15 - Carter

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Grace viene verso di me e mi bacia, adoro il modo che ha di baciarmi, passionale. Mi stacco per guardarla, può essere ancora più bella di così? Me lo chiedo ogni volta che la vedo.

Ora non sembra più la stessa Grace, ha uno sguardo diverso, freddo. Scoppia a ridere, adoro la sua risata ma questa é diversa... malvagia quasi.

<É tutto finto, Bale. É tutto uno scherzo> mi dice non smettendo di ridere. Mi fa quasi paura. Si avvicina e mi prende per le spalle, mi spinge e cado a terra.

<Non sei niente per me. Zero> Si allontana e se ne va.

Mi sveglio tutto sudato, guardo l'ora 03:33 del lunedì mattina. Fra poche ora mi dovrò alzare e andare all'università. Ho zero voglia di vedere gente. Soprattutto lei. Che cosa mi é saltato in mente qualche giorno fa? Se Britt non mi avesse fermato l'avrei baciata. In ogni caso l'avrei fatto in nome della scommessa.

Mi alzo e decido di farmi una doccia. Ormai il sonno se ne é andato e se chiudo gli occhi rivivo il sogno unito al ricordo di un anno fa ed é l'ultima cosa che voglio. Dopo il nostro quasi bacio mi ero quasi convinto ad annullare la scommessa con Britt. Per fortuna non l'ho fatto ma ora starò più attento. Grace non mi fa un bell'effetto. Me lo devo ricordare e devo essere lucido. Fallo per te Carter, mi ripeto mentalmente.

Alle 08:15 trovo Lucy e Grace che mi aspettano in macchina sotto casa mia. Indosso la maschera da stronzo e via. É quello che faccio da un anno a questa parte, metto una maschera. Pochi sanno del mio passato da Buon Samaritano e sembrerà strano ma non voglio che la gente mi conosca per questo ma piuttosto per il tipo stronzo e maleducato. É più semplice, oltretutto meno ricordo del passato meglio é, anche se la vedo dura visto che il passato si chiama Grace Hilton.

<'Giorno> mi dice Lucy mentre entro in macchina

Abbozzo un saluto e chiudo la portiera.

Noto che Grace mi guarda dallo specchietto laterale con un sorriso e mi passa un sacchetto di carta.

Lo afferro senza dire niente, non so cosa sia. Grace si rigira interdetta, apro la busta e trovo un muffin al cioccolato. Si é ricordata. Per un momento esito, non so se ringraziarla o meno, alla fine opto per la seconda opzione. Non posso rivivere le cose di un anno fa. Non posso. Non credo ne uscirei vivo. Devo tornare a far finta che sia morta. Me lo devo.

A volte penso che non può essere possibile che un ragazzo nel fior fiore degli anni, sorridente e generoso possa diventare l'opposto solo perché una ragazzina l'ha fatto soffrire. Il problema é che Grace non era una ragazzina era il mio amore. Era. E mai più lo sarà. Ora tocca a me giocare, devo farla innamorare di me e poi farla soffrire. Solo allora sarò felice.

Entriamo in aula, prima che mi possa sedere mi sento chiamare dalla sua voce.

Mi giro ma non le rispondo.

<Ehm, volevo un attimo parlarti, dopo lezione puoi?>

Alzo le spalle

<Se é una questione di vita o di morte ok, altrimenti ho altro da fare> Non mi interessa sapere cosa ha da dirmi.

<Ah ok, beh non ci metterò molto.>

<Meglio> sussurro. E mi vado a sedere lasciandola li in mezzo all'aula.

La lezione passa veloce, mi dovrò trovare ancora con Lucy ma questa volta mi assicurerò di non trovarmi Grace tra i piedi.

Ho deciso che la aspetto fuori dalla classe. La lezione é appena finita. Quasi subito la vedo arrivare, mi guarda e dice

<Possiamo andare in un posto più tranquillo?>

Pure, già le sto dando il mio tempo prezioso...

<Ok> le rispondo freddo. Credo si sia accorta del mio cambio di atteggiamento, é più rigida. Non potrò andare avanti all'infinito con questa arrabbiatura nei suoi confronti se voglio farla innamorare di me ma ora non ce la faccio ad essere carino e coccoloso.

Usciamo nel giardino del campus e Grace va verso una panchina, la seguo.

<Allora io vorrei parlarti di martedì...> comincia appena ci siamo seduti

<...si insomma, di quello che é successo.>

Ma é seria? Mi viene da ridere e sbotto, non mi trattengo

<Scusa se rido ma questa é proprio una barzelletta, non é successo niente martedì. Io non ricordo niente di così importante da doverne parlare, sinceramente. > Effettivamente non é successo niente.

<Beh a me non sembra niente visto che mi stavi quasi per baciare se non fosse squillato il telefono>

Mi risponde a tono, quasi offesa del fatto che io non ricordi di martedì. Ma io ricordo tutto, benissimo.

<Fidati, baciarti é l'ultima cosa che farei.> Mi avvicino e continuo

<Sei praticamente inesistente per me, fosse per me ti eviterei come la peste ma tu sei sempre in mezzo a ricordarmi di quanto la mia vita faccia schifo quando ci sei tu tra i piedi.>

Indietreggia all'istante ma non abbassa lo sguardo.

<Ma si può sapere cosa ti ho fatto?> mi dice quasi alzandosi dalla panchina. Ma qua siamo alla follia più pura. Forse sto ancora sognando. É un incubo. Ma del resto tutto lo é quando c'é Lei.

<Ma sei seria? Mi hai rotto Grace, spezzato. Mi hai ferito e tanto. E tu lo sai quanto dannatamente ti amassi, ma tu imperterrita con quella farsa. E hai anche il coraggio di chiedermi cosa mi hai fatto. Incredibile> Le urlo contro. Alcuni passanti ci guardano, me ne frego.

Non credo si aspettasse un mio sfogo, sinceramente neanche io me lo aspettavo ma ce l'avevo dentro da troppo tempo. Mi guarda come se si fosse solo ora ricordata e soprattutto resa conto del male che mi ha fatto.

<Scusa io non...>

<Non mi interessa più niente Grace, un anno dopo, non credi che sia un po' tardi per delle scuse? Ora devo andare> In realtà non devo andare da nessuna parte ma voglio allontanarmi da lei.

<Aspetta, ti dobbiamo dare il passaggio del ritorno.> mi guarda quasi speranzosa

<Lascia stare, e non serve che mi veniate più a prendere.> prendo il telefono dalla tasca e le mostro che cancello la sua foto mezza nuda.

<Ciao Hilton>

<Ciao Carter>

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