16 - Grace

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Osservo il corridoio della mia scuola superiore. Mi sembra di essere altissima perché vedo tutti dall'alto, come se fossi un avvoltoio in cerca della sua preda. In realtà é proprio quello che sto facendo: cerco qualcuno da colpire, da distruggere solo per divertimento. Giro lo sguardo e vedo Britt fare un ghigno. Ha già trovato una vittima. La segue per vedere chi ha scelto e il mio sorriso diventa più grande quando noto che é una ragazzina del secondo anno con gli occhiali e due grosse brutte trecce.

<Ehi Pippi Calzelunghe > la chiama Brittany

<No dai vi prego > risponde lei stringendo i libri al petto <non oggi, é il mio compleanno> continua sussurrando.

<Il tuo compleanno? Quanti anni compi? Otto? Con quelle trecce immagino di sì > rispondo io avvicinandomi e prendendole i libri dalle mani. Brittany si avvicina a me e guarda le copertine.

<Guarda, la nostra piccola Pippi fa parte del club del cucito> dice lei scoppiando a ridere e io la seguo a ruota.

<Oltre che avere otto anni vive pure nell'Ottocento se impara "la nobile arte del cucito"> aggiungo leggendo il titolo dal libro.

<Ehi aspetta, ma questo é il suo diario segreto > gli occhi di Britt si illuminano. Lo apre e nel mentre io allontano la nostra Pippi per fare in modo che non arrivi alla mia migliore amica per prenderle il diario. Brittany comincia a leggere.

<Caro diario, oggi sono molto felice> Britt fa una pausa e ridacchia <per la prima volta ho parlato con il ragazzo dei miei sogni , aww che carina l'uomo della sua vita> dice lei. Brittany mi passa il diario per farmi continuare la lettura. Intanto intorno a noi si é formata una cerchia di ragazzi. Mentre la mia amica tiene ferma la nostra preda io continuo a leggere

<É davvero affascinante, con quei capelli ricciolini, potrei vomitare > rido e così fanno anche le persone intorno a noi. Il sorriso mi muore sulla labbra non appena continuo a leggere per me il diario. "Il ragazzo si chiama Carter, Carter Bale". Non può piacerle lui. Lui é mio e di nessun altra. Ma ovviamente nessuno sa che é così perché io e Britt siamo famose per non innamorarci mai

<Ehi Grace continua> mi sprona la mia migliore amica. Mi stampo un sorriso malefico in faccia e continuo.

<Il ragazzo si chiama Carter, Carter Bale, ma come ti fa a piacere un idiota come quello > continuo scoppiando a ridere seguita da Brittany. Con la coda dell'occhio però vedo qualcuno lasciare la folla. Anche se é di schiena lo riconosco subito. É proprio lui, il ragazzo di cui é innamorata Pippi, e di cui sono innamorata pure io.

<Oh poverino, mi sa che ci é rimasto male> dice Britt continuando a ridere.

Io però non rido più. Non ci riesco, perché un po' mi fa male, dentro al petto. Ma forse é solo l'acidità del caffè che ho bevuto a merenda.

Ripenso a questo momento da qualche ora. Subito dopo che Carter mi ha lasciata sola in mezzo al parco. Sono rimasta seduta sulla panchina fino a che non mi si sono addormentate le gambe. Decido di alzarmi per fare quattro passi e per sgranchirmi un po'. Forse é anche ora che torni a casa, Lucy si starà chiedendo dove sono finita. Carter ha ragione, l'ho ferito e tanto. Sicuramente le mie scuse non possono alleviare il dolore che gli ho causato, magari potranno solo farlo innervosire maggiormente. Però nel mio modesto parere dire due semplici paroline come "Mi dispiace" possono mettere un piccolo punto di sutura sulla ferita e questo é il primo passo per guarire.

Salgo le scale per arrivare al mio piano. Non ho voglia di usare l'ascensore, voglio sfruttare quei cinque minuti che mi servono per fare i gradini per pensare, senza nessuno che si intromette nei miei pensieri. Voglio bene a Lucy, ma a volte é troppo insistente nel voler sapere cosa mi passa per la testa. Arrivo davanti alla porta dell'appartamento, tiro fuori le chiavi ed entro.

Lucy stranamente non c'é deve essere uscita mentre ero via. Ho bisogno di una doccia calda ma questa volta non voglio pensare a nulla. Così metto la musica dal cellulare e lo collego alle casse. Le note della prima canzone escono dal dispositivo e io mi sento un po' più libera.

Dopo la doccia vado direttamente a letto e mi addormento quasi subito.

***

É passata una settimana da quando ho visto Carter e finalmente ho preso una decisione. In qualche modo mi devo scusare e questa volta non lo devo far scappare. La prima volta che ho aperto il mio cuore a lui eravamo in ospedale ma stava dormendo. É stato semplice parlare perché sapevo che non mi stava ascoltando. Questa volta so che sarà più complicato ma ci devo riuscire.

Entro in aula qualche minuto in ritardo, il professore deve ancora arrivare. Mi giro a guardare la platea per trovare Carter. Devo parlargli ora, perché so che così non potrà scappare. Lo trovo dopo qualche difficoltà visto che ci sono molti studenti. Noto con molto piacere che di fianco a lui c'é un posto vuoto. Mi avvicino e mi siedo. So che mi ha vista perché ho visto il muscolo della sua mascella contrarsi più volte da quando sono qui. Approfitto del fatto che il professore debba ancora arrivare e parto all'attacco.

<Ciao Carter > comincio dopo aver sospirato per prendere coraggio <so che non ti interessa molto quello che ho da dire > lo vedo alzare le sopracciglia e assottigliare le labbra <ma é una cosa che volevo fare da tanto, troppo tempo. Scusami Carter, per tutto quello che ti ho fatto. Soprattutto per la festa di giugno. É vero, ho giocato ma mai con i tuoi sentimenti e nemmeno con i miei. Mi sono innamorata davvero di te. Facevo la stronza solo per farmi notare da te. E certo tu mi guardavi ma mai con gli occhi innamorati. Almeno non all'inizio. Poi però ci siamo conosciuti e si, mi sono avvicinata solo per quella stupida scommessa ma non rimpiango nulla di quello che ho fatto, se non la festa. Quella é l'unica cosa che vorrei non aver mai fatto. Avrei voluto dirti che ti amavo, e tanto. Solo che volevo vincere la scommessa con Brittany, non mi avrebbe mai lasciata stare se avesse saputo che mi ero innamorata. Se potessi tornare indietro non avrei mai accettato la sua proposta.> dico tutto d'un fiato e lui non mi interrompe nemmeno un momento. Non so se mi abbia ascoltato veramente. Per tutto il tempo non ha fatto altro che scarabocchiare su un foglio. Abbasso lo sguardo e sento le lacrime bruciarmi gli occhi. Non voglio piangere qui davanti a tutti.

<Carter, guardami > sussurro implorandolo con lo sguardo. Lui non mi guarda ancora. <ti prego> Carter alza lo sguardo e quando i nostri occhi si incontrano comincio a parlare di nuovo.

<Mi dispiace per tutto il male che ti ho fatto, ho fatto male anche a me. Se sei disposto a perdonarmi sai dove trovarmi > mentre parlo una lacrima solitari mi riga la guancia. Prima che possa dire qualsiasi cosa, prima che possa anche solo insultarmi mi alzo, prendo le mie cose ed esco dalla stanza. Non mi interessa della lezione, non mi interessa di nulla al momento. So solo che voglio tornare a casa.

Fisso il soffitto. Sono distesa da ore sul letto. Non mi sono nemmeno tolta le scarpe, sono crollata qui e basta. Le lacrime si sono seccate sulle guance. Ora sto un pochino meglio, almeno mi sono calmata. Vado verso la libreria sopra la scrivania e guardo i libri. Voglio iniziare a leggere un po' per evadere da questo mondo. Studio tutti i titoli, poi ne scorgo uno. É un libro che avevo iniziato mesi fa ma che non avevo mai finito. Lo sfilo dalla mensola ma nel farlo cade anche un altro libricino. Appena mi abbasso per raccoglierlo lo riconosco immediatamente. É il libro delle scommesse. Lo usavamo io e Brittany per scrivere le nuove prove da superare con tanto di data di inizio e fine scommessa. Nella pagina centrale c'é anche quella relativa a Carter. Dovevo iniziare il giorno del suo compleanno e così ho fatto. Come una macchina che esegue gli ordini mi sono mossa seguendo tutto un piano logico per riuscire nel mio intento di farlo innamorare ma tutti sanno come sono andate davvero le cose. Mi ero dimenticata che lo avevo ancora, alcune volte sono lì lì per buttarlo ma poi mi blocco e penso. Penso al fatto che questo dannato libro é lì per ricordarmi quello che ho fatto, per ricordarmi che finché sarò in vita dovrò sempre lottare per cambiare quello che sono stata in passato, per migliorare. Ora a distanza di un anno l'ho fatto. Mi sono trasformata in una persona buona, non c'é anima di malvagità in me. Nonostante questo però voglio ancora conservarlo, per non avere la tentazione di ritornare alla mia vecchia vita, per vivere sempre nell'amore e non più nell'odio.   



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