XXI

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Accendo la tv mentre decido di andare a fare la doccia. Ho paura quando Annalisa mi lascia da sola a casa la sera, lo ammetto. Se avessi un cagnolino con me, magari sarei molto più tranquilla.
Prima di rifugiarmi nel bagno, però, dedico il tempo a chiudere a chiave le porte e a notare se magari un mostro si nasconde sotto al letto.
Poi, con il cuore che mi esce dal petto, mi faccio una doccia veloce.
È veramente strano, ma credo che succeda a chiunque: quando hai davvero paura di rimanere a casa sola, percepisci ogni piccolo rumore. Così, con una gamba fuori dalla vasca e con una dentro, finisco di sciacquarmi.
Ma appena, finalmente, metto il mio pigiama e posso recarmi al piano di sotto per preparare da mangiare, il campanello suona.
A passi leggeri, scendo le scale piano piano e giungo alla porta.
Con il cuore in gola, la apro e noto come prima cosa due occhi azzurri e poi il suo bellissimo sorriso.
"Tom... cosa ci fai qua?"domando sorpresa.
"Ti sono venuto a prendere, ovvio."risponde, come se fosse scontato.
"Vuoi davvero rimanere a dormire da sola stanotte con questo tempaccio? Magari arrivano i mostri e ti mangiano viv..."cerca di spaventarmi e con un segno della mano lo zittisco.
"Non mi interessa saperlo..."sorrido, poi poso le mie labbra sulle sue.
"Mmm, come sei profumata."accarezza i miei capelli ed inizia a ridere.
"Vado a prendermi qualcosa."riferisco salendo le scale.
"Guarda che il tuo pigiama mi piace."sorride, indicando il mio vestiario.
"Simpatico."faccio una smorfia e lui si stringe nelle spalle.
Appena davanti all'armadio, Tom avanza nella stanza e si mette ad ammirare ogni dettaglio della mia camera.
"Ci sono delle cose interessanti. Sei tu questa?"domanda, indicando una baby Sara seduta su un'altalena.
"Proprio io."sorrido.
"Serpeverde. Sei mai stata agli studios qua a Londra?"chiede, accarezzando lo stemma di quella casa.
Scuoto la testa: "Credo che rimanga uno dei miei più grandi sogni.".
Nonno mi promise che un giorno avremmo visitato gli Studios di Harry Potter. Se n'è andato troppo presto, avevamo così tante cose ancora da finire di esplorare insieme.
"In realtà mi sono convinta che non ci sarei andata senza nonno."sospiro, trattenendo le lacrime. Finisco di prendere i vestiti e tutto l'occorrente per rimanere a dormire da Tom stanotte e lo supero. Non voglio farmi vedere piangere ancora.
"Ehi, darling."mi blocca, prendendomi per un braccio. Mi perdo nei suoi occhi azzurri.
Sposta i miei capelli dietro l'orecchio e mi bacia dolcemente le labbra.
"Ti piacerebbe andarci?"domanda.
"Tom...". Non posso crederci che mi sta chiedendo di andarci con lui. Con Thomas Andrew Felton.
"Cosa fai domani?"si stringe nelle spalle e sorride ancora.
"Tom..."proseguo a balbettare. Non ho le parole adatte per rispondere. Non so se questo è solamente un sogno e se fosse, per favore, non svegliatemi.
"Chi tace acconsente. Quindi sei libera."si stringe nelle spalle "Devo fare una chiamata darling, tu prepara tutto che domani è un bellissimo giorno.".
In macchina, mi riferisce che ha organizzato ogni dettaglio: domani sera lasceranno lo studios aperto solo per noi.
"So che forse sarebbe bello se ci immischiassimo nella folla, ma Philippe..."mi riferisce.
"Stai tranquillo, Tom. Oddio, non ci credo. Non ci credo ancora!"esclamo eccitata saltellando sul sedile. Non posso immaginare che tra meno di un giorno saremo a visitare il luogo dei miei sogni.
"Adesso che ne dici se passiamo a prenderci qualcosa al McDonald? È tutto il tempo che ci sto pensando."mi riferisce, cercando di farmi contenere la mia euforia.
Annuisco: devo ammettere che pure a me va un panino.
Così, con la musica a tutto volume nella macchina, ci mettiamo in coda al Mc drive.
Ricordo quando nel mio paesino in Italia ci andavo insieme ad Annalisa e ad altri compagni di classe.
"Un giorno siamo stati tutto un pomeriggio al tavolino per fare un lavoro di Scienze umane. I commessi ci guardavano assai male."racconto.
"Beh, poi immagino quanto potevate sapere di fritto."commenta, divertito, facendo una smorfia con la faccia.
"Abbastanza."aggiungo.
"Come funziona la scuola in Italia? Ho sentito che ci sono dei licei specifici.".
Annuisco: "Io, ad esempio, ho frequentato le scienze umane.".
"Quindi sapresti leggermi nel pensiero?"domanda incurvando le sopracciglia "tu sei una vera strega!".
"Tom."lo riprendo, alzando gli occhi al cielo e lui si mette a ridere.
"Ma perché allora hai scelto di fare la redattrice editoriale e non la psicologa?"chiede, mentre avanziamo con la macchina.
"Ho sempre sognato questo lavoro."rispondo "In più ho sempre promesso a nonno che ce l'avrei fatta. È anche per questo che lo reputo più che importante quel posto. So che potrò essere una delle persone che potrà far avverare i sogni di chi se lo merita.".
Tom rimane in silenzio, accenna un sorriso e si perde nel mio sguardo.
Poi borbotta: "Credo che tuo nonno sia davvero fiero di te e di quello che stai facendo.".
"Anche il tuo, sicuro."puntualizzo e lui annuisce. Poi ammetto: "La prima volta che ti ho visto ho creduto che fosse stato lui ad organizzare il nostro incontro.".
"Lo credi ancora?"chiede, non abbandonando quell'espressione serena che gli nasce sul volto.
"Certo. Lui sarà lassù a riempire la testa di ogni altra anima con i nostri racconti e quelli della nostra casa preferita."rispondo e rido da sola al solo pensiero di immaginarmelo. Sono sicura che starà bene e questo mi rende felice.
Appena ho tra le mani il sacchetto del McDonald, mi sento sollevata. Il suo buon profumo penetra le mie narici, mentre Tom si lamenta sul fatto che gli impuzzerà tutta la macchina.
"Ci sarà Dobby a profumarla, tranquillo."gli faccio notare.
"Sarà il ventesimo Dobby che cambio."si stringe nelle spalle sistemando il deodorante profumante.
Ma vedo che prende una direzione differente dalla solita, per dirigersi a casa sua.
"Dove stiamo andando?"chiedo.
"Voglio andare a mangiare in un posto veramente splendido. Ci andavo sempre con mia madre."ammette e mostra un sorriso.
Questa parte di Londra sembra essere più verde del solito.
"Mi scuso se si fredderanno un po', ma merita."mi riferisce, dopo mezz'ora di viaggio.
"Vedrò se scusarti."dico ironicamente e lui stringe il volante. Sto trattenendo l'acquolina al vedere le patatine e i nostri panini che sbucano da dentro il sacchetto.
Dopo qualche altra curva, ci fermiamo in un grande parcheggio. È vuoto, ma il posto è accogliente.
"So che stai pensando: 'Sei pazzo Tom! Abbiamo fatto così tanti kilometri per venire in un parcheggio vuoto davanti ad una piazza abbandonata.'". Devo ammettere che sa leggermi nella mente e sa che anche interpretare bene la mia voce.
"Non è vero."mento, lui alza le sopracciglia ed io cedo: "Sì hai ragione , l'ho pensato. Sicuramente se mi spieghi...".
Lui si guarda l'orologio, poi una luce illumina la piazza. Un'altra luce, un'altra ancora. Infine, uno spruzzo d'acqua si alza dal mezzo alla piazza.
"Benvenuta allo spettacolo delle fontane danzanti."mi riferisce "Uno spettacolo esclusivamente per noi.".
Sgrano gli occhi, mentre Tom sistema i panini e le patatine sul cruscotto della macchina.
Sono senza parole. Thomas è riuscito a sorprendermi un'altra volta.
Le fontane assumono forme differenti a seconda della musica e della luce. È tutto così fantastico.
Nel frattempo mangiamo il nostro panino, ma non riesco a spiegare la bellezza del luogo.
"Grazie Fred."urla Tom, abbassando il finestrino e noto in lontananza un uomo con il capellino che mette fine a questa bellissima performance.
"Hai organizzato questo per me?"chiedo stupita.
"Era bello da vedere, il meteo diceva che smetteva di piovere e ho pensato di portarti qua. Fred è stato gentile..."ma non riesce a finire che mi butto sulle sue labbra sporche di maionese.
"Grazie veramente."sorrido e lui sposta i capelli dietro l'orecchio. Mai nessuno aveva fatto questo per me. Uno spettacolo in esclusiva per noi, nella bellezza di Londra. Tom sa rendermi felice, Tom sa veramente prendermi come ho sempre sognato. Questo è l'amore di cui vi parlavo, questo è quello che ho sempre desiderato.
Poi, per sbaglio, urto con il piede nella radio che si accende e trasmette una canzone che sappiamo entrambi.
Così cominciamo a cantarla a squarciagola e Tom mi fa un video mentre bevo la mia buonissima coca cola.
"Sei bellissima."dice, di punto in bianco, fermo a guardarmi.
"Così mi fai arrossire."lo riprendo e lui si stringe il labbro.
I suoi occhi luccicano. Ma non so il motivo.

Spero che la storia vi stia piacendo!❤️

Non so se sei solo un sogno || Tom FeltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora