Capitolo 1

138 6 1
                                    

Luce. La parola più brutta che il genere umano abbia mai inventato. Ma poi che senso ha, capisco Eraclito e la storia dei contrari, ma se io volessi solo il buio? Non significa per forza oscurità, può diventare quello che tu vuoi che esso sia. Ok forse oscurità è la parola giusta ma se anche fosse così? Immagina due persone che non si conoscono, e iniziano a parlare. Ok ora pensa a due alternative, si trovano in una stanza e conversano guardandosi, scrutandosi e studiandosi a vicenda, oppure blackout, la luce scompare ed entra in gioco il buio, i due sono costretti a conoscersi nell'ottica dell'oscurità. Li devono solo sapersi ascoltare, devono sentire le parole riecheggiare nella stanza che sembra vuota, spenta, ma in realtà è piena, piena di lettere, di parole e di emozioni che vanno al di là degli occhi. Ho sempre pensato ad un blackout totale fin da bambina: mamma mi obbligava a comprare vestiti e piangevo guardandomi allo specchio in camerino, blackout; la maestra che mostrava il mio compito ai compagni per fra vedere come doveva essere svolto, e loro scoppiavano a ridere, blackout; quando cammino per strada e vedo le persone che sorridono, blackout; quando mi addormento nel buio e mi sveglio con il sole, BLACKOUT. Ecco in queste situazioni mi avvolgeva la luce, il battito aumentava e le lacrime scendevano da sole, ma ormai sono abituata, in questi casi, a chiudere gli occhi e a coprirmi le orecchie. Facendo così buio mi calma e ogni cosa si rimette al suo posto, tutto ha un senso, fino a quando non riapro gli occhi, e uno spiraglio di luce mi trapassa la cornea, la pupilla, l'anima. Peccato che io abbia appurato questo pensiero solo dopo, che i miei genitori scegliessero il mio nome, Luce, e così...è da una vita che mi sento l'opposto di me stessa, nome, corpo e tutto il resto, anche se fino a poco tempo fa questo non era un peso così grande. Se ci pensi e riguardi il passato, quante cose avresti fatto diversamente? Ecco io nessuna, tanto non conta quello che faccio se mi vedrò sempre così, estranea e diversa, non mi resta che aspettare la prossima vita. Sono circondata da moralisti, ma capire a fondo il proprio animo è difficile, e io ci sono riuscita, almeno credo. So solo che mi sta bene così. Non cerco la felicità, ne tantomeno so cosa sia, voglio solo una permanenza facile, e la tristezza e la malinconia è il meglio che ho trovato. È cosi semplice stare male, non devi sforzarti di sorridere o di trovare il bello nelle cose, vivi e basta, non c'è uno scopo. Ok sto delirando, prendo la mia solita tisana digestiva e vado a letto, anche se sono solo le 22. Una parte di me vorrebbe essere come gli altri, ma è quella parte che mi fa paura. Chi è, da dove viene, io non sono così e non voglio averci nulla a che fare. Mi addormento, e questa volta sogno il mare al sole.

Glimmer of lightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora