16. 19 settembre (Nicole)

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Siamo ancora nella stanza di Cassie, stese sul suo grande letto matrimoniale.

Paige guarda verso l'alto e io guardo lei.

Ha le labbra carnose e il naso perfettamente all'insù.

I capelli sono mossi e morbidi di un castano molto scuro.

È mulatta e il che la rende ancora più perfetta a i miei occhi.

Non so cosa fare né cosa dire.

Controllo il telefono, sono le 9:45 di sera.

Paige si alza, si gira verso di me ed inizia a parlarmi in modo tranquillo.

<<Nicole se ci tieni io non racconterò a nessuno di quello che è successo sta sera>>

Mi alzo di scatto e la guardo confusa.

<<Aspetta di cosa stai parlando esattamente?>>

Sospira e continua a parlare.

<<Il fatto che tu mi abbia baciata e poi tutto il resto... ma tranquilla, non è colpa tua. Avevi bisogno di supporto e hai trovato me.>>

Non riesco a credere a quello che sta dicendo.

<<Mio dio Paige no! Non è così che è andata.>>

Mi avvicino a lei e le accarezzo la guancia.

<<Tutto ciò che ho fatto l'ho fatto perché volevo. E credo che valga anche per te giusto?>>

Annuisce e mi sorride.

Le do un bacio sulla bocca e ci rivestiamo.

Quando usciamo dalla stanza c'è ancora un sacco di gente e la musica a palla.

Appena scendiamo le scale sbuca Cassie all'improvviso e si scaraventa su me e Paige.

<<Grazie al cielo ragazze, eccovi. Paige, io e Ty ti abbiamo cercato per tutta la sera. Dove eravate?>>

Paige inizia a balbettare cercando di dare una risposta.

<<Aspetta Cassie dov'è Finn?>>

In parte sto cercando di cambiare discorso, dall'altra parte sono davvero preoccupata per Finn.

<<Tyler e altri ragazzi lo hanno dovuto separare da Ryan. Si sono entrambi fatti molto male solo che Ryan è tornato a casa mentre Finn è rimasto qui. È nell'atrio con Ty ora.>>

Quando arriviamo da lui mi rendo conto che è ridotto davvero male.

Ha un occhio nero e il labbro che sanguina.

Tyler cerca di toglierli il sangue dal labbro con un panno bagnato e Cassie gli mantiene una sacca di ghiaccio sull'occhio.

<<Finn cazzo non c'era bisogno di arrivare a tanto>>

Cassie mi da ragione e Finn ridacchia indolenzito.

<<Tranquilla, mi sei servita solo come scusa, era da una vita che volevo spaccare la faccia a quel coglione>>

Paige trattiene una risata.

<<Be' Finn se devo essere sincero sei stato grande. Se non ti avessi separato io credo che lo avresti ucciso>>

I due scoppiano a ridere e Cassie si innervosisce.

<<Piantatela coglioni! La prossima volta che uno di voi due se ne esce con queste stronzate giuro su Dio che lo faccio cessare di respirare.>>

Squilla il telefono di Finn e Cassie controlla chi è.

<<Porca puttana, è zia Taylor>>

Finn le fa cenno di rispondere con il capo è Cassie risponde come se non fosse successo nulla.

Sta al telefono all'incirca cinque minuti per poi attaccare.

<<Finn zia Taylor è qui, è parcheggiata davanti casa. Ha detto che dobbiamo far uscire tutti e che ci deve parlare>>

<<Aspetta cosa? Non doveva tornare domani?>>

<<A quanto pare no.>>

Tyler lo aiuta ad alzarsi e iniziano a far uscire tutti.

Paige guarda me e poi guarda Cassie.

<<Cassie io e Nicole andiamo>>

Lei ci guarda confusa.

<<Tu e Nicole? Pensavo che te ne saresti andata con Ty.>>

<<No no tranquilla, accompagno Nicole e vado a casa sola. Mi raccomando chiamami domani mattina e fammi sapere com'è andata>>

Annuisce e io e Paige usciamo.

Mi accompagna fino a casa tenendomi per mano e quando arriviamo mi da un bacio per salutarmi.

Quando entro trovo mia madre in piedi con le mani incrociate che mi fissa arrabbiata.

La ignoro e appendo borsa e il giubbotto all'ingresso.

<<Nicole ho avuto una telefonata da Taylor Harris.>>

Continuo ad ignorarla togliendomi le scarpe.

<<Mi ha detto di averti visto camminare mano nella mano con una ragazza. A Taylor è sembrata la figlia dei Miller. Era lei?>>

Alzo gli occhi al cielo

<<Anche se fosse? Che cazzo può fregartene?>>

Mi alzo per raggiungere la mia stanza ma mi blocca prendendomi per un braccio

Avvicina il suo viso al mio ed inizia a parlarmi all'orecchio.

<<Ascoltami ragazzina viziata, non azzardarti mai più a girare con certa gente e prego Dio che tu non sia diventata lesbica. Sei l'unica erede di questa famiglia, hai come unico scopo fare figli e dargli il nostro cognome.>>

Stringe sempre di più la mano intorno al mio polso.

<<Non farmi fare più queste figure o sarò costretta ad agire per conto mio>>

Strattono il braccio per liberarmi dalla sua presa e salgo in camera arrabbiata.

BRISTOLHILLSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora