ne convivono in tutto il pianeta.
Oggi devi fare un trapianto che molto probabilmente ti farà sentire meglio, eh si, la paura c'é l'hai ma insomma, hai ancora 16 anni e sei abbastanza forte.
I tuoi genitori sono orgogliosi di te, la loro figlia é sempre sorridente e caratterialmente fantastica! Qualsiasi genitore sarebbe fiero di te.
Sei una ragazza abbastanza sensibile, é questo il tuo punto debole ma tu ne vai fiera.

3 ore dopo...

Il trapianto é andato bene, insomma sei ancora qui, l'unica cosa é che devi riprendere la sensibilità del tatto quindi sei costretta a letto per 8 ore in pieno mattino.
I dottori scoprono sempre di più sulla tua malattia, chiamiamola così, ma non scoprono qual é il problema.
Tu non hai amici, come fai a farteli in ospedale? E poi la scuola te la fa un insegnante che viene 3 ore il mattino e 2 il pomeriggio, e dai, vai anche abbastanza bene.

Venti minuti dopo l'infermiera ha nuove notizie per te di cui tu ne rimani scioccata...

tu: aspetta, mi stai dicendo che tra quelle 200 persone che soffrono della mia stessa sindrome, un ragazzo é appena arrivato con la mia stessa malattia?

infermiera: si, proprio così

ma come sarà mai possibile una cosa del genere (pensi), é rarissimo ed ora c'è un ragazzo solo un anno più grande di me che soffre come sto soffrendo io?

possiamo essere normali insieme (jaeden martell)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora