𝐼𝑁𝐶𝑂𝑁𝑇𝑅𝑂 𝐶𝑂𝑁 𝐼𝐿 𝑃𝐴𝑆𝑆𝐴𝑇𝑂

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"Mamma Papà!" esclamò una bambina seduta nei sedili posteriori di un auto "Cos'è quella cosa di color rosso che gioca sempre insieme a me?" domandò la bambina dai lunghi capelli mori e con due occhioni verdi che brillavano di spensieratezza e innocenza, "Una palla?" rispose la madre; ma la bambina invece di una risposta esplose in una risata così contagiosa che si misero a ridere anche i genitori, il padre divertito aggiunse " Uhm... può essere una macchina?" con un sorriso smagliante la bambina rispose "No!" e aggiunse "E' Mr. Charlie" , era un pupazzo che le aveva regalato il padre, lo avevano comprato in uno dei tanti musei che andavano a vedere quasi ogni settimana.

La bambina si mise di nuovo a ridere, e quando tutto stava andando per il meglio, il padre si accorse che qualcuno li stava seguendo ed iniziò ad agitarsi. Alethea era sempre stata una bambina molto sveglia e si accorse che la madre cercava di tranquillizzare il padre, "M-mamma è tutto ok?" chiese la bambina con la voce tremante, la madre si girò e le sorrise annuendo un sì con la testa, cercò di tranquillizzare più se stessa che la bambina.

Ad un tratto una delle gomme posteriori scoppiò, il padre era obbligato a cambiare immediatamente la ruota, non poteva attirare l'attenzione dei poliziotti, doveva tenere un profilo basso. Così accostò e rimase a fissare lo specchietto retrovisore. La moglie posò la mano su quella del marito e gli fece un lieve sorriso, lui ricambiò con un bacio sulla fronte, sapevano entrambi che era giunta la loro ora.

Così scese dalla macchina ma non fece in tempo ad avvicinarsi al portabagagli che due uomini corsero verso di lui e gli spararono due volte, prima nello stomaco e poi in testa. I due con un volto che non accennava sentimenti si avvicinarono alla portiera della moglie. La portiera fu tolta con uno strattone e lanciata dall'altra parte della strada, prese la madre per il collo e la strangolò mentre guardava negli occhi la povera bambina. Dopo aver finito la loro esecuzione tornarono nella loro macchina e se ne andarono. La bambina restò sola, in una macchina dove prima c'era amore e voglia di rifarsi una vita, ora c'era solo una bambina che stringeva il suo pupazzo con gli occhi pieni di lacrime.

Alethea si svegliò di colpo. Fu travolta da mal di testa atroce, le luci dei neon le corrodevano gli occhi, ma curiosa com'era si guardò in torno. Questa volta si ritrovò in una stanza con le pareti imbottite, simili a quelle usate negli ospedali psichiatrici per non far sbattere le teste contro i muri, cercò di alzarsi per "esplorare" quella piccolissima stanza, ma fu fermata da delle catene, che erano saldate al muro impedendole di alzarsi in piedi.

Ad un tratto da un angolo della stanza, una voce un robotica trasmessa da un ripetitore interruppe i suoi pensieri "Cara Alethea buon giorno, spero che questo riposino sia stato di tuo gradimento e per un dolce risveglio ti porteremo qualcosa di fantastico!" disse la voce. La porta della stanza emise un suono e si aprì, entrò un uomo con indosso un lungo camice bianco e in mano dei fascicoli, glieli lanciò e se ne andò." Tesoro mio, ora ti racconto qualcosa che ancora non sai" disse di nuovo la voce robotica "Quando eri piccola, tu e i tuoi genitori avete fatto un incidente in auto" stette in silenzio per qualche secondo, prese fiato e ricominciò " è successo per mano nostra".

Alethea era confusa ma allo stesso tempo arrabbiata come un belva, tutto il dolore che aveva provato in passato stava ritornando a galla, sapeva che da un momento all'altro sarebbe esplosa, "Perché mi fate questo? eh.." disse in cagnesco " Prima mi rapite, mi torturate e ora gettate fango sulla mia famiglia! ", dalla rabbia tirò le catene e si accorse che il muro stava iniziando a creparsi, " Tesoro se non la smetti non potrò dirti la verità "aggiunse la voce robotica "Sai ce ne sono stati tanti come te, molti erano come dei cagnolini ascoltavano ogni nostro ordine, anche grazie al metodo di Arnulf, ma poi sono impazziti e si sono ammazzati. Potresti fare come loro, quindi cara mia ora stai in silenzio ed ascolta!" urlò l'uomo.

La ragazza cercava di mantenere la calma, ma non ebbe nemmeno il tempo di ragionare che la voce metallica continuò il suo discorso " Sai Alethea, all'inizio di tutto quando l'esperimento stava funzionando il lurido bastardo di tuo padre volle denunciare l'accaduto ".

Alethea ancora non riusciva a capire ma stette in silenzio era accecata dalla rabbia, sentiva il suo sangue ribollire e il cuore esplodere, voleva scappare, ma aveva paura che se avesse risposto o provato a fare qualcosa poteva finire molto male per lei, "Tuo padre faceva parte di tutto questo, è stata sua l'idea di attaccare lo stato, non ha mai accettato che ci fossero dei segreti, ma un umano non è abbastanza forte per fare ciò! " disse l'uomo " ma siccome non volevamo gettare tutto all'aria decidemmo di farlo morire, oramai si era creato una famiglia ed era diventato pietoso!" aggiunse l'uomo "dovevamo fermarlo sennò avrebbe mandato al diavolo tutto questo".

Alethea iniziò ad andare in panico, sentì il suo cuore spezzarsi in due, non sapeva se credere a quelle parole ma i sospetti c'erano. "Tu sei una nostra creazione ormai. " e poi non si sentì più nulla, nella stanza calò il silenzio, l'unico suono che sentiva era il suo cuore che batteva impazzito.

Alethea fu sommersa dai dubbi, sentiva le lacrime allagare i suo occhi ma non pianse, lei odiava piangere, soprattutto in una situazione del genere, non aspettavano altro che vederla crollare.

Con i mille pensieri che gli farfugliavano in testa, cercava di guardarsi in torno. La stanza era completamente nuda non c'era neanche una brandina, ma notò che nel centro della stanza c'era una griglia, usata come canale di scarico.

Con tutte le forze che aveva diede un colpo secco e la catena si staccò dalla parete, solo che non si rese conto che aveva fatto abbastanza rumore. Senza pensarci due volte corse verso la griglia e cercò in tutti i modi di aprirla, sentì in lontananza dei passi e delle urla. Mentre tentava la fuga scattò l'allarme, la luce prima fredda e debole fu sostituita da una luce rossa molto intensa.

Incominciò con qualsiasi cosa a sfondare la griglia, dopo diversi tentativi ci riuscì, notò che era ricoperta da sangue incrostato, non c'era tempo di farsi domande ma solo di scappare. Così si infilò in quel canale.

L'odore era nauseabondo, per pochi secondi smise di respirare, iniziava a farsi stretto e l'odore di sangue si faceva sempre più forte e l'ansia aumentava, aveva paura che sarebbe rimasta lì incastrata. Proprio quando il panico stava prendendo il sopravento, cadde nel vuoto e finalmente il suo corpo entrò in contatto con l'acqua.

L'acqua era alta ma non era un problema, l'odore era troppo forte per riuscire a respirare. Quando si accorse che stava per arrivare alla fine delle fognature cercò di trovare un appiglio, fu una ricerca inutile solo quando stava per abbandonarsi alla corrente vide qualcosa che galleggiava e si aggrappò, solo che quella cosa si giro ed era una persona, il suo volto era irriconoscibile, completamente distrutto, e quel l'odore orrendo veniva da quel cadavere, ma si rese conto che non era l'unico, centinaia di carcasse galleggiavano come gonfiabili sul mare agitato.

Spaventata ed accecata dalle emozioni la scansò solo che facendo così perse l'equilibrio e andò sott'acqua. Sentiva il cuore che gli arrivava in gola, e il respiro che diminuiva sempre di più, cercò in tutti modi di risalire in superficie ma nel dimenarsi colpì un ferro e perse i sensi.

ALETHEA // IN PAUSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora