XVIII

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-Gli esseri umani sono come il cielo del mattino.

Suo padre lo diceva spesso.

-Se sai osservarne i colori e il modo in cui le nuvole li adornano, riuscirai a predirne il comportamento futuro.

Era così che era cresciuta. Studiando le sfumature delle persone che la circondavano, cercando di leggere nel loro vestiario, nel loro agire, nei loro gesti quali sarebbero state le loro azioni.

-Un orizzonte rosa come le gote delle fanciulle ti rimarrà fedele per tutta la giornata. Ma presta attenzione al vento dal nord, potrebbe portare tempesta nel giro di un battito di ciglia.

Madonna Lucrezia era come un cielo dai colori limpidi ma costellato di nuvole che ne nascondevano numerose, strategiche porzioni. Era diretta e affidabile, ma piena di piccoli segreti. Il modo raffinato e opulento con cui si adornava indicava anche la sua malcelata propensione all'autocompiacimento, all'osservare maniacalmente le espressioni adoranti di coloro che la veneravano come una dea.

Diana lo aveva capito nel momento in cui aveva messo piede nella sua residenza. Solitamente le bastavano pochi sguardi per intuire la tendenza dell'animo di una persona. Ma quello che vedeva da qualche giorno non era altro che profonda oscurità.

-Hai capito?

Il tono distaccato del principe riportò la sua attenzione sul rotolo fra le sue mani, su cui era stata ordinatamente scritta una serie di segni suddivisi in gruppi. Diana osservò attentamente le combinazioni di linee e cerchi, studiando il modo in cui ricorrevano in diverse combinazioni.

-È molto più semplice di quanto pensassi- esclamò istintivamente.

Dopo un attimo di esitazione, lanciò una breve occhiata al suo insegnante da sotto le ciglia per vedere se la sua replica aveva suscitato irritazione. Tutto ciò che trovò, però, fu la più semplice e totale indifferenza.

-Lo è?- chiese l'uomo con lo stesso tono piatto che aveva preso ad usare dal momento in cui si era seduto nella stanza insieme a lei.

Indifferenza... sembrava così fuori luogo dopo la conversazione che avevano avuto il giorno prima.

Non ci riusciva.

Per quanto provasse, non riusciva a leggere quel cielo così tetro, così offuscato da una pesante coltre di nubi grigie, che oscuravano la luce tanto da rendere il giorno simile alla notte. E se questo non fosse stato abbastanza, una fitta cortina di nebbia le impediva di vedere più in là del suo naso, di percepire se ci fosse anche solo un accenno di frattura in quell'immenso grigiore, anche solo un sussurro di raggi di sole.

Quel cielo avrebbe potuto portare tempesta, la più violenta che avesse mai visto. O avrebbe potuto essere la fine di un maremoto, gli ultimi stralci di maltempo prima di lasciare spazio al più azzurro degli orizzonti.

-Per quanto alcuni suoni ricordino la lingua dell'impero, il vostro sistema alfabetico è molto più simile al nostro ed è assai più intuitivo.

Le nuvole non si mossero, ma una lieve brezza le soffiò gentilmente sul viso. Non era una corrente di pioggia. Era un vento che scacciava l'oscurità.

Il principe non sorrise. Nonostante ciò, Diana colse le sue labbra sottili distendersi impercettibilmente e i suoi occhi affilati sollevarsi appena.

Il principe del calmo mattino (M.YG)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora