Capitolo 24

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 CAN

Ero nel mio ufficio con Deren e stavamo mettendo a punto gli ultimi dettagli di una campagna pubblicitaria per un'azienda produttrice di scarpe, quando entrò Emre.

"Deren, scusa, potresti lasciarmi solo un attimo con mio fratello?" chiese.

Guardai Deren e con un sospiro acconsentii " Va bene. Deren intanto invia le email di cui abbiamo parlato ed il resto lo finiremo più tardi..."

Una volta uscita Deren, mi rivolsi a mio fratello:" Cosa c'è di così tanto urgente da non poter aspettare?" domandai seccato.

"Hai per caso un'altra donna?" fu la sua risposta.

Lo guardai sbigottito. Non riuscivo a credere alle mie orecchie. " Ma che stai dicendo? Ti sei bevuto il cervello? Ti rendi conto dell'assurdità della tua domanda?" dissi arrabbiato.

"Non credo sia così assurda se lo pensa tua moglie!" mi rispose.

Il mio stupore crebbe ancora di più." Cosa? Come sarebbe a dire che lo crede Sanem?" quasi gridai.

"Sanem questa mattina è venuta da Leyla e si è confidata con lei. Pare che negli ultimi tempi tu sia.. come dire...un po' freddo nei suoi confronti e lei pensa che ci possa essere un'altra..."mi spiegò.

Mi passai una mano sul viso senza dire nulla.

"Allora?" insistette Emre.

Trassi un profondo respiro e poi confessai:" Non c'è nessun'altra donna Emre. Come potrebbe esserci? Amo Sanem più della mia vita, lo sai, e proprio per questo cerco di evitarla."

"Can...proprio non capisco...spiegati meglio." fece mio fratello.

Gli riportai brevemente la conversazione che avevamo avuto con il medico prima di lasciare l'ospedale e le sue raccomandazioni e conclusi dicendo:" Capisci perché non posso stare con lei? Ho paura, una dannata paura di farle ancora del male..."

Emre scoppiò a ridere " Can, Can...ed io che credevo che tu conoscessi le donne...Ma non ti rendi conto che così la stai uccidendo? E stai rovinando il vostro rapporto? Il dottore ha sconsigliato altre gravidanze, ma non di fare l'amore con lei..."poi chinandosi verso di me, che ero rimasto seduto alla mia scrivania, mi diede una pacca affettuosa sulla spalla e concluse dicendo:" Vai da lei e fatti perdonare, fratello!"

SANEM

Erano passati mesi dalla nascita delle bambine ed io mi ero ristabilita completamente, ma con Can non c'era stato nessun miglioramento.

Era sempre gentile e disponibile con me, ma nulla di più.

Dopo aver tentato più e più volete di avvicinarmi a lui senza successo, avevo rinunciato e mi ero rinchiusa in me stessa. Soffrivo, ma cercavo di non darlo a vedere. Quando ero da sola mi lasciavo andare al pianto per poi tornare la Sanem allegra e sorridente di fronte agli altri.

Alla fine mi ero convinta che ci fosse un'altra donna. Forse quello che avevano scritto i giornali su Can e Ayca non era tutto falso!

Il mio amore per lui era così infinito che in qualche modo lo giustificavo. In fondo, lui, spirito libero, in poco tempo si era ritrovato sposato, con tre bambini da mantenere ed una moglie che dopo due gravidanze non era certo avvenente come prima. Come potevo biasimarlo?

Mi ero confidata anche con mia sorella, che aveva cercato di tranquillizzarmi dicendo che non era possibile che Can mi tradisse, ma io non le avevo creduto. Quello che era nato come un semplice sospetto era diventato, ormai, una certezza per me anche se prove concrete non ne avevo.

Ma in fondo non si dice che il sesto senso di una donna non sbaglia mai?

CAN

La chiacchierata con Emre mi aveva costretto a riflettere ed ora mi trovavo seduto nel pick-up, fuori casa, senza sapere cosa fare e come comportarmi con Sanem.

Era sera tardi. Tutte le luci erano spente, tranne un tenue chiarore proveniente dalla nostra camera da letto. Mi feci coraggio, scesi dal furgone ed entrai cercando di non far rumore. Mi diressi verso la nostra stanza e rimasi immobile sulla soglia. Sanem si stava spogliando per andare a dormire e quando vide il mio riflesso allo specchio si affrettò a coprirsi.

"Non ti ho sentito arrivare.." si scusò abbassando lo sguardo imbarazzata, dandomi le spalle.

"Ti prego.., non farlo Sanem." le dissi avvicinandomi a lei e costringendola ad alzare il viso per vedere la mia figura allo specchio. Nei suoi occhi lessi una profonda tristezza e mi si strinse il cuore. "Cosa mai le avevo fatto?" pensai.

Appoggiai le mie mani sulle sue spalle e delicatamente feci scivolare a terra la vestaglia, lasciandola in camicia da notte. Poi le spostai i capelli su un lato in modo da avere libero accesso al suo collo che accarezzai con la punta delle dita facendola rabbrividire al mio tocco.

"Perdonami Sanem. Sono stato uno stupido. Non c'è nessun'altra nella mia vita. Esisti solo tu adesso e per sempre!" le sussurrai per poi girarla verso di me e baciarla come non facevo da troppo tempo. Lei non oppose nessuna resistenza, si lasciò andare completamente. Aveva bisogno di quel contatto come lo avevo io. Ero stato un povero illuso a pensare che mi sarebbe bastato il solo averla accanto per sentirmi completo. Le mie mani avevano bisogno di sentirla, il mio respiro di fondersi con il suo, i miei occhi di perdersi nei suoi ed il mio cuore di battere all'unisono con il suo.

Quella notta ebbi nuovamente la conferma che non c'era Can senza Sanem e non c'era Sanem senza Can.

VENT' ANNI DI NOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora