Non ero riuscito a chiudere occhio quella notte.
Avevo continuato a pensare a come Namjoon ci avesso colto di sorpresa uno avvinghiato all'altro, con le labbra gonfie e i capelli completamente scompigliati.
Nella mia mente, a ripetizione infinita, c'era solo e unicamente quella scena a farmi affondare il viso sul cuscino e soffoccare la vergogna con acuti stridulii.
Ad essere sincero mi ero sentito terribile in imbarazzo per tutto il tempo che poi si era seguito, al punto che le mie orecchie - al solo minimo ricordo - si erano fatte più volte bollenti come tutta la mia faccia.
Ma era stato bello, così bello che non vedevo l'ora di assaggiare di nuovo le sue labbra in quel modo, senza più lasciarle andare così presto.
Cosa siamo noi, però, ora.
Quella era una domanda a cui tuttavia non ero ancora in grado di dare risposta, perseguitandomi incessantemente.
Mi chiedevo se avremmo continuato così oppure se ci saremmo allontanati di nuovo, incapaci di compatire l'altro.
Non riuscivo a comprenderlo, d'altronde, quel bel ragazzo.
Non ero sicuro che un giorno ci sarei riusciuto.
Era come se avessi baciato un nuovo e diverso Jungkook in quel bell'attimo, e non sapevo spiegarmelo, eppure era lui.
Il mattino successivo mi incontrai con Taehyung e Yoongi per chiacchierare, ma non dissi nulla riguardo a quello che era successo tra me e Jungkook in quella piccola palestra; neanche un accenno nell'aver incontrato un ragazzo tanto unico come Namjoon.
Avevo il fottuto terrore di sentirmi dire di avere fatto la più grande cazzata del mondo, riavvicinandomi ad una persona con cui rischiavo di avere tra le più tossiche delle relazioni.
Ed ero sicuro che i due non mi avrebbero mai compreso, perché la loro era una storia d'amore priva di imperfezioni: i due lati di un androgino che si erano ricongiunti dopo secoli di lunga e dolorosa ricerca.
Io e Jungkook non saremmo mai stati come Taehyung e Yoongi, come Paolo e Francesca per Dante e Romeo e Giuletta per Shakespeare.
Noi prima o poi ci saremmo lasciati, destinati a trovare altrove la nostra anima gemella anche dopo la morte, spezzando quel filo rosso legato al nostro mignolo che ci aveva fatto incontrare.
Ma prima che quella maledizione ci avrebbe divorato, separandoci, avrei dato tutto me stesso per far sì che quel giorno venisse continuamente rimandato.
Mi sarei impegnato affinché potessi continuare a baciare quelle morbide labbra nonostante le ferite che mi avrebbero procurato.
Perché non le avrei più lasciate andare.
Non lo avrei permesso a nessuno.
«Allora io vado!».
Scossi ancora una volta una mano in direzione dei due ragazzi, aggrappandomi con l'altra alla tracolla della borsa.
Taehyung, come un bambino, mise subito il broncio e iniziò controbattere a voce alta.
«Eddai Minnie! Rimani ancora un po', non vorrai mica lasciarmi da solo con questo maniaco!».
Anche Yoongi rise con me quando il biondo sventolò le braccia in aria per protesta, dandogli una bella gomitata nel fianco mentre finiva anche il suo bicchierino con un solo sorso.
Era davvero incredibile come mandasse giù il soju ignorando il suo cattivo e nauseante sapore, come se fosse acqua di sorgente dopo una lunga e faticosa camminata.
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fantasticherie color ciliegia. jikook
Fanfiction«Perché continui a guardarmi? Ho fatto qualcosa di male?» «Non puoi capire cosa tu riesca a farmi immaginare, Jeon Jungkook...» (incompleta) 2021 © ossobruco