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- Allora è vero che vai con i prostituti?

In quel momento fu tutto più chiaro. Taehyung mi aveva portato in quel locale perché sapeva che Jimin lavorava lì. Così come sapeva che Jimin era un prostituto. E che noi due ci conoscevamo.
Sul serio, chi era quel ragazzo?

- Come fai a saperlo?

L'altro scosse le spalle e riaprì il libro.

- Dovresti pensare agli esami invece di perdere tempo dietro a gente come lui.

- Non è quello che ti ho chiesto. Come fai a sapere che io e Jimin ci conosciamo?

- Hey, tranquillo... ho le mie conoscenze. Mi piace curiosare in giro.

Sbuffai e mi alzai di scatto. Ne avevo abbastanza di tutte quelle coincidenze e quei giri di parole. Era come se tutti si fossero messi d'accordo alle mie spalle per farmi uno scherzo di cattivo gusto. Prima Hoseok, poi Jimin e ora anche Taehyung. Forse ero io il problema: mi fidavo troppo facilmente delle persone. Insomma, nel giro di due settimane avevo scoperto che il mio migliore amico frequentava un prostituto che si era poi rivelato essere uno spacciatore, avevo perso la verginità con un completo sconosciuto in un locale gay e ora mi trovavo di fronte a un apparente ragazzo tranquillo e gentile che si era offerto di aiutarmi a studiare e di usare la sua carta di credito da milionario per corrompere il fornitore di Hoseok. Per non parlare del fatto che aveva capito in chissà quale modo che c'era stato qualcosa fra me e Jimin. Ero proprio uno stupido. Sentii il bisogno immediato di andarmene da quel posto e stare alla larga da tutti per le successive ventiquattr'ore.

- Dove vai?

Taehyung sembrava sinceramente dispiaciuto.

- A casa. Sono stanco. Grazie comunque... per oggi.

Raccolsi in fretta i libri e uscii dal locale. Si era già fatto buio.

- Jungkook!

Mi voltai. Taehyung stava correndo verso di me con i libri fra le braccia, i capelli scompigliati e il cappotto che gli scivolava su una spalla. Quando mi ebbe raggiunto, si fermò per riprendere fiato.

- Cavolo... mi dispiace.

- Perché ti stai scusando?

Uno dei libri gli cadde dalle braccia e mi chinai subito per raccoglierlo. Glielo misi nello zaino ancora aperto e feci lo stesso anche con quelli restanti.

- Grazie...

Rimase in silenzio per un po', come se stesse formulando bene le frasi da dire.

- Capisco che il mio comportamento ti possa sembrare strano... è che c'è una cosa importante che non ti ho detto.

I fari delle auto che andavano e venivano creavano dei giochi di luci sul suo viso, ma lui non parve farci caso. Mi guardava dritto negli occhi, la fronte aggrottata e la labbra ancora schiuse in cerca delle parole giuste.

- Potrei aver fatto qualche ricerca su di te.

- In che senso?

L'aria gelida mi pizzicava il viso. Anche gli occhi di Taehyung erano lucidi per il freddo e tremava leggermente nel lungo cappotto.

Jungkook's birthday ↬  𝒋𝒊𝒌𝒐𝒐𝒌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora