2 - Grace

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Dopo qualche ora ho già fatto il giro di tutte le stanze che mi erano state assegnate e ho medicato i pazienti che ne avevano bisogno. Mi siedo su una sedia in sala macchinette e mentre sto per chiudere momentaneamente gli occhi per riposarmi vengo chiamata da una mia collega per aiutarla a posizionare il nuovo paziente arrivato, quello dell'incidente. Mi alzo con poca voglia e la seguo. Mi porge la cartella clinica del ragazzo mentre percorriamo il corridoio che dall'area macchinette porta alle camere, prima di entrare nella stanza guardo il nome scritto in stampatello maiuscolo sull'etichetta posta al centro della cartella, CARTER BALE, leggo e rileggo il nome più volte. E' uno scherzo?! Al destino piace giocare con me, anche se ora non c'è tempo per giocare visto che lui è all'ospedale ancora privo di sensi.

<Hey Carter> lo chiamo avvicinandomi a lui. La musica alta mi rimbomba nelle orecchie e gli shottini di tequila cominciano a farsi sentire. Gli sorrido provocante. So che questo lo fa sciogliere, funziona su tutti.

<Ehi bellezza, stai passando una buona serata? Vedo che ti sei già divertita molto>dice indicando la fila di bicchierini dietro di me. Mi avvicino ancora di più. Ora siamo a un passo di distanza.

<Vieni a ballare con me? Me lo avevi promesso>lo guardo con gli occhi da cucciola e lo prendo per mano cercando di trascinarlo al centro della stanza. Lui non oppone resistenza e così a ritmo di musica inizio a muovermi. Tutte le mie mosse sono calcolate per far aderire il mio corpo al suo in ogni momento possibile. Lui mi cinge la vita con il braccio per prolungare il contatto e appoggio la schiena al suo petto. Ora ci stiamo muovendo all'unisono, siamo come una cosa sola. Lentamente mi giro e porto una mano dietro il suo collo mentre lui mi accarezza i fianchi. Comincio a giocare con i suoi capelli e glieli tiro leggermente, sorride colpevole. So che quello è il suo punto debole e io ne sto approfittando. Mi mordo leggermente il labbro, provocante. Ora le nostre labbra sono vicinissime. Perfetto così mi verrà più facile attenermi al piano e vincere la scommessa. Un gioco da ragazzi.

<Carter ... mi sono innamorata di te> gli dico prima di baciarlo. Lui mi stringe ancora più a sé e con la mano mi accarezza il viso. Approfondisce il bacio e io glielo permetto. Il momento giusto deve ancora arrivare. Mi stacco da lui e lo guardo negli occhi.

<Tu non hai idea di quanto ho sperato che ricambiassi quello che provo io > Ahhh assolutamente perfetto! Cascato nella trappola come previsto. Fin troppo semplice.

<Povero illuso, povero piccolino. Credevi davvero che provassi quello che ti ho detto prima? Ma come dopo anni e anni che ci conosciamo non hai ancora capito come sono? A me non importa nulla di te, zero assoluto. Questa sera eri un preda facile per i miei giochetti, ti è bastata una spintarella e hai fatto tutto da solo>gli dico sorridendo. Lui lascia subito la presa e indietreggia. <Aww non ti aspettavi una reazione del genere vero? Beh che ti devo dire io mi diverto così> dico <passa una buona serata> faccio l'occhiolino e mi giro. Vengo trattenuta per il polso e quando mi giro trovo Carter ancora fermo dove l'ho lasciato.

<Puoi cercare di ingannare te stessa, ma non puoi ingannare me. Puoi essere padrona delle tue azioni ma mai dei tuoi sentimenti. So che anche tu provi qualcosa per me, lo vedo da come mi guardi, lo vedo dall'effetto che ti faccio, è lo stesso che fai tu a me. > mi dice queste parole e tutto intorno a noi sembra scomparire. La musica suona più piano e le persone si muovono quasi a rallentatore. Non posso mostrarmi debole, non adesso. Anch'io sento che tra noi c'è qualcosa, però il mio orgoglio è più grande. Voglio, devo vincere la scommessa con Brittany. E' così che facciamo noi. Scommettiamo sui ragazzi, su quanto tempo ci mettiamo a farli innamorare e successivamente su quanto ne escono distrutti quando si rendono conto che li abbiamo solo presi in giro. Anche con Carter doveva essere così. Il colpo finale era baciarlo e dichiararmi per poi lasciarlo con il cuore a pezzi dopo avergli rivelato che era solo una farsa. Quello che non avevo programmato era che anch'io mi potessi innamorare. Ma cos'è l'amore per dei ragazzi di 18 anni, nulla in più di un gioco.

<Io infatti per te non provo nulla>gli dico prima di girarmi e andarmene. Questa volta lui non mi blocca.

Ci metto un po' a rendermi conto che la mia collega mi sta chiamando da dentro la stanza, io sono ancora ferma immobile a fissare quel nome. Mi risveglio dalla vagonata di pensieri che si erano fatti spazio dentro di me e la vado ad aiutare. Lo vedo e lo riconosco, sebbene una parte di me desiderasse non fosse lui e che quel nome appena letto fosse solo una coincidenza, vederlo qui, vicino a me mi tranquillizza. Con molta calma e delicatezza lo facciamo scorrere dalla barella al suo letto. Lo copro bene con le coperte e mi fermo a guardarlo. Non è cambiato molto rispetto all'ultima volta che l'ho visto, un anno fa. I capelli castani sono più lunghi, sempre con i soliti ricci ribelli che mi piacevano tanto, gli occhi anche se ora sono chiusi me li ricordo bene, marroni, un marrone intenso, pieno, torbido, quasi neri tanto che a volte non riuscivo neanche a distinguere la pupilla dall'iride.

Prima che possa chiedere informazioni alla mia collega lei comincia a parlare

<Il giovanotto qui l'ha scampata bella. Poteva farsi davvero male, per fortuna aveva il casco o in questo momento non sarebbe qui. La ragazza che era con lui era davvero scossa. Lei ne è uscita quasi illesa però ora può stare tranquilla, perché è sotto le tue manine d'oro. >

Le ore passano velocemente e il mio turno è quasi terminato. Manca l'ultima mezz'ora e poi potrò tornare a casa. Devo assolutamente raccontare a Lucy chi ho incontrato. Lei mi può capire, può farmi stare meglio e consigliarmi nel modo giusto. Lei era una delle ragazze che mi divertivo a bullizzare mentre ero in compagnia di Brittany. Dopo quello che ho fatto a Carter, però, ho deciso di cambiare. Ne ero uscita distrutta anch'io e mi sentivo orribile per aver fatto sentire così decine di ragazzi e ragazze. Volevo cambiare e sono cambiata. Ci è voluto tempo però alla fine ci sono riuscita. L'ultimo della lista che mi manca con cui scusarmi è proprio lui. Carter Bale, il primo nome che ho scritto.

L'ultima stanza che devo visitare è proprio la sua. Mi hanno informata che si è svegliato così sto andando a vedere se è tutto apposto. Non faccio in tempo a mettere piede nella stanza che una ragazza con lunghi capelli biondi mi passa di fianco urtandomi

<Carter amore mio! Come stai? Ti fa tanto male la testa? Oh mi hai fatta davvero preoccupare sai?> oh no, non anche lei. L'ultima persona al mondo che avrei voluto ancora incontrare. Sto per uscire dalla stanza quando mi sento chiamare.

<Grace? Grace o mio dio sei tu! Da quanto tempo non ci vediamo> i loro occhi sono puntati su di me, più li guardo e più voglio scappare via, ma al passato non si sfugge, così entro, pronta ad affrontare quella che solo fino a pochi mesi fa consideravo la mia migliore amica, Brittany Lynch.




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