Ti scatterò una foto

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Maledetti.
Era l'unica parola che Louis riusciva a pensare, mentre camminava verso il piccolo studio fotografico di Camdem Town come un condannato a morte verso la forca.
Maledetti loro e maledetto me.
Non riusciva a crederci. Sarebbe riuscito a convincersi che fosse tutto un incubo se le risatine di Liam e Niall dietro di lui non fossero state così fottutamente reali. Si voltò un secondo, per lanciargli un'occhiata assassina.
"Puoi sempre ritirarti, Tommo!" gli disse Niall tra una risata e l'altra.
Ovviamente non poteva. Avevano iniziato quello stupido gioco delle scommesse un anno prima. Ogni mese, si sfidavano a fare qualcosa di assurdo. In gioco il loro orgoglio. Era iniziato tutto durante una domenica pigra e noiosa, ed era stato lui, neanche a dirlo, a fare fuoco alle polveri. "Ti sfido ad abbassarti le mutande e mostrare il culo alla signora Betty" aveva ridacchiato verso Niall. E quel folle lo aveva fatto. Aveva appiccicato le chiappe sulla finestra del salotto della sua anziana vicina di casa. Lei li aveva minacciati ferocemente. Ma Louis era certo che infondo avesse apprezzato, perché da quel giorno aveva iniziato a chiamare Niall Chiappe Irlandesi.
Ovviamente, però, i suoi migliori amici non sapevano proprio darsi una regolata.
E quindi eccolo qui, mentre andava a testa bassa, ad ottemperare all'ultimo ordine che aveva ricevuto. Un servizio fotografico. A luci rosse.
Adesso, Louis non era mai stato propriamente un timido.
Gli piaceva stare al centro dell'attenzione, fare casino ed essere il giullare della classe a scuola. Ma quella era tutta un'altra storia.
Prima di tutto perché avrebbe dovuto lasciarsi fotografare nudo in pose ammiccanti.
Questo già rappresentava un problema. Louis sapeva di essere carino, era a proprio agio con il suo corpo ed aveva anche avuto diversi ragazzi. Ma immaginarsi mentre posava davanti ad un obiettivo lo rendeva terribilmente nervoso e lo faceva arrossire fino alla punta delle orecchie.
Come se non bastasse, quei due stronzi erano stati piuttosto precisi nel formulare la sfida.
Avrebbe dovuto farsi fare un servizio fotografico a luci rosse, nel piccolo studio di Camdem –All About Styles , il che era ovviamente una tragedia.
Il fotografo in questione, infatti, era ovviamente niente di meno che Harry Styles. Ex studente del loro liceo, alto, longilineo, boccoli castani, mani enormi, tatuaggi lungo tutto il corpo tonico, voce graffiata, gambe lunghissime, occhi verdi e cotta secolare di Louis da circa, beh, il primo giorno di scuola.
Louis non avrebbe dimenticato quando si era scontrato con quel muro di muscoli tonici che era il suo petto. Non avrebbe mai dimenticato la sua voce divertita e roca e bassa mentre lo ammoniva "Attento, ragazzino", né avrebbe potuto dimenticare la prepotente erezione che gli si era istantaneamente formata nelle mutande. Da quel giorno, fino a che Harry non si era diplomato, lui diventava un disastro di balbettii e bave ogni volta che lo incontrava nei corridoi. Neanche a dirlo, Harry non sapeva neanche della sua esistenza su questa terra.
Quindi, nessuna sorpresa se le sue gambe erano molli tipo budino, mentre si torturava le mani davanti alla pesante porta rossa dello studio fotografico.
"Ci stai ripensando, Lou?" lo stuzzicò Niall, guardandolo sornione.
"Neanche per sogno!" e Louis avrebbe voluto sembrare deciso e spavaldo. In realtà la sua voce era poco più di uno squittio acuto che fece sbellicare dalle risate i suoi amici.
"Quanto vorrei entrare con te per vedere!" si lasciò scappare Liam.
"Non esiste amico!" scosse la testa "Non mi tolgo nemmeno un calzino davanti a te! Scordatelo"
"Va bene, va bene!" concesse quello, sgomitando con l'irlandese "Ma ricordati.. vogliamo le prove!"
"Vi porterò il book! Ma provate a dire una sola parola in proposito e io ..."
"Renderai le nostre vite un inferno.. lo sappiamo!" annuì Niall, ripetendo la minaccia che Louis urlava contro da quattro giorni.
"Esattamente"
Si voltò verso la porta, guardandola come se la stesse sfidando. Lentamente, e deglutendo forte, mise un piede davanti all'altro e poggiò la mano sulla maniglia nera, pesante e grossa. La sua mano sembrava ancora più piccola stretta intorno al ferro battuto. Si concentrò sul portare a termine la sfida e il suo sguardo sembrò farsi mano a mano più deciso. Non avrebbe dato a quei due la soddisfazione di vederlo tirarsi indietro. Lo avrebbe fatto. Ad ogni costo. Entrò.









L'ingresso era piccolo e buio.
Alle pareti erano attaccate moltissime fotografie. Immagini bellissime. Volti, paesaggi, oggetti. Sembrava che anche lo scatto più banale avesse una storia, un segreto, un non detto dietro.
Molte erano in bianco e nero, altre avevano un qualche effetto strano che permetteva ad una sola sfumatura cromatica di risaltare.
Sulla sinistra c'era un tavolino basso, con delle riviste fotografiche poggiate sopra e delle poltroncine rosso cremisi dal gusto leggermente retrò.
Davanti a lui, c'era una scrivania in mogano, un po' troppo grande considerate le dimensioni della stanza. Una ragazza decisamente attraente, con un cappello nero in testa e le labbra sottili alzò immediatamente lo sguardo dal computer per spostarlo su di lui quando il campanello annunciò il suo ingresso.
"Ciao" gli sorrise sollevando un sopracciglio spesso.
"Ehm .. ciao" si violentò cercando di non abbassare lo sguardo dal volto della ragazza. Doveva farsi forza.
"Posso aiutarti?"
"Vorrei fare delle foto"
"Hai un appuntamento?"
Louis restò spiazzato, cercando di non andare nel panico. Ovvio che non aveva nessun fottuto appuntamento. Voleva farlo subito, togliersi il pensiero. Non avrebbe mai sopportato giorni di ansia e attesa.
"In realtà no.." balbettò guardando le punte usurate delle Vans nere.
"Non preoccuparti" gli sorrise guardando l'agenda. Si era alzata in piedi. Era minuta, ma con un fisico invidiabile. Louis aveva il forte sospetto che fosse una specie di modella "In realtà una ragazza ha appena disdetto l'appuntamento di questa mattina. E Harry ormai è qui .. " Louis mascherò il sussulto al sentire il suo nome "non dovrebbero esserci problemi quindi. Seguimi"
Stai calmo.
Continuava a rimproverarsi mentalmente, mentre la seguiva. E non poté fare a meno di sorridere compiaciuto quando i suoi occhi finirono sul suo sedere. Quel culo secco non aveva la minima possibilità di reggere il confronto con il meraviglioso equipaggiamento di cui lui era stato dotato da madre natura.
Queen Louis 1 – Miss Sopracciglia Spesse 0
La distrazione durò davvero poco. Si dissipò immediatamente facendo ripiombare Louis nell'ansia non appena entrarono nell'ala dedicata alla fotografia. C'erano almeno tre stanze, più un piccolo bagno. Ognuna, era adibita ad un set particolare. O almeno così sembrava dalle porte aperte. Ma non era quella la cosa più importante.
La cosa importante era Harry Styles. Su un divano in pelle nera. Che smanettava con una macchina fotografica dotata di un obiettivo gigante. Un divano in pelle nera.
Razza di maiale.
Ma forse era semplicemente Louis che guardava troppi film porno.
"Hey Haz! C'è qualcosa per te, qui.." disse la secca, spostando i lunghi capelli dietro le spalle. Lui alzò gli occhi, e Louis si sentì morire.
Quelle gemme verdi, percorsero tutto il suo corpo, fino a scontrare lo sguardo con il suo. Posò la macchinetta sul tavolino lì accanto e si alzò in piedi, raggiungendo Louis e porgendogli la mano con un sorriso che metteva in mostra le fossette che Louis venerava e amava e adorava e ..
Sei patetico finiscila!
"Harry Styles, piacere.."
"Ehm.. io sono Louis .. Louis Tomlinson"
Harry aggrottò la fronte, concentrato. "Hai un viso conosciuto"
Il più piccolo si agitò. Avrebbe voluto urlare: sì Harry sono il tuo piccolo stalker del liceo. Ma era troppo anche per lui. Dunque si limitò a scrollare le spalle, prima di cedere alla tentazione di chiedergli un autografo.
"Allora Louis, cosa posso fare per te?"
"Io .. io ecco.. vorrei fare delle foto"
"Si, beh lo immaginavo. Sei in uno studio fotografico" notò ovvio, prendendolo in giro e allargando le braccia come se volesse invitarlo a guardarsi intorno. La donna sopracciglia rise, e Louis si morse il labbro in imbarazzo.
"Che tipo di foto vuoi fare?" proseguì il riccio quando ormai era chiaro che non avrebbe detto niente.
"Ecco.. io .. vrrfaudo" mormorò pianissimo Louis, tutto d'un fiato.
"Che?"
Morse il labbro inferiore ancora più forte sotto lo sguardo confuso di Harry che sembrava non aver capito una parola. Resistette all'impulso di scappare in lacrime dalla vergogna. Prese un profondo respiro e alzò lo sguardo verso di lui, deciso a sganciare la bomba.
"Vorrei un servizio fotografico di nudo"
Harry spalancò gli occhi e Miss sopracciglia scoppiò a ridere "Ok, le cose si fanno calde! Vi lascio lavorare" disse prima di sparire dalla stanza.
"Stai scherzando?"
"No"
"Perché?"
"Perché sì, che ti importa?" sbuffò lui "Ti pago, fammi queste dannate foto e basta!"
Harry lo guardò per un attimo infastidito dal tono che stava usando, poi il suo sguardo cambiò, diventando una maschera di malizia. Le labbra si piegarono in un sorriso malizioso e divertito e Louis iniziò a sentirsi nudo prima del tempo.
"Sei almeno maggiorenne, piccolo?" gli chiese mentre scrutava il suo corpo, e Louis era certo che lo stesse già immaginando in posa, senza vestiti.
"Ho 18 anni!" abbaiò spostandosi la frangetta da davanti gli occhi e raddrizzando le spalle nel tentativo di sembrare più alto.
"Una tenera Lolita.." soffiò Harry, l'espressione ancora enormemente divertita.
"Non mi sembri professionale, Styles!" lo rimproverò il più piccolo, con le guance rosse.
L'altro sembrò riaversi. "Ok, non sei il primo che mi chiede una cosa del genere! Ho già un paio di idee e ci vorrà qualche ora, ma per tua fortuna ho tutta la giornata da dedicare al tuo corpicino" ammiccò "Aspettami in quella stanza, io chiedo a Cara di preparare qualcosa da farti indossare. Tu intanto spogliati" senza rispondere, Louis si voltò per entrare nella stanza ed obbedire.
"Hey aspetta! Frequenti la Boat High School, vero?"
Louis si voltò un secondo ed annuì tremando. Si era ricordato di lui. Il che era tipo impossibile.
"Ora mi ricordo di te! La tua faccia mi diceva qualcosa ma, lascia che te lo dica, il tuo culo è indimenticabile!" e Louis sentì che stava per andare a fuoco. E, okay, teoricamente non avrebbe dovuto sentirsi così lusingato dal fatto che Harry Styles ricordasse il suo culo ma, hey, meglio di niente, no?
Senza aggiungere una parola si voltò ed entrò nella stanza.









Qualcuno mi uccida.
Questo era l'unico costante pensiero che vorticava nella testa di Louis mentre si guardava allo specchio a figura intera dietro il separé oltre il quale Harry fottuto Styles stava sistemando le attrezzature e le luci insieme alla sua assistente, Cara.
Louis si lasciò scappare un lamento osservando il suo riflesso. La pelle abbronzata era lucida, a causa dell'olio che Harry gli aveva ordinato di spalmarsi addosso. Studiò attentamente come quello risaltasse i muscoli delle sue cosce, e l'addome accennato. Il suo corpo era minuto ma tonico. I capelli, spettinati ad arte, gli occhi lucidi e le labbra umide.
Addosso, portava un paio di slip ridicoli, piccoli e stretti. Bianchi.
Harry glieli aveva lanciati ridendo, mentre lo informava del fatto che avrebbero dovuto sfruttare la sua naturale innocenza sexy .
Louis si era sentito morire.
Harry aveva detto che era sexy. Cioè aveva detto che la sua innocenza era sexy. Ma l'innocenza era la sua quindi si tornava al punto di partenza. Harry aveva detto che lui era sexy.
Si sarebbe masturbato per giorni su quella frase. Lo sapeva.
"Tutto bene lì dentro?"
La voce di Harry lo scosse. Lanciò un'ultima occhiata alla sua immagine, poi iniziò a guardare il separé terrorizzato.
"Il ragazzino se la sta facendo sotto!" rise Cara.
"Vieni fuori da solo o devo venirti a prendere?" gli chiese ancora Harry divertito.
E Louis si lasciò solleticare dall'idea di Harry che lo prendeva buttandoselo in spalla come una bambola di pezza, ma immediatamente soffocò il pensiero.
"Arrivo" sbuffò a denti stretti, si chiuse l'accappatoio, e si incamminò, a piedi nudi sulle mattonelle gelide, per raggiungere il set che intanto era allestito.
"Oh eccolo qui il nostro piccolo nudista" lo indicò Harry ridacchiando. Il liscio si stava davvero infastidendo. Insomma, okay che la sua fosse una richiesta stupida, ma era un cliente come tanti altri e non era giusto che dovesse essere preso in giro solo perché era giovane. Avrebbe pagato, dopotutto. Con soldi veri. Che erano di Liam perché non esisteva che avrebbe pagato lui per quello.
Il set era essenziale. Un pannello nero alle spalle di un divano enorme rivestito di velluto porpora. Il suo piccolo corpo ci sarebbe sprofondato dentro. Louis deglutì.
"Mettiamoci a lavoro" disse cercando di farli smettere di ridere.
"Devi toglierti l'accappatoio, piccolo" lo esortò Harry, ancora divertito. E Louis rabbrividì. Un po' per il nomignolo, un po' perché era arrivato il momento di fare sul serio.
Socchiuse gli occhi, cercando di svuotare la mente, e lasciò che la stoffa gli scivolasse sulle spalle. La lasciò cadere a terra, in un tonfo sordo. E restò con gli occhi serrati, finché il risolino divertito di Cara lo riportò alla realtà.
Quando aprì gli occhi, si accorse che, quella volta, non era stato lui a suscitare l'ilarità della ragazza. Lei fissava Harry, con un sopracciglio inarcato e un'espressione canzonatoria.
Spostò lo sguardo sul fotografo, cercando di capire cosa ci fosse di tanto divertente, ma non appena lo vide il respiro gli si mozzò in gola.
Gli occhi verdi del fotografo lo stavano divorando. Erano caldi, e scannerizzavano ogni singolo centimetro di pelle, mentre si passava la lingua sul labbro inferiore. Louis sentì il sangue ribollirgli nelle vene e lo stomaco contorcersi in una stretta dolorosa. Si sentiva più nudo di quanto non fosse. Esposto. Piccolo. In balia di qualcosa che presto gli sarebbe sfuggito di mano. Ma soprattutto si sentiva piacevolmente rintontito.
"Ok. Troppa tensione sessuale! Io me ne vado e vi lascio lavorare .. o qualsiasi altra cosa vogliate fare, a questo punto!"
Louis abbassò lo sguardo a terra strusciando il piede sul pavimento, nervoso.
Una volta che Cara ebbe lasciato la stanza, anche Harry sembrò essersi ripreso.
"Vogliamo cominciare?" forzò un tono professionale.
Louis annuì senza dire una parola.
"Bene, siediti sul divano" Louis camminò a testa bassa e si sedette sul cuscino morbido, palesemente a disagio. Il fotografo studiava ogni suo movimento da dietro l'obiettivo con aria pensosa. Lui incrociò le gambe, rifiutandosi di alzare lo sguardo dal proprio grembo anche quando sentì il primo click. Si torturava le mani ed era abbastanza consapevole di essere un disastro.
"Dovresti rilassarti.."
"Uhm.." mugugnò guardando verso la parete.
Sapeva benissimo cosa avrebbe dovuto fare in teoria. Ma farlo, era tutta un'altra storia. Avrebbe dovuto essere sensuale, guardare con sfrontatezza verso di lui, ammiccare anche. Ma non riusciva a farlo.
Lo guardò solo quando sentì dei passi verso di lui.
"Tieni.." Harry gli stava porgendo una tazza di tea fumante. A giudicare dall'odore, il suo preferito.
"Grazie.. " mormorò afferrandola mentre quello scuoteva le spalle prima di ritornare alla sua posizione.
"Facciamo così, ok?" propose "Tu bevi il tuo tea, e facciamo due chiacchiere. Io intanto scatterò qualche foto, ma tu non pensarci. Guarda me e rilassati, okay?"
Louis annuì. Non era certo che quell'approccio avrebbe funzionato, ma piuttosto che restare impalato come un baccalà, tanto valeva provare.
"Come ti è venuta questa idea?" chiese il riccio, più interessato che divertito.
Louis sbuffò allontanando la tazza dalla bocca.
" E' una scommessa .. "
"Immaginavo" ridacchiò Harry. La cosa neanche lo infastidì. Gli sembrava come se non stesse ridendo di lui, ma con lui.. era una sensazione strana.
"E non potevi, che ne so, rifiutare?"
"Non sono un cagasotto .. " sbuffò facendo scattare le sopracciglia di Harry che prese ad indicarlo interdetto.
"E' solo che non sono abituato" si giustificò.
"Chi è il genio che ha partorito questa idea?"
"Niall e Liam. I miei migliori amici" lo informò accennando un sorriso "Anche loro sono nella tua vecchia scuola .. "
"Dici Horan? Quello che gioca a football?"
"Esattamente"
"E' uno spasso quel tipo!"
"Sì, lo è! Cioè io li adoro entrambi per la maggior parte del tempo. Quando non mi fanno fare queste cose! Ci conosciamo da una vita ed è bello! Insomma è bello sapere che ci sia sempre qualcuno a guardarti le spalle" ammise per poi mandare giù una generosa sorsata.
"Oh ci credo! Siete all'ultimo anno?"
"Sì. Ma andremo al college insieme!"
Harry annuì scattando un paio di foto, ma Louis non ci fece neanche caso. Mandò giù l'ultimo sorso di te, prima di allungarsi per appoggiare la tazza sul tavolinetto vicino al divano.
"Quindi, dobbiamo lasciarli di stucco! Quanto le vogliamo fare sensuali queste foto?" il tono del riccio era diventato complice. E questo a Louis piaceva. Si sentiva rilassato e per niente giudicato. Era piacevole. Ma comunque, non era ancora completamente a suo agio. Arrossì e si morse il labbro.
"Non sono certo di riuscire ad essere sensuale .. " mugugnò.
"Io ti trovo molto sexy, piccolo" e Louis non credeva che una voce potesse essere definita morbida, o che potesse avere delle pieghe di velluto e seta. Non lo credeva, prima di aver sentito, toccato e visto quelle parole vorticare sulla lingua di Harry e scivolare fuori dalla sua bocca. Era evidente che il suo apparato sensoriale stesse andando a farsi fottere.
"Beh.. grazie .. anche tu"
Anche tu?! ANCHE TU?! Che cazzo ti dice la testa Louis?
Harry accennò appena una risata roca. E Louis lo guardò. Era talmente agitato, fino a quel momento, che non aveva neanche notato come fosse vestito.
Portava una camicia bianca a righe nere, decisamente troppo sbottonata. Il tatuaggio di una farfalla sullo stomaco, sbucava sfacciatamente. Il petto, parzialmente in vista era glabro e muscoloso sotto il tessuto della camicia che svolazzava facendogli da cornice. Il ciondolo di una croce, attaccato ad una catenella, si muoveva ipnotico ad ogni movimento. I pantaloni erano neri di jeans, stretti e avvolti intorno alle gambe chilometriche e toniche. Ai piedi portava degli stivaletti leggermente femminili. Marroni, appena usurati. Le mani grandi, armeggiavano con la macchinetta impreziosite da anelli vistosi.
Click
"Questa è venuta molto bene" Louis tornò a guardarlo in faccia "Sembri in un mondo tutto tuo.." osservò Harry con gli occhi incollati al display della macchinetta.
E certo che Louis era in un mondo tutto suo. Era ad Harryland! Ci aveva preso la cittadinanza tipo quattro anni prima. Era diventato sindaco, praticamente.
"Sei un po' più rilassato, Louis?" gli chiese il riccio.
"Più o meno ... "
"Io sono qui per questo, okay?" sia lo sguardo che il tono erano rassicuranti. Gli sorrise incoraggiante, prima di continuare a parlare. "Siamo solo io e te, piccolo! E non hai nulla di cui preoccuparti. Faremo delle foto, e se dovessero venire male, cosa che dubito considerato sia il soggetto che la mia indiscutibile bravura, le scarteremo. Non le vedrà nessuno tranne che io e te se non ti piacciono" lo rassicurò.
Louis si torturò le pellicine del pollice con i denti.
"Non .. non mi prenderai in giro?"
"Perché dovrei prenderti in giro?" gli chiese il più grande quasi sconvolto.
"Perché sono ridicolo o brutto o impacciato o se sembro un idiota .."
"Hey hey.. Stop!" il riccio fermò il suo farneticare "Tu non hai idea di che razza di soggetti improbabili vengono qui a chiedermi di farsi fotografare" rise come se stesse ricordando qualcosa "Tu non hai proprio niente di cui preoccuparti" aveva afferrato la macchinetta, raggiungendo Louis. Si accucciò ai piedi del divano, e gli intrappolò il mento tra le dita per costringerlo ad alzare la testa e guardarlo "Sei uno spettacolo e verrai benissimo. Te lo prometto"
Louis annuì e gli sorrise di rimando.
"Bene, non facciamo programmi, okay? Semplicemente, lasciamoci guidare dall'ispirazione!"
Si alzò in piedi di nuovo, osservando attentamente Louis. Il più piccolo lo guardava con gli occhioni azzurri spalancati, completamente rapito dal tono di voce dolce, accomodante e rassicurante che Harry stava usando con lui.
"Stenditi, piccolo"
Louis si lasciò andare. La schiena nuda appoggiata sul divano, una mano dietro la testa e l'altra pigramente appoggiata sullo stomaco. Harry sorrise e scattò.
Quel ragazzino era incredibile. Se lo ricordava appena, nei corridoi di scuola. Sebbene, ricordasse bene di aver pensato diverse volte che il suo sedere fosse qualcosa di incredibile. A proposito di questo, non vedeva l'ora di fotografarlo.
Era completamente immerso nell'atmosfera ovattata, e avvertiva la tensione lasciare il corpo di Louis ad ogni scatto. Mentre girava la testa e muoveva le gambe, sempre nella stessa posizione.
Cominciava a fare caldo, mentre catturava con l'obiettivo i giochi di luce su quel piccolo corpo.
Era talmente preso che agiva quasi senza pensare. Per questo fu completamente naturale quando abbassò la macchina e si avvicinò al busto del più piccolo, sfregando le dita sui capezzoli morbidi per indurirli. Fu solo il sussultò di Louis a riportarlo alla realtà.
"Scusami, Louis!" ridacchiò perché il più piccolo stava boccheggiando "Meno rilassato e più reattivo.." gli spiegò allontanando la mano "Fai tu, okay? Toccati un po'"
Louis inghiottì l'ansia. Molto lentamente, iniziò a muovere le mani, strusciandole sul petto, sotto lo sguardo acceso del fotografo. Lo stava fissando dall'obiettivo, ma la lente non affievoliva minimamente l'intensità del suo sguardo.
"Così piccolo, bravo!" lo lodò "Adesso girati, sdraiati sulla pancia"
Louis obbedì. Penso che avrebbe fatto qualsiasi cosa. Che si sarebbe gettato nel fuoco se Harry glielo avesse chiesto.
"Inarca un po' la schiena .. così" si sentiva un burattino, ma non gli dava fastidio. Era tutto così .. giusto. E confortante. Era come se ci fossero dei fili che lo tenessero legato alla volontà di Harry, privandolo di ogni altra cosa. Non aveva bisogno di pensare, decidere, interrogarsi. Eseguiva e basta. E questo gli permetteva maledettamente di dedicare tutto se stesso a ciò che stava provando.
Che poi, lo sapeva, avrebbe dovuto sentirsi patetico. Perché Harry lo stava semplicemente fotografando, ma che poteva farci?
"Così, bravissimo piccolo!" lo lodò facendolo tremare "Adesso andiamo un po' oltre okay? Mettiti seduto e appoggiati allo schienale.." Louis eseguì docile.
"Guarda verso di me.." Harry si stava mordendo il labbro inferiore. Teneva la macchinetta e fissava il suo corpo. E Louis rabbrividì. Sembrava avido. Sembrava volesse succhiargli via l'anima, il che portò Louis inevitabilmente a pensare che avrebbe volentieri ricambiato succhiando qualcos'altro.
Ad ognuno i suoi talenti, dopo tutto.
"Bene, adesso vorrei che ti toccassi Louis, okay?" gli chiese suadente. E Louis inghiottì l'aria.
"Io.. io non lo so.."
"Shh.. tranquillo piccolo, solo lasciati andare, mmh? Guardami.." e quello era chiaramente un ordine. E a Louis gli ordini non piacevano. Di solito. Ma se venivano dalla bocca carnosa di Harry Styles. Chi era lui per opporsi? Incrociò il suo sguardo, leggermente intimidito.
"Sei così dolce" si lasciò scappare l'altro "Sembri così innocente ... ed eccitante.. " lo incoraggiò. Louis sorrise timido. "Ignora le foto, okay? Siamo io e te, e ti stai toccando solo per me, solo perché io te lo chiedo.." e Louis non sapeva come Harry potesse pensare che quello lo avrebbe calmato. Non sapeva in quale universo doveva essere considerata una cosa normale o anche solo possibile. Ma cazzo, era finito in una fottuta fantasia sessuale che lo accompagnava dal suo primo giorno di scuola e, di sicuro, non si sarebbe lamentato per quello.
Svuotò la testa. Lentamente, lasciò che la sua mano raggiungesse il suo petto, mentre studiava ogni singola espressione sul volto del riccio. Fece scivolare i polpastrelli sulla sua pelle, tenendo gli occhi spalancati ed un broncio concentrato. Sempre più in basso. Indugiò sull'addome, quasi disegnandoci sopra, sentendosi bruciare senza capire se il suo corpo stesse rispondendo al suo tocco o al fantasma dello sguardo di Harry che lo seguiva, scattando come un automa.
Raggiunse l'elastico degli slip bianchi, giocandoci dispettoso. Lo allentava, tirandolo appena verso il basso, per poi lasciarlo risalire. Strofinò la stoffa, sussultando e mordendosi il labbro inferiore quando raggiunse il bozzo che, senza che nemmeno se ne accorgesse, si era formato nelle sue mutande.
Sentì una specie di gemito scappare dalla gola di Harry, quando afferrò se stesso da sopra il tessuto. Allora sorrise e lo guardò dispettoso.
Harry credé di prendere fuoco. Era un ragazzino. Un fottuto ragazzino che lo stava facendo uscire di testa. Adorava il piglio infantile e compiaciuto che stava assumendo, e impazziva per lo sguardo timido e l'indole remissiva che aveva mostrato fino a quel momento. Era davvero difficile restare professionale. Soprattutto quando Louis lo guardava con gli occhioni languidi, le labbra socchiuse mentre infilava la mano sotto i boxer iniziando a toccarsi.
"Da bravo piccolo, toglili.." e non sapeva se l'urgenza della sua voce fosse per il servizio o perché fosse lui ad avere bisogno di vedere di più. O meglio, lo sapeva benissimo, ma decise di fare l'ipocrita. Si agitò appena rendendosi conto di quello che stava accadendo tra le sue gambe. Scattava come un automa. Fortunatamente, aveva la fotografia nel sangue, non doveva pensarci su, perché altrimenti sarebbe stato impossibile. Sarebbe stato impensabile concentrarsi su qualcosa che non fosse Louis in quel momento.
Louis e le sue piccole mani che stavano abbassando lentamente gli slip bianchi, leggermente infantili. Scopriva la pelle, centimetro dopo centimetro. Ed era, wow.
Quando finalmente si liberò dell'indumento, Harry vide l'erezione di Louis svettare in alto. Era eccitato. Schifosamente e sfacciatamente eccitato. E stava giocando con l'indumento ancora in mano. Tirando l'elastico con i denti, con una naturalezza che non aveva idea di dove l'avesse tirata fuori.
"Toccati" sbuffò con voce roca e bassissima. E Louis scivolò più giù nel divano, allargò le gambe e portò la mano intorno al suo cazzo facendola scivolare da sopra a sotto. Lasciando di tanto in tanto qualche gemito acuto, che fece rizzare tutti peli di Harry. L'altra mano, si torturava i capezzoli. La testa gettata all'indietro e gli occhi socchiusi.
"Bravissimo Louis, solo guardami.." e quello spalancò gli occhi. Acquosi. Caldi. Bisognosi. "Harry.." sbuffò appena. Un sibilo e il riccio ci mise tutta la forza di volontà che aveva per non gettare a terra la macchina fotografica e gettarsi come un predatore affamato sul corpo invitante di quel ragazzino. Non sapeva neanche perché cazzo si stesse trattenendo, visto che quello stava mormorando il suo nome mentre si masturbava davanti a lui! Poi la risposta arrivò chiara. Professionalità. Era un professionista! Come poteva sperare di diventare un fotografo famoso se finiva per scoparsi ogni singolo ragazzo carino che posava per lui?
Scosse la testa, nel vano tentativo di darsi un contegno, mentre guardava il più piccolo boccheggiare con la presa stretta intorno al membro durissimo.
"Adesso fermati, Louis!" ordinò più duro di quanto avrebbe voluto. O meglio, dovuto. Ma l'esigenza di farlo smettere era davvero troppo impellente per fare cerimonie. "Voltati e mettiti in ginocchio sul divano. Voglio fotografarti di spalle" e gli sembrò un'idea geniale quando finalmente il più piccolo smise di toccarsi e si voltò nascondendo il volto accaldato alla sua vista. Gli sembrava un'ottima idea, fino a che, senza che lui chiedesse niente, Louis spinse indietro quel capolavoro, quella benedizione, quel dono di Dio che chiamare culo era riduttivo.
"Gesù Cristo!" si lasciò sfuggire, portando automaticamente una mano ai pantaloni per cercare di darsi un attimo di sollievo.
"Ho fatto qualcosa di sbagliato?" pigolò Louis, lanciandogli uno sguardo da sopra la spalla, insicuro.
"No, piccolo, sei perfetto!" lo lodò. E non sapeva neanche più perché lo stava facendo. Se per farlo sentire a suo agio o se perché rassicurarlo semplicemente gli piaceva, o se perché vederlo così piccolo e bisognoso della sua approvazione gli stava provocando la più grande erezione della sua vita.
Perché cazzo non l'ho mai scopato a scuola?!
E davvero, Harry pensava che non esistesse una risposta diversa da perché sono un imbecille, a quella domanda.
Si avvicinò al divano, come attratto da una forza invisibile. Scattava come un folle, sempre più vicino. Da ogni angolo. Voleva catturare l'esatta curva della schiena, la rotondità del sedere, e i muscoli della coscia. Era una miniatura di perfezione e armonia, dove curve e linee si incrociavano ed incontravano. Forte. Era tutto. Le cosce dure, e il membro pesante sfacciatamente maschile, e il culo tondo, la vita più sottile, quasi femminei.
Si abbassò appena, per fotografarlo da sotto.
"Louis.." lo chiamò e quello sbirciò oltre la spalla. Arrossì adorabilmente quando vide da dove lo stava fotografando. Incastrò il labbro inferiore tra i denti e lentamente, torturando Harry che non riusciva a crederci, si portò le mani ai glutei stringendoli.
Ed Harry poteva vedere tutto.
Tutto.
E voleva solo assaporare Louis fino a fargli perdere i sensi. Perché stava guardando la parte più intima di lui. La sua entrata, il buchetto piccolo ed invitante, e lui voleva solo prenderlo e sbatterlo e fargli urlare il suo nome talmente forte che lo avrebbe sentito anche la Regina.
"Sono bravo?" e la voce, acuta tipo una campanella, costrinse Harry a socchiudere gli occhi. Che si facesse fottere la professionalità. Che si facesse fottere anche la professione. Ma soprattutto, che si facesse fottere Louis Tomlinson. Letteralmente. Rudemente. E subito.
"Sei davvero un bravo bambino, Louis.."
Louis gemette. Per le parole, sì. Ma soprattutto perché il tono di Harry era qualcosa di veramente nuovo, sconosciuto, incredibile ed indecente. Era sfacciatamente malizioso, maledettamente roco, ed in qualche modo feroce.
"Ora scendi, Louis. Vieni qui.. in ginocchio .. davanti a me" tentennò appena. Aveva l'insistente dubbio che, in qualche modo, avessero oltrepassato una linea di confine. Che ormai, le foto, fossero più un pretesto che il fine. Che poi si trattasse più di una speranza che di un dubbio erano dettagli insignificanti di cui non importava nulla a nessuno.
Si voltò alzandosi in piedi ed avvicinandosi al riccio. Lo guardava con gli occhi scuri. Le pupille avevano praticamente divorato il verde. Le labbra erano socchiuse. Ed era vicino, e molto più alto di lui. E completamente vestito. Mentre lui era piccolo, nudo ed esposto.
"In ginocchio, piccolo.." ripeté, scostandogli una ciocca di capelli dalla fronte. Louis si lasciò cadere in ginocchio. Alzando gli occhi e guardando l'altro da sotto le ciglia nere ed incurvate. "Sei bellissimo" gli scattò una foto. E Louis tremò. Abbassò lo sguardo, non riuscendo più a sostenere quello dell'altro, finché non scivolò sull'enorme erezione di Harry imprigionata nei jeans.
Si leccò le labbra come riflesso incondizionato.
Troppo. Era l'unica cosa che riuscisse a pensare Harry. Troppo. E lui era solo un ragazzo. Non era forte. Era un debole. Un peccatore.
"Cosa stai guardando, Louis?" ringhiò "C'è qualcosa che vorresti?" Louis distolse lo sguardo a fatica, per incrociare di nuovo i loro occhi. Annuì.
"Sei stato così buono.." lo lodò "Prenditi quello che vuoi, piccolo. Coraggio"
E Louis mosse le mani veloci. Tremavano. Raggiunse i pantaloni di Harry in meno di un secondo, cercando disperatamente di farli passare oltre le asole. Era come se avesse paura che potesse cambiare idea da un momento all'altro. Azzardò un'occhiata verso l'alto, ma Harry non faceva altro che sorridergli. Anni luce lontano dal ripensarci.
Quando finalmente riuscì ad abbassarli oltre metà coscia, sgranò gli occhi davanti all'enorme erezione palese oltre il tessuto dei boxer. Ancora meglio di quanto avesse osato immaginare in quegli anni.
"E' enorme" rantolò, mentre teneva gli occhi incollati sulla punta che sbucava dall'elastico "Grazie, piccolo" tubò compiaciuto il riccio.
Louis tirò via i boxer, eliminando l'ultimo ostacolo, liberando l'erezione di Harry che svettò libera.
Il membro era lungo e grosso. La punta lucida e rotonda, più scura del tronco dove, sotto una vena percorreva tutta la lunghezza. Louis si leccò le labbra. Era incapace di distogliere lo sguardo, ma chi poteva biasimarlo? Il cazzo di Harry era praticamente un oggetto di culto per lui. Gli avrebbe fatto un altarino nella sua stanza se non fosse suonato troppo strano anche alle sue orecchie.
"Toccami Louis.." allungò la mano, afferrando la base del pene del riccio e avvicinò le labbra, tirando fuori la lingua per raccogliere il liquido preseminale che aveva cominciato a fuoriuscire. La lingua di Louis girava, assaggiando Harry per la prima volta. Baciò la punta per poi percorrere la lunghezza con la lingua, dalla cima ai testicoli, indugiando su di essi.
"Dio Louis!" mormorò Harry e il più piccolo spalancò la bocca, prendendolo il più possibile. E Harry annaspò alla ricerca di aria. Fece scivolare le dita tra le ciocche lisce del più piccolo, che sembrava completamente rapito da quello che stava facendo. Succhiava come se ne andasse della sua vita, incavando le guance e muovendo disordinatamente la lingua. Di tanto in tanto, sollevava lo sguardo alla ricerca dell'approvazione di Harry, che lo guidava con la mano nei suoi capelli. A volte stringendoli, altre tirandoli, altre ancora dandogli il ritmo.
E a Louis piaceva. Piaceva da morire. Piaceva al punto che non sentiva neanche il dolore alle ginocchia che la posizione avrebbe dovuto provocargli.
Harry gli aveva scattato un altro paio di foto prima di dimenticare completamente la macchinetta sul mobiletto lì accanto. Ed era incredibile. Perfetto. Il ritmo era perfetto, la bocca calda, la gola contro la quale aveva preso a spingersi, e Louis annaspava ma non poteva farci niente, non poteva fermarsi perché l'immagine del volto sconvolto del più piccolo, con gli occhi umidi e le guance arrossate e risucchiate all'indietro lo stava mandando fuori di testa.
"La tua bocca.. oddio sei nato per questo, Louis.."
Il più piccolo mormorò qualcosa che lui non capì, ma le vibrazioni gli mandarono una scossa di adrenalina fino al cervello. Con una foga sconosciuta, uscì suo malgrado da quella bocca calda. Sarebbe stato stupendo vedere quel faccino sporco di lui e si appuntò mentalmente di rendere reale quella fantasia. Ma in quel momento aveva altre esigenze. Impellenti ed imperative. Fece alzare Louis, e lo spinse all'indietro sul divano.
Louis era ridotto al nulla e si lasciava semplicemente guidare da Harry. Aveva il respiro pensante, perché cavolo, prendere tutto quel ben di Dio era un lavoraccio. Ma qualcuno doveva pur farlo. E Louis era un ragazzo volenteroso. Camminò all'indietro mentre scrutava lo sguardo affamato di Harry, fino a che non si scontrò con il divano sopra il quale il più grande lo spinse. Si ritrovò disteso sulla schiena ed il riccio che incombeva su di lui e rapidamente si liberava del tutto dei vestiti.
La vera bellezza.
La perfezione.
Ma non era abbastanza per definirlo, perché non esisteva una parola adatta che potesse esprimere quello che Louis stava guardando. Muscoli, pelle, vene, inchiostro. Atomi. Molecole. Louis era stato un idiota a professarsi ateo fino a quel momento.
Dio esiste e si chiama Harry Styles.
Quando tornò a guardarlo negli occhi la sua adorazione fu ricompensata da un dannato sorrisetto compiaciuto. E fosse stato chiunque altro, Louis si sarebbe innervosito, ma era Harry. Dunque, ma sì, che si compiacesse pure, se non lo faceva lui allora chi?
Harry afferrò le cosce toniche di Louis separandole e prendendo posto tra di loro. Si chinò su di lui, guardandolo negli occhi, per poi abbassare lo sguardo sulle labbra sottili, socchiuse. Tornò a trafiggerlo con un altro sguardo malizioso.
"Vuoi che ti baci, piccolo?" e Louis annaspò alla disperata ricerca di aria. Ormai era quasi certo che sarebbe morto di lì a poco. Annuì, senza riuscire a trovare le parole per rispondergli. Ma ad Harry sembrò bastare.
"Da quant'è che vuoi essere baciato, umh?" ed Harry si aspettava di sentire che lo desiderasse dal momento in cui i loro sguardi si erano incrociati nello studio. Voleva che lui lo dicesse. Impazziva all'idea che, per tutta la mattinata, Louis non avesse aspettato altro. Ma quello che Louis rispose, per un momento, lo congelò sul posto. "Dal .. dal primo giorno di scuola" gemette "quattro anni fa.." Non appena il cervello di Harry elaborò quelle parole, il ragazzo praticamente ruggì prima di far scontrare le loro labbra. Quelle di Louis si separarono immediatamente, quando Harry iniziò a torturargli il labbro inferiore morbido e fino, con la lingua.
Approfondirono il bacio, mentre le mani di Louis erano intrecciate contro il suo collo e quelle di Harry vagavano toccando ora i fianchi, ora le cosce. "Sai di me ..." gli sussurrò quando fu costretto a staccarsi da quella bocca per prendere aria.
Louis voleva baciarlo ancora. Si sporse in avanti, con gli occhi socchiusi e sognanti, ma Harry non lo assecondò ed iniziò la sua discesa, percorrendo con la bocca la mascella di Louis, il collo, la gola, le clavicole appuntite. Baciando, leccando, mordendo e succhiando senza logica. Lo avrebbe distrutto. Senza pietà, senza dubbio e senza vergogna.
"Harry ..." piagnucolò fuori Louis, ma quello non alzò neanche gli occhi. Staccò appena la bocca dalla sua pelle, fissando i capezzoli turgidi ed appuntiti del ragazzo sotto di lui, e si leccò le labbra. Mentre con una mano, iniziò a torturarne uno, la bocca calò sull'altro, e prese a stringerlo tra i denti.
"HARRY" i fianchi di Louis scattarono automaticamente in avanti, mentre annaspava completamente sopraffatto. L'altro allontanò la bocca e portò le mani ai fianchi per inchiodarlo al velluto del divano. "Stai fermo, piccolo! Stai calmo. Va tutto bene" lo rassicurò "Io.. io..".
Io cosa?
Non lo sapeva. Non aveva idea di cosa volesse dire, di cosa stesse borbottando. Era troppo e troppo poco. "Lo so, amore" la voce di Harry era dolcissima, ai limiti del possibile "Presto avrai quello che vuoi, ce la fari ad essere paziente uhm? Per me?" lo sguardo azzurro e quasi vacuo di Louis fu accompagnato dal suo annuire. Respirò forte, cercando di calmarsi. Ma era piuttosto difficile quando Harry Styles faceva scorrere la sua fottuta lingua calda e umida sui tuoi addominali fino a raggiungere l'inguine.
I versi che uscivano dalla bocca di Louis erano semplicemente incomprensibili. Solo acuti. E rumorosi. Ma senza senso. Harry si mise più comodo tra le sue gambe. E Louis rabbrividì, perché seguendo la logica dei film porno, finalmente Harry avrebbe prestato attenzione alla sua erezione dolorosa. E cavolo. Se lo meritava, per quanto lo aveva aspettato. Gli erano venuti i calli sulle mani per pensare alla bocca di Harry sul suo cazzo.
Era lì, ridotto ad una montagna di brividi, aspettando il pompino d'oro, quindi non si aspettava minimamente quello che Harry stava per fare.
Leccò lascivamente la striscia di pelle che andava del perineo ai testicoli. Louis aprì la bocca ed urlò. In realtà non urlò, avrebbe voluto farlo ma dalla sua bocca non uscì alcun suono troppa era la sorpresa e l'eccitazione. Il pollice di Harry raggiunse la sua entrata, lo passava sopra, con una pressione leggera, stuzzicandolo appena senza entrare davvero. Quasi con riverenza. Quella era la porta del paradiso e lui doveva aprirla piano.
Trascorse una vita, o forse una vita e mezza prima che la bocca di Harry raggiungesse proprio quel punto. Vi poggiò un bacio bagnato per poi assaporarne il contorno con la lingua, vezzeggiando il buchetto di Louis di tanto in tanto, passandosi sopra dispettosamente.
Allungò una mano in alto, portandola alla bocca del più piccolo. "Lecca" ordinò secco e quello, obbediente aprì la bocca succhiando ed impiastrando le dita del maggiore di saliva. Non ci stava capendo niente, e quell'unica parola era rimbalzata sulla sua entrata aprendogli nuove frontiere di piacere. Stava per venire, lo sapeva. E non era successo ancora niente.
Harry finalmente iniziò a fare sul serio, spingendo la lingua dentro e fuori di lui. Muovendola talvolta in circolo. Louis gemette forte "Ha.. Harry! Oddio", quello portò le dita al suo ingresso lasciando scivolare l'indice lubrificato dalla saliva del più piccolo ed allontanando la appena per poter parlare, mentre Louis divaricava ancora di più le cosce, in modo da dargli più spazio.
"Allora è per questo che sei venuto, uhm? Era tutta una scusa quella delle foto, volevi solo essere ben scopato, non è così piccolo?" e non era vero. Non che Louis non fosse entusiasta della piega che avevano preso le cose, ma davvero non lo aveva immaginato neanche nei suoi sogni più vivaci. Ma se ad Harry piaceva pensarla così, non sarebbe stato certo lui a deluderlo. "Sì.." confermò senza la minima vergogna.
"Sì, cosa?"
"Sì, voglio che mi scopi. Tanto. Lo voglio tanto. Voglio che mi scopi forte!" Harry ridacchiò vibrando, un secondo dito si infilò dentro di Louis ed insieme quelle danzavano e si curvavano portandolo in paradiso. "Sei proprio una troietta sfacciata, lo sai Louis?" lo canzonò. E se non avesse avuto quello sguardo affamato, probabilmente quello ci sarebbe rimasto anche male. "Sì, lo sono" rispose invece. Perché cavolo, vedendo Harry in quelle condizioni, non gli avrebbe negato niente. Voleva che fosse una puttana, sarebbe stato una puttana. Voleva che fosse la Regina Elisabetta. Date subito una parrucca a Louis, non c'è tempo da perdere.
Quando Harry spinse dentro il terzo dito, raggiungendo dopo poche spinte la sua prostata, Louis perse completamente la testa. Doveva venire, subito. O sarebbe esploso. Mosse la mano che, fino a quel momento, era rimasta inchiodata al suo fianco, e cercò di raggiungere la sua erezione, lucida e dura, contro lo stomaco. "Tsz" lo schiocco della lingua di Harry sul palato lo fece bloccare. "No, piccolo, no" lo rimproverò, quasi fosse un bambino cattivo che era stato appena colto sul fatto mentre rubava la marmellata. "Non vorrai venire così, vero? Prima che io abbia violato questo bellissimo culetto che ti ritrovi.. Non devi toccarti" gli ordinò morbido, afferrando il polso di Louis e riposizionando il braccio sul divano.
"Devo.. devo .. fa male .." piagnucolò Louis ed Harry si sollevò, stendendosi su di lui e poggiando i gomiti ai lati della sua testa per non pesargli. Sentiva la durezza pesante del riccio strusciarglisi addosso e piagnucolò ancora. "Lo so, piccolo" le dita scorrevano sulla guancia, fino ad asciugare le lacrime di frustrazione che erano scivolate dagli occhi. "Per favore.. ti prego" gemette Louis. Ed Harry gli sorrise. Era dolce e malizioso al tempo stesso. "Adesso ti scoperò fino a farti dimenticare come ti chiami.." gli sussurrò all'orecchio "Va bene?" Louis praticamente miagolò, ed Harry dovette interpretarlo come un sì.
Si tirò in piedi, portandosi le gambe di Louis sulle spalle. Le cosce aperte gli permettevano di guardarlo lì, dove era allargato e pronto per riceverlo. "Ti prego" ripeté Louis. "Sei carino quando implori, piccolo" ridacchiò Harry "Così bisognoso e disperato per me.." sussurrò e Louis voleva morire. Semplicemente morire e basta. Era frustrato. Frustrato al punto tale da non riuscire neanche a realizzare che fosse lì, lì per ottenere quello che aveva desiderato per anni.
La punta di Harry prese a fare pressione contro di lui. Una serie piuttosto lunga e cantilenata di "Sì" ed "Harry" riempì la stanza. Harry ci provò. Strinse le dita sulle cosce di Louis, si morse il labbro inferiore, e non si concesse di stringere gli occhi solo perché perdersi un solo istante di Louis in quello stato sarebbe stato un peccato mortale. Ma fu inutile. Vedere quel corpo piccolo sotto di Lui. Quel ragazzino adorante, disperato, eccitato, che sembrava godere anche solo sentendolo parlare fu troppo. E vide nero. E rosso. E azzurro. Una tonalità precisa di azzurro. L'azzurro acquoso degli occhi di Louis quando era immerso nel piacere.
Senza preoccuparsi di nulla, senza potersi fermare, si spinse dentro il corpo dell'altro con un solo vigoroso colpo di reni. Inaspettato. Louis annaspò, gemendo appena di dolore. Ma considerato che sarebbe stato disposto a farsi asportare un rene senza anestesia pur di avere Harry dentro di lui, tentò di dimenarsi il meno possibile.
"Sei così fottutamente stretto" lo lodò Harry all'orecchio. Stoppandosi appena qualche secondo. Poi Louis iniziò ad agitarsi sotto di lui, a muoversi, volendo chiaramente di più.
"Di più.. "
"Sì.." acconsentì Harry ammaliato. I fianchi scattavano indietro ed in avanti. Ad ogni spinta Louis gemeva in maniera più oscena. I suoi rumori accompagnati dallo scontro delle loro pelli e dai ruggiti di Harry. E lui spingeva più forte e più forte ancora. Ad ogni "Harry" perché voleva che lo urlasse.
"Sì, chiama il mio nome, Lou! Dillo ancora"
"HARRY" urlò a pieni polmoni, mentre si sentiva praticamente spaccato in due. Riempito completamente.
"Sapessi quante cose vorrei farti, Louis.. quante cose ti farò. Sarà sempre meglio. Ogni volta che lo faremo, piccolo. Ti porterò più in alto e oltre" ringhiò il fotografo.
E Louis stava sognando, ne era certo. Perché Harry aveva appena detto che ci sarebbero state "altre volte" ed era troppo. Troppo. "Ti farò godere fino alle lacrime, perché te lo meriti! Un bravo bambino come te.." e a quelle parole, black out totale. Il cervello di Louis si spense, lo stomacò bruciò e sentì gli schizzi del suo stesso sperma inondagli lo stomaco, giungendo fino al petto, facendo un disastro su di lui e su di Harry. Contrasse tutti muscoli venendo.
E questo bastò. Il canale di Louis ancora più stretto mentre cavalcava il suo piacere, portò anche Harry al limite. Emise un verso strozzato e dopo le ultime due stoccate, si riverso per un tempo che sembrava infinito dentro di Louis, riempiendolo.









Louis, non riusciva a crederci. Harry si era sfilato da lui e si era sdraiato al suo fianco, sul divano enorme, passandogli una mano sulla spalla e chiudendo gli occhi per riprendere fiato. All'inizio, ancora stordito dall'orgasmo, Louis si era rilassato tra le sue braccia, con le dita di Harry che gli accarezzavano la spalla. Poi, lentamente, era uscito dallo stato di trance, e si era reso veramente conto di dove fosse.
Il suo cuore iniziò a battere ad un ritmo forsennato, spalancò gli occhi fino all'inverosimile ed il suo corpo restò immobile e rigido.
"Cosa non va?" chiese Harry con voce roca. "Niente" gracchiò fuori Louis restando ancora gelato sul posto. "Sembri agitato.."
"Noo"
"Louis.." avvertì Harry voltarsi verso di lui, ma non alzò la testa, restando a fissare il vuoto, cosa fosse a terrorizzarlo, non lo sapeva neanche lui "Louis, guardami!"
"No.."
"Louis.." era ridicolo e lo sapeva. Dunque cercò di farsi forza, di ritrovare la sua solita faccia tosta. Perciò, molto lentamente, alzò il volto ed incontrò gli occhi verdi, ancora opachi per il piacere di Harry. Lo guardava incuriosito. "Cosa c'è?"
"Non lo so.." ammise candidamente il liscio, riprendendo a respirare "E' che tu .. tu ... e io ... abbiamo ... cioè abbiamo appena ..." ma non poteva impedirsi di balbettare.
"Sì e quindi?" chiese ancora più confuso.
"Tu sei Harry Styles.." sputò fuori, ed improvvisamente, tutto quello che gli era successo gli rovinò addosso, scattò a sedere sul divano, liberandosi dalla stretta di Harry ma continuando a guardarlo "Ho appena fatto sesso con Harry Styles!" strillò, con la voce ancora più acuta del normale, quasi uno scampanellio.
Harry strabuzzò gli occhi, ma Louis sembrò non farci caso "Cioè, con Harry Styles ... abbiamo fatto sesso .. capisci???" il riccio restò in silenzio ancora qualche secondo, sotto lo sguardo di Louis, che lo guardava come se avesse un qualche deficit mentale e non potesse proprio capire. Poi scoppiò a ridere.
"Sì, lo so! C'ero anche io.." gli fece notare, mettendosi a sedere e avvicinandosi a lui.
"Oh mio Dio" Harry rise più forte ancora. Quel ragazzino era assurdo, e non voleva saperne di tornare in sé. Continuava a blaterare cose senza senso, ripetendo il suo nome ogni tre parole.
"Louis ... Louis .. Louis, per favore calmati!" gli disse poggiando i palmi enormi sulle sue spalle. Il ragazzo puntò gli occhi nei suoi, brillanti di emozione "Facciamo così, adesso ci rivestiamo, usciamo di qui, tu torni a casa e ti calmi, io sviluppo le foto e stasera ti vengo a prendere e ci facciamo un giro, okay?"
Louis annuì, in un primo momento, poi il suo cervello elaborò l'ultima parte della frase e lui spalancò la bocca, ma Harry gliela tappò prontamente con la sua, un po' perché aveva voglia di baciarlo di nuovo, un po' perché era terrorizzato che ricominciasse a dare di matto.
Quando lasciò le sue labbra riprese a parlare "Shhhh, non una parola!" si alzò in piedi e raccolse i pantaloni da per terra, mentre Louis lo fissava ancora leggermente imbambolato. Se internamente stava urlando HARRY IO TI AMO SPOSAMI, il riccio non poteva saperlo. Per fortuna.
Tirò fuori il telefono dalla tasca dei pantaloni e lo passò a Louis "Scrivimi il tuo numero" ed il più piccolo annuì obbediente.
Quando furono vestiti e pronti, lasciarono insieme la sala. Harry lo accompagnò alla porta, ignorando Cara che fischiò non appena entrarono, lasciandosi scappare un "Complimenti, ugola d'oro!" rivolto a Louis. Il riccio si abbassò su di lui, e appoggiò le labbra sulle sue, appena sfiorandole. "Ci sentiamo dopo.." Louis annuì, prese un profondo respiro e lasciò lo studio. Non poteva crederci.









"Allora? Come è andata?" l'aria fresca, la lontananza di Harry e l'esigenza di non fare la figura del cretino con i suoi amici lo fece tornare rapidamente in sé.
"Bene" disse secco "Come tutto quello che faccio?"
"E le foto?" chiese Liam sulle spine.
"Dovrai frenare la tua voglia di vedermi nudo, Payno! Deve svilupparle, prima.."
"Okay, ma adesso andiamo a mangiare qualcosa?" li interruppe Niall "Ci hai messo una vita, e Liam non ha voluto saperne di muoversi. Ho mangiato solo un pacchetto di patatine e un panino e un gelato, e ancora devo pranzare!" Louis inarcò il sopracciglio, ma decise di non commentare. Scrollò le spalle e si incamminò verso l'area ristorazione.
"Che cazzo ti è successo, Louis? Perché zopp... OMG LOUIS TOMLINSON!" Niall trasalì, indicandolo con la bocca spalancata "RAZZA DI BRUTTO BASTARDO! RACCONTACI TUTTO! ORA!"
Louis lo sapeva. Sarebbe stata una giornata lunghissima.

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